Servizio sostitutivo di mensa mediante buoni pasto elettronici – Aggiornamento

Con DDS n. 1924 del 27 marzo 2014 (Scarica il decreto) è stata disposta l’aggiudicazione definitiva della gara nei confronti della “DAY Ristoservice SPA”.

La Società ha fornito l’elenco degli esercizi convenzionati suddivisi per comune e per vicinanza ai luoghi (uffici). A questa prima bozza sarà possibile apportare aggiustamenti in corso d’opera.

I possessori di Smartphone Android potranno scaricare l’apposita applicazione che gli consentirà l’accesso ad alcuni servizi, tra cui l’individuazione dell’esercizio più vicino o più adatto alle proprie esigenze.

Per i dipendenti della Regione Siciliana il servizio non è ancora attivo (non sono stati caricati ancora gli esercizi convenzionati). Chi vuole potrà, comunque, scaricare l’applicazione per farsi già un’idea circa il suo funzionamento.

Buoni Pasto DAY

Prepensionamento degli statali. Il Governo ha poche idee ma ben confuse

Pensione

Anche questo Governo, come i precedenti, brancola nel buio.

A causa dei vincoli dettati dall’UE le risorse sono poche e si va avanti solo con annunci e smentite. Tipico esempio è il caso del prepensionamento degli statali.

Sembrava proprio che il governo intendesse dare seguito al piano per il ritiro anticipato dal lavoro per migliaia di statali.

La strada che l’esecutivo aveva intenzione di seguire sembrava strettamente legata al piano di esuberi del personale del pubblico impiego stilato dal commissario alla spending review Carlo Cottarelli che ammonterebbero a circa 24mila dipendenti, di cui 11mila nelle amministrazioni centrali. Per queste persone l’onere sui conti pubblici si sarebbe limitato alle sole liquidazioni visto che le pensioni in più sarebbero state compensate dagli stipendi in meno, ovviamente nell’ipotesi di non assumere nessuno in sostituzione.

Qualche giorno fa, invece, il Ministro per la Pubblica Amministrazione Marianna Madia ha aggiunto ulteriore carne al fuoco lanciando l’idea della staffetta generazionale: mandare a casa i vecchi per assumere i giovani.

Ma, in questo caso, tutto il meccanismo che si regge sulla sostanziale equivalenza tra stipendi risparmiati e pensioni erogate che azzera o quanto meno riduce gli oneri per il bilancio pubblico viene a cadere. Se, infatti, come annunciato dal ministro Marianna Madia, si tratterà di far uscire dipendenti anziani per immetterne in servizio di giovani, allora la questione dovrà essere in parte rivista almeno sotto il profilo finanziario.

A complicare, comunque, la situazione ecco l’immancabile scontro tra ministri, ex ministri, deputati ed esponenti di partito favorevoli e contrari al prepensionamento.

Io sto con Zagrebelsky e Rodotà. Fermiamo la svolta autoritaria

La strada che il Governo mira a percorrere è quella del superamento del bicameralismo perfetto e dunque il Senato, così come oggi è concepito, cesserebbe di esistere e al suo posto si istituirebbe una sorta di Camera delle autonomie.

Se si volevano ridurre i costi bastava limitare il numero dei parlamentari. Attualmente ci sono 630 deputati e 315 senatori. Se il problema era il costo, bastava dimezzare i deputati e ridurre ulteriormente le indennità.

Convince poco anche la spiegazione che il nuovo sistema funzionerà meglio e che l’approvazione delle leggi sarà più veloce.

Per il lodo Alfano e per la legge Fornero Camera e Senato rispettivamente 20 e 16 giorni, mentre per l’Anticorruzione ne furono necessari 1456: il vero guaio non è il bicameralismo perfetto, sono i partiti.

Riforme: Zagrebelsky-Rodotà, fermare ‘svolta autoritaria’

ANSA) – ROMA, 30 MAR – “Stiamo assistendo impotenti al progetto di stravolgere la nostra Costituzione da parte di un Parlamento esplicitamente delegittimato dalla sentenza della Corte costituzionale (n. 1 del 2014), per creare un sistema autoritario che dà al presidente del Consiglio poteri padronali”. Si legge in un appello di Libertà e Giustizia firmato tra gli altri da Gustavo Zagrebelsky e Stefano Rodotà.

Scontro nel governo: Giannini boccia la staffetta generazionale. «Un sistema sano non manda a casa anziani »

PensioneStaffetta generazionale: no grazie, perché «un sistema sano non ha bisogno di mandare a casa gli anziani per far entrare i giovani». Non è proprio piaciuto al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, l’ipotesi avanzata dalla collega della Funzione pubblica Marianna Madia per ringiovanire la pubblica amministrazione illustrata oggi in un’intervista e che ha suscitato perplessità da parte dei sindacati – anche se con quale distinguo – e sollevato il dibattito sull’argomento.

Quale staffetta generazionale? In Sicilia i precari sono tutti ultra50enni. Mandiamo a casa vecchi per assumere altri vecchi?

Intervista del Ministro per la Pubblica Amministrazione Marianna Madia al Corriere della Sera.

Secondo il ministro in Italia ci sono troppi dirigenti, troppo anziani. Va avviato un processo di riduzione non traumatica dei dirigenti e più in generale dei dipendenti vicini alla pensione, per favorire l’ingresso dei giovani. Se non si fa, non ci può essere il rinnovamento della Pubblica amministrazione, ma anzi si andrà verso la sua agonia. Un po’ quello che accade a un Paese che non fa figli.

Secondo la Madia ci sono dipendenti pubblici che si trovano tra i vecchi requisiti di pensionamento e i nuovi ai quali, nell’ambito di un piano nazionale di rinnovamento, potrebbe essere permesso di andare in pensione uno o due anni prima. In questo modo sicuramente si ridurrebbero i dirigenti, rinunciando ai più anziani, e si risparmierebbe sulla spesa pur assumendo.

Si potrebbe – continua la Madia – mandare in pensione 3 dirigenti e sostituirli con un funzionario. La priorità ad essere assunti spetterebbe ai vincitori di concorso. Per i precari si può pensare a dei punteggi da far valere in concorsi aperti a tutti.

Commento.

Anche la Madia non fa nessun accenno alla carriera o alla valorizzazione delle professionalità di coloro che, invece, dovranno restare. Ciò agirebbe sull’aspetto motivazionale del personale con un sostanziale miglioramento dell’efficienza della Pubblica amministrazione.

L’idea, poi, di sostituire 3 dirigenti con un funzionario può volere significare 2 cose: o si era consapevoli che l’organico era sovrastimato e il lavoro che poteva svolgere una sola persona era diviso a 3 unità, o si vuole caricare e sfruttare oltremodo i lavoratori attraverso una riduzione dei salari e un aumento delle ore lavorative.

Diffamazione a mezzo Facebook? Arma a doppio taglio

Con sentenza del 24 marzo 2014, n. 13604, infatti, la Corte di cassazione ha stabilito che la pubblicazione e diffusione su Facebook di contenuti che offendono l’onore e la reputazione di un utente integrano responsabilità da fatto illecito, da cui deriva l’obbligo di risarcimento economico del conseguente danno morale. La novità della sentenza è, soprattutto, quello di aver anche sancito che non è necessario indicare nome e cognome della persona a cui è rivolta un’allusione offensiva: se la “vittima” è facilmente individuabile e la frase incriminata è postata sul proprio o l’altrui stato di Facebook o in commento a qualche altro post, scatta ugualmente il reato di diffamazione.

E’ bene, comunque, stare sempre attenti. Se, infatti, il riferimento alla vittima contenuto nel post diffamatorio non dovesse essere chiaro e immediato, si può passare dalla ragione al torto e rischiare una controquerela per calunnia.

Dipendenti pubblici. Troppi e poco produttivi? E’ una balla. Ecco i dati che confutano questo falso mito

La realtà è invece ben diversa e racconta di un sistema in linea con gli altri paesi così come viene autorevolmente certificato dalla Corte  dei conti nella sua relazione del 2012 sul “Costo del lavoro pubblico”. L’Italia è allineata ai partner europei sia per numero che per costi.

Tra i miti razionali più utilizzati dai detrattori dei sistemi pubblici di welfare,  quello della pletora dei  dipendenti pubblici e della loro scarsa  produttività,  occupa il di sicuro il posto d’onore. Un mito sostanzialmente falso, (anche se è sicuramente da migliorare la performance complessiva della Pa),  che viene sostenuto con particolare verve da due categorie di soggetti (politici e imprenditori) che di tale supposta inefficienza sono rispettivamente responsabili e corresponsabili. Un capitolo a parte merita l’accanimento fiscale per i medici a livelli intollerabili.

Dirigenti Pa. Contratti a tempo e blocco dei premi per il 2014. Dallo stop alla retribuzione di risultato sono possibili risparmi fino a 2,8 miliardi

DirigenteL’ultima rilevazione, qualche giorno fa, l’ha fatta l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione e per la trasparenza delle amministrazioni pubbliche, quella dove è stato appena nominato il magistrato anti-camorra Raffaele Cantone. Nella sua relazione sulle «performance» delle amministrazioni centrali ha osservato come praticamente il 90 per cento dei dirigenti pubblici incassi ogni anno il 100 per cento dei premi di risultato. Gli alti burocrati della macchina statale, insomma, non perdono un colpo. Certo, secondo l’Anac molto dipende anche dagli obiettivi che devono raggiungere, che non sono proprio delle vette da scalare. Come per esempio l’obiettivo che si è dato il ministero della Difesa di risparmiare in un anno più dello zero per cento dei consumi elettrici. Ma la musica sta per cambiare.

Una delle soluzioni sul tavolo del governo per ridurre il costo della dirigenza sarebbe quella di erogare i premi di risultato solo dopo un’attenta verifica da parte di un organismo esterno.

Per esempio la Corte dei Conti, e non solo con un’autocertificazione. Comunque sia, si starebbe valutando la possibilità di bloccare per il 2014 l’erogazione per tutti i dirigenti dei premi di risultato in attesa di una riforma organica. Se il governo dovesse orientarsi in questo senso, potrebbe ottenere anche una più che discreta dote finanziaria da destinare al taglio dell’Irpef. Il costo totale dei dirigenti statali, come ha rivelato il sottosegretario Angelo Rughetti alla trasmissione televisiva «L’Aria che tira», sarebbe di circa 28 miliardi l’anno, e la parte variabile dello stipendio incide per il 10-15 per cento. In un colpo solo, insomma, si potrebbero recuperare 2,8 miliardi…..continua a leggere

 

Cassazione: legittimo il licenziamento senza preavviso del lavoratore che ha una condotta aggressiva

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 10814 dell’8 maggio 2013, ha affermato la legittimità del licenziamento irrogato senza preavviso al lavoratore al quale era stato contestato un comportamento consistito in un acceso diverbio con una collega e che, per le modalità dell’episodio (discussione culminata nel lancio di un carrello porta bevande che aveva colpito un’altra dipendente) e per la futilità dei motivi che lo avevano scatenato, si riteneva violasse l’art. 123 del CCNL ed infrangesse irrimediabilmente il vincolo fiduciario con il lavoratore….continua a leggere

In Sicilia ritorna lo spettro del dafault. Stipendi a rischio?

Il-Messaggero_imagelarge copia copia
Per leggere l’articolo cliccaci sopra

I conti della Sicilia tornano a fare preoccupare il governo nazionale. Un allarme «da codice rosso» e una situazione «da pre-default», secondo quanto riportato dal quotidiano Milano Finanza ma anche da altri quotidiani nazionali (Il Messaggero). E da Roma assicurano che questa volta il governo non potrà intervenire a sostegno delle casse siciliane.

Per leggere l’articolo cliccaci sopra