Il fallimento degli 80 euro. Con il bonus consumi in calo. Ecco perché.

80 euroEcco perché il bonus degli 80 € non ha prodotto effetti.

La scelta del governo Renzi di erogare il bonus di 80 euro senza tenere conto del quoziente familiare ha determinato situazioni paradossali.

In alcuni casi il bonus è andato a chi non ne aveva assolutamente bisogno (si pensi alla moglie del manager o del libero professionista che potrebbe avere percepito il bonus sol perché il proprio cud personale era inferiore ai 25 mila euro o si pensi all’esempio dei 4 componenti dello stesso nucleo familiare che percepiscono il bonus perché il reddito di ciascuno è inferiore a 25 mila euro mentre il bonus non è stato percepito da chi è monoreddito con moglie e figli a carico e percepisce un reddito di poco superiore ai 25 mila euro).

 In altri casi il bonus è servito per togliere i debiti con equitalia e con le banche.

Bonus 80 euro, nonostante il flop il governo tira dritto

80 euroRenzi non si lascia intimidire dai dati economici e rivendica la politica economica del governo per l’aiuto al ceto medio, rilanciando il programma dei “mille giorni” entro cui dovranno essere completate tutte le riforme.

Sicilia. Anche nel 2015 bilancio e legge di stabilità saranno all’insegna di tagli alla spesa

Circolare n. 13
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L’indicazione a tutti i rami è netta: contenere le spese e reperire risorse aggiuntive perché non ci sono soldi.

E’ quanto emerge dalla circolare firmata dall’assessore all’Economia Roberto Agnello e dal ragioniere generale Mariano Pisciotta che hanno trasmesso il ‘bozzone’ a tutta l’amministrazione per la stesura dei documenti contabile e finanziario. L’indicazione a tutti i rami è netta: contenere le spese e reperire risorse aggiuntive.

Dopo il flop day adesso rischiamo che Bruxelles ci tolga 300 milioni

Piano giovaniL’11 settembre in Sicilia il comitato di sorveglianza. Gli ispettori europei non avrebbero digerito il cambio in corsa dell’Autorità di gestione, ruolo svolto da Anna Rosa Corsello sino al giorno delle sue dimissioni. Ma non sarebbero nemmeno piaciute le parole di Crocetta e lo scaricabarile sulla burocrazia.

Crocetta: “Abbiamo cambiato la Sicilia, non si può parlare di rimpasto ogni tre mesi”

Sicuramente mi sfugge qualcosa, ma io questi cambiamenti non li ho visti.

Il Pd sull’orlo dell’ennesima rottura. Da una parte i renziani che chiedono di azzerare il governo Crocetta e gli incarichi ricoperti dai democratici all’Ars. Dall’altra i cuperliani, con il segretario regionale Fausto Raciti, che frenano e chiedono piuttosto di procedere prima a un rimpasto e, in particolare, al ritiro della delegazione del Pd in giunta, da cui l’area Cuperlo è assente, per ridefinire i nuovi assessori del partito.

In mezzo il governatore Rosario Crocetta che non ci sta: “Non posso fare un rimpasto ogni quattro mesi – dice – io vado avanti, sono pronto alla battaglia contro chi si oppone al cambiamento della Sicilia”.

Scontro tra Cracolici e l’assessore Bruno sulla riforma dei Servizi per il lavoro

Sul tema della riforma dei Servizi per il Lavoro e sul modello misto che prevede l’integrazione delle attività strettamente pubbliche e quelle “private” con particolare riferimento alla gamma delle attività da affidare ai diversi soggetti accreditati, Antonello Cracolici, presidente della commissione Affari istituzionali all’Ars, ha chiesto all’assessore Bruno “Chi pagherà il servizio che erogheranno le agenzie del lavoro private accreditate nella Regione siciliana?”. L’assessore Bruno, in evidente difficoltà, ha risposto dicendo che “probabilmente saranno le stesse aziende a pagare per il servizio ottenuto”.

Cracolici ha chiaramente contestato la direttiva sugli accreditamenti dei soggetti privati per i Servizi per il Lavoro in Sicilia. Perché a giudicare da quello che si è capito, a pagare per tali attività sarà la Regione siciliana con risorse pubbliche.