La Regione è in crisi di liquidità? Ecco perché

EuroChiudono le imprese, aumentano cassintegrati e licenziati, il gettito fiscale diminuisce. Ma c’è anche dell’altro. La Regione riscuote sempre di meno da ruoli attivi anche a causa dell’evasione fiscale che cresce di anno in anno. A tutto ciò si aggiungano i tagli di Roma e il quadro è pressoché completo.

Nell’arco di quattro anni, dal 2010 al 2013, la Regione ha incassato quasi un miliardo di euro in meno di soldi liquidi derivanti da «tributi propri e gettito erariale».

Ecco il motivo della crisi di liquidità alla Regione che rischia a fine anno di rendere difficili i pagamenti anche per gli stipendi e le pensioni di regionali e lavoratori di enti controllati.

Miopia? Stupidità? Malafede? Da un lato si auspicano altri tagli per i lavoratori, dall’altro ci si impietosisce per i nuovi poveri

PoveroCresce la povertà e aumenta sempre più il numero delle persone che si rivolgono alla Caritas.

E in una media nazionale del 26% la Sicilia, insieme alla Calabria è la regione d’Italia più povera. È cresciuto in maniera esponenziale il numero di persone che ogni giorno sono costrette a rivolgersi alla Caritas per mettere qualcosa sotto i denti e soprattutto per sfamare i propri figli.

Oggi non bussano più alle porte solo i senza tetto o gli emigranti ma sempre più spesso, vittime della crisi.

Si tratta di quelle persone che hanno una casa o magari anche un lavoro ma vivono sul filo del rasoio perché per una malattia o solo per un guasto all’automobile, magari proprio quella utilizzata per andare al lavoro, non riescono più a far quadrare i conti. Sono quelle persone che fino a poco tempo fa conducevano una vita normale.

In tutto ciò suona come un controsenso l’auspicata adozione del nuovo sistema di calcolo delle pensioni dei dipendenti regionali (tutto contributivo, eliminando il sistema misto) che penalizzerebbe solo il personale del comparto e avvantaggerebbe chi versa più contributi (vedasi articolo di “Repubblica” nella parte in cui parla delle pensioni).

Quali risposte dare in Sicilia al diktat di Renzi sui risparmi? Tra i tagli anche l’ipotesi mai tramontata del nuovo sistema di calcolo delle pensioni

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Dal taglio di acquisti per beni e servizi al recepimento di norme nazionali sui costi della politica. Da una vera lotta all’evasione all’eliminazione di auto blu, indennità inutili al personale, affitti d’oro e partecipate-carrozzone.

A proposito delle pensioni “Repubblica” ricorda che la Corte dei Conti da tempo chiede di eliminare alcuni privilegi rispetto agli statali: un intervento sul calcolo della pensione porterebbe a risparmi annui che si aggirano intorno ai tre milioni.

Ma con il nuovo sistema di calcolo delle pensioni (tutto contributivo, eliminando il sistema misto) si penalizzerebbe soprattutto il personale del comparto avvantaggiando chi percepisce indennità varie e versa maggiori contributi.

Altro che aiuti. Renzi taglia alla Sicilia altri 280 milioni

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UNA mini stangata, che rischia però di far molto male ai disastrati conti della Regione. La manovra di stabilità del governo Renzi taglia altri 280 milioni di euro alla Sicilia, rendendo sempre più difficile, se non impossibile, predisporre un bilancio di previsione 2015 in pareggio: al momento, secondo i calcoli del ragioniere generale Mario Pisciotta, all’ appello mancano oltre 3 miliardi di euro e il governatore Rosario Crocetta ha già lanciato un Sos a Roma. La norma nella legge di stabilità sembra una prima risposta: altro che nuovi fondi, lo Stato taglia ancora alla Regione.

Legge di stabilità. Regioni in rivolta contro i tagli. Alla Sicilia tagliati altri 280 milioni

Il presidente della Conferenza delle Regioni, Chiamparino, dopo il taglio ipotizzato di 4 miliardi: “Così è insostenibile, a meno che non si incida sulla spesa sanitaria o con maggiori entrate”. Il premier su twitter: “Le Regioni comincino dai loro sprechi anzichè minacciare di alzare le tasse”. Il governatore del Piemonte: “Offensive le sue parole”.