Il licenziamento è legittimo se le assenze sono «tattiche»

Assentarsi troppo e soprattutto o in «maniera tattica» può costare il posto di lavoro. Troppi giorni di malattia, «agganciati» al fine settimana, magari in coincidenza con turni di lavoro sgraditi come le notti,possono portare dritto al licenziamento . E questo anche se non si supera il limite dei giorni di assenza consentiti dal contratto di lavoro. Il datore di lavoro infatti può dimostrare che quelle assenze hanno inciso sulle prestazioni e creato danni organizzativi all’interno del l’azienda e procedere al licenziamento. A stabilirlo è la Cassazione che ha convalidato il licenziamento di un lavoratore di un’azienda di materiale edile della provincia di Chieti. Il dipendente è stato ritenuto colpevole di assenze «strategiche» e secondo i giudici aveva fornito «una prestazione lavorativa non sufficiente e proficuamente utilizzabile dall’azienda».

Vincono un concorso e dopo 14 anni la Regione si prepara a dire: “Abbiamo scherzato”

Nel 2000 l’assessorato dei Beni culturali emana 19 avvisi: cerca 797 tra dirigenti e funzionari. Tra questi, 20 antropologi. Ma arriva la “doccia gelata”: “Quelle professionalità non ci servono più”. E lo stesso potrebbe accadere per gli altri 700 concorrenti.

Petrolio in Sicilia. Sul Fatto Quotidiano M.R. D’Orsogna si rivolge alla signora Renzi: E se trivellassimo vicino alla scuola dei suoi figli?

Articolo tratto da “Il Fatto Quotidiano” di Maria Rita D’Orsogna Fisico, docente universitario, attivista ambientale.

E’ facile per Matteo Renzi parlare cosi.  Le trivelle non tangono lui, i suoi risparmi, la sua famiglia. Scommetto che parlerebbe diversamente se si decidesse di trivellare le colline fiorentine a duecento metri da casa sua.

Ma la persona che io vorrei interpellare pià di tutte – continua Maria Rita D’Orsogna, Fisico, docente universitario, attivista ambientale – è Agnese Renzi.

Le chiederei: ma lei non ha figli? Pensa anche lei il futuro dell’Italia e del pianeta sia ancora nel fare buchi? Non lo vede che l’Italia è tutta densamente abitata e che non esiste una sola località da trivellare senza rovinare l’ambiente e l’abitato circostante? E se trivellassimo vicino alla scuola dei suoi figli? Vicini all’ospedale della sua città? Che ne pensa Agnese Renzi *da mamma* alle trivelle?

Petrolio in Sicilia? M.R. D’Orsogna: Caro Matteo, qui non si tratta di perdere voti, quanto di perdere vite preziose

Articolo tratto da “Il Fatto Quotidiano” di Maria Rita D’Orsogna Fisico, docente universitario, attivista ambientale.

I risultati della petrolizzazione non si vedono il giorno dopo, ma dopo anni, ed è per questo che è facile fare demagogia da Brescia. I pozzi sono altrove e le malattie verranno più avanti.

Renzi manda le trivelle in Sicilia per estrarre petrolio. Non bastano tumori e malformazioni nell’area del petrolchimico di Gela?

Articolo tratto da “Il Fatto Quotidiano” di Maria Rita D’Orsogna Fisico, docente universitario, attivista ambientale.

Matteo Renzi dice: “Quando io penso che siamo in una crisi energetica che voi tutti conoscete, e abbiamo un sacco di petrolio in Basilicata o in Sicilia che non tiriamo su per problemi dei comitati di turno, io dico eh bè, vorrà dire che perderò qualche voto ma la norma per sbloccare e per tirar su il petrolio in Basilicata e in Sicilia, creando posti di lavoro in Basilicata e in Sicilia e consentendo a questo paese di vincere la sfida energetica, io la norma la faccio, anzi l’ho già fatta. Vada come deve andare”.
Matteo Renzi, 6 Settembre 2014, Rubinetterie Bresciane, Gussago (Brescia)

Perché Matteo Renzi non va a dire queste cose, per dirne una, a Gela, nell’area del petrolchimico dove si sono registrati casi di tumori, malattie e malformazioni a residenti e lavoratori, inclusi i bambini, fuori da ogni limite di tolleranza e di decenza? Basta solo cercare su Google “Gela Eni petrolchimico” e viene fuori ogni sorta di misfatto.

La Sicilia raffina il petrolio, inquina il proprio territorio ma la benzina è più cara del resto d’Italia. Ora con Renzi arrivano anche le trivelle

Matteo Renzi Conferenza2.2014Come dire: “chi rompe paga e i cocci sono i suoi”.

In Sicilia si raffina quasi il 40 per cento del petrolio lavorato in Italia: oltre 30 milioni di tonnellate all’anno di petrolio arrivano sulle coste dell’Isola e vengono raffinate, con conseguente inquinamento, dai petrolchimici di Augusta, Priolo, Gela e Milazzo.

Ci prendiamo l’inquinamento e per giunta ci fanno pagare i carburanti più cari rispetto al resto d’Italia….Nell’Isola la benzina più cara d’Italia “Colpa delle compagnie, fanno cartello”.

Ora, grazie a Renzi, arrivano pure le trivelle.