Le riforme del pubblico impiego degli anni ’90 hanno smantellato le carriere

Interessante articolo di Giuseppe Pisauro su lavoce.info che è una rappresentazione fedele dell’attuale situazione del pubblico impiego, in cui le retribuzioni dei vertici sono “troppo” alte e quelle della massa dei dipendenti “troppo” basse.

Dall’esame dei dati, un fatto emerge con chiarezza: I differenziali retributivi si sono ampliati in misura considerevole negli anni Duemila ma sappiamo che il processo è iniziato negli anni Novanta con la contrattualizzazione del rapporto di lavoro dei dirigenti e con la cosiddetta“privatizzazione” del pubblico impiego. Un processo di riforma pensato per rendere più efficiente l’amministrazione, responsabilizzando i dirigenti e agganciando retribuzioni a risultati. Buone intenzioni rimaste sulla carta: la natura dell’amministrazione e il suo modo di operare non sono cambiati in misura apprezzabile. I poteri effettivi dei dirigenti non sono cambiati. La capacità effettiva di valutazione del sistema neanche. Sono cambiate le retribuzioni.

La questione più importante è il sistema degli incentivi del pubblico impiego. Le riforme degli anni Novanta hanno smantellato un sistema di carriere fissato per legge (che certamente non funzionava) e lo hanno sostituito con un sistema di premi di produzione annuali

Benzina. Se paghi con bancomat o carta di credito paghi la commissione

Chi fa il pieno di benzina e paga con carta di credito o bancomat dovrà pagare una commissione, peraltro non quantificabile. Una novità introdotta dal 1° aprile senza avvisare gli utenti, come denuncia l’associazione dei consumatori Adiconsum.

Primo anno di riforma Fornero: 75mila pensionati in meno. Il 43% sotto i mille euro, 11 mila gli assegni d’oro

PensioneDalla rilevazione annuale sui trattamenti pensionistici condotta dall’Istat e dall’Inps emerge che nel 2012 i pensionati sono 16,6 milioni, «circa 75 mila in meno rispetto all’anno prima». Sul ribasso, con tutta probabilità, ha pesato la riforma Fornero, entrata in vigore proprio nel 2012. La spesa pensionistica è stata di 270,7 miliardi, in crescita dell’1,8% sull’anno precedente. L’importo medio delle pensioni è a 11.482 euro, 253 in più sul 2011, ma considerando che molti prendono più di un assegno si arriva a una media di 16.314 euro a testa. Forte differenza tra uomini e donne…..continua a leggere