La rivolta dei supermercati contro i buoni pasto. Commissioni salate e gare distorte

Foto a pagina interaSecondo la grande distribuzione il problema numero uno sono le gare al massimo ribasso. Si premia la società emettitrice che presenta il maggiore sconto sul valore facciale dei buoni: in genere si arriva al 20 per cento: “Ma se la società che emette i buoni pasto è tarata su una struttura di costi per un ticket di 100 e poi lo vende a 80, è chiaro che per recuperare redditività aumenta le commissioni a carico di chi eroga il servizio”. Bar, trattorie, supermercati.

Il risultato è che bar e supermercati non le vogliono, anche perché il Pos per tracciarle non è unico: in base ad una follia tutta italiana, ogni società emettitrice ne ha uno proprio. Quindi, per poter accettare i ticket più diffusi, una cassa al bar o supermercato dovrebbe esporre almeno quattro lettori. Più quello (unico) per leggere bancomat e carta di credito. In ultimo i ritardi nel pagamento: il gestore per recuperare il valore pagato con le card aspetta 40 giorni, con i buoni cartacei 120.

Secondo Federdistribuzione se il sistema non verrà corretto meglio rinunciare ai ticket rimettendo i soldi nelle busta paga dei lavoratori.

Alla levata di scudi di Federdistribuzione contro i buoni pasto le associazioni dei consumatori rispondono con una doppia sollecitazione. Da un lato, spiegano, sarebbe un peccato rinunciare a un’integrazione del salario completamente esentasse. Tanto più ora che il governo, con la legge di Stabilità, ha innalzato la defiscalizzazione da 5.90 a 7 euro per i ticket elettronici (dopo 15 anni di blocco) a partire dal 1° luglio. Dall’altro, però, il sistema delle card digitali è ancora troppo farraginoso sia per gli utenti che per i commercianti. Per questo bisogna semplificare il meccanismo.

Anche la Sicilia avrà la sua Leopolda dal 28 febbraio all’1 marzo? Chissà chi saranno gli invitati

Il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, ha lanciato sul sito www.siciliaduepuntozero.it «Sicilia 2.0», la «Leopolda sicula» in programma a Palermo, nell’ex Fabbrica Sandron, il 28 febbraio e l’1 marzo prossimi.

Ci saranno 25 tavoli di confronto su altrettanti argomenti diversi: economia e lavoro, politica e geopolitica, istituzioni, beni culturali sono solo alcuni dei macro-temi che verranno discussi dai partecipanti coordinati da autorevoli relatori.

Sicuramente non potranno partecipare ai tavoli perché non invitati i 26 mila operai della Forestale, i circa 24 mila precari degli enti locali, tutti i dipendenti e i precari delle nove Province regionali, etc. etc. e tutte quelle  categorie della Sicilia penalizzate dal governo Renzi e dal governo Crocetta.

Nessun dipendente risponde all’interpello e l’amministrazione “costretta” ad assumere esperti. Ma l’interpello non si trova

Esperti pesca - Richiesta di accesso agli attiLa notizia l’aveva data il Giornale di Sicilia alcuni giorni fa ….nessun dipendente risponde all’interpello e l’amministrazione è “costretta” ad assumere esperti…. L’articolo ha avuto 29 commenti, di cui potete immaginare il contenuto, contro i dipendenti regionali.

Al “qualcuno” del Cobas/Codir è venuta la pensata di esaminare il contenuto dell’atto di interpello per verificare quali fossero i requisiti richiesti, ma, sul sito del Dipartimento Funzione Pubblica, l’atto di interpello non si trova.

L’inesistenza dell’atto di interpello è stata confermata dallo stesso Dipartimento della Funzione che ha risposto alla richiesta di accesso agli atti del Cobas/Codir.

Governi chiedono censure nel mirino le opinioni politiche. La censura ai tempi di Facebook

censura-150x150LE RICHIESTE ARRIVANO sempre più spesso e sono sempre più specifiche: i governi di tutto il mondo chiedono a Google di rimuovere contenuti, oppure di consegnare informazioni sugli utenti. Il dato emerge da un riassunto delle richieste pubblicato dal motore di ricerca.