Mobilità d’ufficio. “Cornuti e mazziati”. Ora la laurea diventa un titolo “penalizzante”

Nell’amministrazione regionale la categoria dei funzionari direttivi comprende sia quelli laureati che i diplomati.

I funzionari direttivi laureati sono in possesso della laurea a prescindere dalla qualifica posseduta, essendo stati assunti, all’epoca, come “assistenti” quando per tale qualifica era necessario il semplice diploma di secondo grado.

Ora la laurea viene considerata come “discriminante” ai fini della mobilità senza che i lavoratori trasferiti ne abbiano alcun beneficio economico o giuridico, anzi, ricevendone quasi sicuramente un danno.

Ho diversi amici (oltre a mio fratello) bancari.

Mio fratello, laureato in giurisprudenza, in poco più di un ventennio è quasi all’apice della sua carriera.

Non conosco il contratto dei bancari, ma ogni qual volta accetta (badate bene, ho detto “accetta”) un trasferimento, acquisisce uno scatto giuridico con relativo miglioramento economico. Addirittura per i trasferimenti oltre un certo chilometraggio o in sedi disagiate, percepisce un’integrazione stipendiale da utilizzare anche ai fini dell’affitto di un appartamento in loco.

 Noi dipendenti regionali “privilegiati” guardiamo….

Accordo mobilità. Da parte dell’Aran una proposta inaccettabile

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Ieri, all’ARAN, si è recitata la solita pantomima su una ipotesi di accordo sulla mobilità d’ufficio inaccettabile che prevede la possibilità dell’Amministrazione di spostare personale fino a 50 km senza che si tenga conto dello stato dei trasporti siciliani da terzo mondo e in moltissimi casi anche assenti.

Le priorità per il neo assessore all’economia? Permessi sindacali e pensioni calcolate col sistema contributivo…

Permessi sindacali, pensioni calcolate col sistema contributivo, centralizzazione degli acquisto, pieno utilizzo dei fondi comunitari per rendere produttivi alcuni settori salvaguardando il tessuto sociale, a cominciare dai forestali. Sono alcune delle riforme appena accennate dall’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei, nel suo primo briefing con la stampa. Baccei non ha parlato di numeri ma ha spiegato le direttrici del suo mandato.

La Sicilia si sbarazza del Commissario dello Stato. Ora porcherie a tignitè o maggiore responsabilità?

Le leggi approvate dall’Assemblea regionale siciliana non dovranno più passare dal vaglio preventivo di legittimità costituzionale del Commissario dello Stato. Lo sancisce la sentenza n. 225 della Corte Costituzionale, relatore Sergio Mattarella.

La Corte Costituzionale, in pratica, ha dichiarato illegittima la norma dello Statuto speciale che prevede il controllo preventivo delle leggi, ritenendo che anche in Sicilia deve essere attuata la riforma costituzionale del 2001 (art. 10 del Titolo V) e come nel resto delle regioni italiane, il ricorso alla Consulta debba avvenire dopo la pubblicazione della legge regionale, salvaguardando gli effetti maturati.

Il controllo preventivo, bisogna dirlo, è stato anche un alibi per il legislatore siciliano che, spesso, ha dato il via libera a norme demagogiche confidando nella censura del Commissario dello Stato.

Dobbiamo ora attenderci maggiore responsabilità da parte dei deputati dell’Ars?