Ormai è deciso. Contro questa finanziaria e questo governo sarà sciopero!!!

ScioperoÈ giunta l’ora di passare dalle parole ai fatti in risposta alle vergognose provocazioni portate avanti dal governicchio regionale e dai deputati che lo appoggiano intenti a sopravvivere per salvaguardare i propri lauti compensi e quelli dei propri lacché.

Il progetto è chiaro: distruggere tutti i diritti acquisiti dei regionali per buttare fumo negli occhi all’opinione pubblica celando, così, i veri privilegi portati avanti sulla pelle dei disoccupati e cittadini siciliani.

Vale, infatti, la pena ricordare la strenua difesa che, proprio in queste ora, stanno mettendo in campo i deputati contrari al taglio degli stipendi di sindaci e consiglieri senza spendere una parola in favore dei dipendenti regionali (leggi qui).

Il COBAS/CODIR non ci sta e venderà cara la pelle chiamando a raccolta tutti, proprio tutti coloro che hanno a cuore la propria dignità e il proprio futuro!

Senza vergogna! I deputati contrari al taglio degli stipendi di sindaci e consiglieri. Non spendono una parola contro i tagli ai regionali

Tagli ai consiglieriSotto accusa soprattutto la norma che taglia subito del 20% gli stipendi dei sindaci.

Leanza di Sicilia democratica:  «I tagli agli amministratori non hanno senso. Una cosa è ridurre il numero di assessori e consigliari, ben altra cosa è tagliare loro gli stipendi. È una norma che darebbe un risparmio minimo e molti problemi».

Contro la norma che taglia lo stipendio a sindaci, assessori consiglieri comunali si era già schierato il Pdr di Totò Cardinale.

E perfino il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone (Udc) è entrato nel dibattito annunciando la sua contrarietà.

«Non si può pensare – dichiara Ardizzone – di risolvere i problemi della Sicilia tagliando le indennità degli amministratori locali, per altro non così alte come si vuol far credere. Meglio evitare di confondere l’opinione pubblica, aumentando ancora di più la distanza tra cittadini e politica».

Con il nuovo maxi mutuo il destino della Sicilia sembra ormai segnato

Qualcuno ne è ormai convinto: la Regione è già in default. È fallita. Lo direbbero i numeri.

L’ultimo maxi mutuo? Soldi che nella maggior parte dei casi non servono per investimenti, ma per la spesa corrente.

Per renderci conto della situazione e paragonando la gestione della Regione a quella del fantomatico “buon padre di famiglia”, è come se la “famiglia Sicilia”, da un po’ di anni a questa parte fosse costretta a presentarsi alle banche non per chiedere un prestito per avviare una nuova attività, per ristrutturare casa o magari per acquistarla. No. È come se quella famiglia dovesse andare allo sportello, con una cadenza quasi annuale, per chiedere una anticipazione utile a pagare l’affitto, le bollette, la spesa, il pane.

Formazione professionale. Tutto fermo. I disastri della politica sulla pelle dei lavoratori

L’assessore Lo Bello ha provato a rassicurare tutti con un intervento all’Ars e un comunicato stampa. Ma oggi lo Ial ha licenziato 800 persone, e altre quattromila, tra corsi e sportelli multifunzionali, sono senza lavoro e ammortizzatori sociali. E presto il numero potrebbe raddoppiare.

Dopo la bocciatura da parte dell’Inps della richiesta di cassa integrazione in deroga per il periodo gennaio-maggio 2015 sono scattati i licenziamenti.