Ma possiamo permetterci di abolire il Senato?

L’abolizione o la trasformazione del Senato può alleggerire l’iter di approvazione delle leggi, ma fa venir meno quel potere di veto di un’istituzione che è stato un importante presidio della democrazia negli ultimi anni. 

La nostra democrazia, infatti, si fonda sulla separazione dei poteri.

Negli anni della Seconda Repubblica questa separazione ha tremato. I rappresentanti dei cittadini, a partire dal 2006, sono stati scelti dalle segreterie dei partiti, ossia dalle stesse poche persone candidate a posizioni di vertice nell’esecutivo. Non solo: si è ripetutamente affermato pubblicamente da parte di politici di primo piano il principio per cui il ricevere voti porrebbe un cittadino al di sopra della legge. Berlusconi ha più volte esplicitamente contrapposto il consenso che lo circonda al fatto che i giudici “non sono eletti da nessuno”. Abbiamo dunque assistito ad un attacco al principio della separazione dei poteri in nome della maggioranza, un rozzo tentativo di ritorno all’ancien regime, con un monarca assoluto legittimato dalla maggioranza anziché dalla volontà divina. Ciò che haimpedito questa deriva autoritaria è stato per l’appunto la presenza di molti veto players, un sistema di controlli che ha funzionato ed ha salvato, per ora, la nostra democrazia.

Esperti facebook. L’assessore grida al complotto. Ma non faceva prima a dire che c’era stato un errore?

C’è un bando interno che non rispetta le procedure previste (pubblicazione sul sito del Dipartimento della Funzione Pubblica, appositamente dedicato agli atti di interpello); c’è almeno una candidatura ignorata; c’è l’affermazione pubblica che nessun dipendente ha aderito all’interpello.

Piuttosto che ammettere l’errore che fanno in assessorato? Gridano al complotto.