Condizioni per l’attribuzione dei buoni pasto. Cobas e Sadirs chiedono una direttiva operativa

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Nell’approssimarsi della conclusione dell’iter per l’assegnazione dei buoni pasto, ci sono giunte da più parti segnalazioni di difformità applicative circa i criteri di attribuzione dell’indennità di mensa che hanno creato una disparità di trattamento nei confronti dei dipendenti appartenenti a dipartimenti diversi.

Alcuni uffici applicano, infatti, circolari antecedenti e in contrasto con il vigente CCRL (circolare 36781 del 22/11/2001 e circolare 6161 del 21 febbraio 2002) che prevedono l’erogazione della mensa dopo una pausa da un minimo di mezz’ora a un massimo di 60 minuti.

Il vigente CCRL (comma 2 dell’art. 104) stabilisce, invece, che “il buono pasto venga attribuito per la singola giornata lavorativa nella quale il dipendente effettua un orario di lavoro ordinario superiore alle sei ore e trenta minuti, con la relativa pausa prevista dall’art.43 all’interno della quale va consumato il pasto”.

In sostanza l’art. 43 del vigente CCRL prevede la durata minima della pausa (almeno 30 minuti) senza quantificare la sua durata massima.

Laddove, infatti, il CCRL avesse voluto quantificare la durata massima della pausa, l’avrebbe previsto espressamente così disposto dal comma 2 dell’art. 45 del CCNL “Regioni e Autonomie Locali” del 14/09/2000 il quale stabilisce espressamente che “possono usufruire della mensa i dipendenti che prestino attività lavorativa al mattino con prosecuzione nelle ore pomeridiane, con una pausa non superiore a due ore e non inferiore a trenta minuti”.

Altra difformità applicativa ci è stata segnalata nel caso in cui il dipendente usufruisca nelle ore antimeridiane di permessi retribuiti o di permessi brevi ex art. 47 e 48 del CCRL, effettuando una prestazione lavorativa inferiore alle 6 ore e 30 minuti, con successivo recupero.

Non si capisce per quale motivo alcuni uffici non calcolino la mensa visto che si tratta di un permesso “retribuito” orario o, nel caso di permesso personale, visto che poi, comunque, va recuperato.

Disoccupazione, inflazione zero, pil e prezzi alimentari sotto zero. Siamo in recessione?

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