LE RAGIONI DELLA PROTESTA PUNTO PER PUNTO

Lettera agli iscritti_Marcello _5_Da alcune settimane il governo regionale è impegnato nella scrittura della finanziaria al cui interno sono ricomprese una serie di norme che intervengono pesantemente sullo stato giuridico ed economico del personale regionale.

Al momento il governo ha sfornato almeno una decina di stesure che hanno ulteriormente peggiorato, via via, quelle precedenti e senza tenere in alcun conto le osservazioni presentate dal Cobas/Codir.

Tranne alcune nicchie di privilegiati che lavorano a stretto contatto con il potere, NESSUNO è esente dalla riforma.

–      CI PERDE CHI NON POTRA’ FRUIRE di un processo di riclassificazione di tutto il personale e di un improcrastinabile riordino della dirigenza che ammoderni la macchina amministrativa e la renda moderna, flessibile e al passo con i tempi;

–        CI PERDE CHI NON POTRA’ FRUIRE DEL rinnovo del contratto giuridico scaduto da oltre 10 anni;

–        CI PERDE CHI NON AVRA’ RICONOSCIUTO (COME AVVENUTO NELLO STATO) il diritto ai rinnovi dei contratti economici;

–        CI PERDE CHI SUBISCE, SUPINO, l’incursione inaccettabile e demagogica, a gamba tesa, su istituti contrattuali che, per legge, sono demandati alla contrattazione tra le parti;

–        CI PERDE  CHI SI VEDRA’ CANCELLARE i diritti quesiti in materia pensionistica sia PER CHI VA E PER CHI RESTA;

–        CI PERDE CHI SI FARA’ TAGLIARE il salario accessorio.

PIU’ NELLO SPECIFICO:

Ci perde chi va in pensione. La decurtazione, infatti, non è soltanto del 10% dell’assegno come semplicisticamente si potrebbe evincere dall’ultimo testo, ma la perdita è difficilmente quantificabile, dal momento che l’integrazione della contingenza nella retribuzione introduce una ulteriore penalizzazione. Inoltre, così come è scritto il DDL, quando si parla di decurtazione del 10% “dell’importo del trattamento pensionistico e previdenziale del personale regionale“, sembrerebbe ricomprendere anche la liquidazione.

Chi non ha il coraggio di ribellarsi, non ha diritto di lamentarsiCi perde chi resta in servizio. Anzi, su chi resta in servizio si abbatte la furia “moralizzatrice” del presidente dal momento che il calcolo del suo trattamento pensionistico viene adeguato a quello statale con effetto retroattivo.

Ci perdono anche i colleghi defunti dal momento che viene decurtata la pensione di reversibilità.

Ci perdono tutti. Al di là del trattamento pensionistico applicabile (contratto 1 o contratto 2) vengono decurtati i giorni di permesso retribuito (da 45 a 3 giorni), viene decurtato di volta in volta il compenso del piano di lavoro per i primi 10 giorni di malattia, viene decurtata del 70% dello stipendio l’assenza relativa al congedo parentale e queste norme valgono per tutti..

Ma, esaminando accuratamente il DDL si riscontrano ulteriori elementi negativi a cominciare dal taglio dell’indennità dei dipendenti del Corpo Forestale, la mobilità obbligatoria entro 50 km, la trasformazione dei permessi giornalieri in ora, etc..

Se non facciamo sentire la nostra voce in questa protesta che riguarda TUTTI, difficilmente domani si potranno evitare i continui tentativi dell’amministrazione di mortificare le professionalità affidando al personale i servizi di pulizia degli uffici anche a 50 km da casa e con 1000 euro di stipendio.

La Segreteria Generale COBAS-CODIR

E’ ORA DI LOTTARE!

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Palermo, 12 marzo 2015

“Stiamo salvando la Sicilia eliminando i privilegi”. Queste parole, pronunciate dal Presidente della Regione in risposta alla protesta dei sindacati, sono il miglior spot per il SIT IN DI PROTESTA del 17 marzo e la GIORNATA DI SCIOPERO del 20 marzo che porteranno in piazza migliaia di lavoratori pubblici in difesa dei diritti e per dire no alla cattiva politica.

– L’incapacità o il disinteresse dimostrato dal Governo nella mancata previsione, nel DDL di STABILITA’, DI UN PROCESSO DI RICLASSIFICAZIONE DI TUTTO IL PERSONALE E DI UN IMPROCRASTINABILE RIORDINO DELLA DIRIGENZA che ammoderni la macchina amministrativa e la rendi moderna, flessibile e al passo con i tempi;

– La mancata valorizzazione della forza lavoro attraverso il RINNOVO DEL CONTRATTO GIURIDICO scaduto da oltre 10 anni;

– Il mancato riconoscimento (COME AVVENUTO NELLO STATO) del diritto ai RINNOVI DEI CONTRATTI ECONOMICI;

– L’incursione inaccettabile e demagogica, a gamba tesa, su istituti contrattuali che, per legge, sono demandati alla contrattazione tra le parti;

– Il tentativo di cancellare i diritti quesiti in materia pensionistica sia PER CHI VA E PER CHI RESTA;

– IL TENTATIVO DI TAGLIARE IL SALARIO ACCESSORIO mantenendo, invece, intoccati tutti i veri privilegi della casta amministrativa e politica che stanno definitivamente sbranando, senza produrre alcun risultato, le ultime frattaglie di quello che resta di “MAMMA REGIONE”;

– I TAGLI ALLE SPESE DI FUNZIONAMENTO CHE ATTENTANO ALLA SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO, LA MOBILITA’ SELVAGGIA, LA DIGNITA’ CALPESTATA DEI LAVORATORI sono soltanto alcune delle motivazioni che hanno dato IL VIA ALLA PROTESTA DEL POPOLO DEI REGIONALI, DEGLI ENTI DI CUI ALL’ART. 1 DELLA L.R. 10/2000 E DELLE SOCIETA’ PARTECIPATE CHE APPLICANO IL CONTRATTO REGIONALE.

NON è più giustificabile, infatti, l’assoluta incapacità di questo governo regionale a fare uscire la Regione dall’incubo del buco di bilancio e la tracotanza nel nascondere i reali privilegi della casta addebitando ai lavoratori i costi della crisi. La finanziaria sembra essere già bella e servita per gettare fumo negli occhi all’opinione pubblica e a Roma con misure che bastano a coprire appena l’1% del buco di bilancio della Regione tagliando SOLO diritti dei lavoratori pubblici che ancora nessun governo e nessun legislatore aveva osato mettere in discussione. Si tenta di tagliare stipendi, accessorio, pensioni, diritti e contratti, e quello che è peggio si cerca di raggirare i lavoratori facendo credere di volere offrire prepensionamenti finti che in realtà celano penalizzazioni insostenibili anche sulla liquidazione. Tagli reali dello stipendio, a partire anche da quello del personale del Corpo Forestale, e il Presidente della Regione invita i sindacati ad interrompere la protesta e continua ad offendere e calpestare la dignità dei lavoratori.

Caro Presidente, sono i lavoratori a lanciare la sfida per salvare la Sicilia e distruggere i privilegi duri a morire della classe politica e delle lobbies imprenditoriali. Per questo saremo in piazza per gridare a voce alta i diritti del lavoro e di cittadinanza contro l’abuso del potere.

MARTEDÌ 17 A PIAZZA INDIPENDENZA CON SIT IN SOTTO PALAZZO D’ORLÉANS A PARTIRE DALLE ORE 9,00 e ci torneremo venerdì 20 CON IL GRANDE SCIOPERO GENERALE DEI LAVORATORI DEL COMPARTO E DELLA DIRIGENZA DELLA REGIONE, DEGLI ENTI E DELLE SOCIETÀ, CON CONCENTRAMENTO A PIAZZA MARINA ALLE ORE 9,00 E CORTEO FINO A PIAZZA INDIPENDENZA davanti la sede del Presidente della Regione.

www.codir.it

“Gli irriducibili che pensano di fare i furbi…..”. In 4 parole tutto il livore di Crocetta nei confronti dei regionali

Chi non ha il coraggio di ribellarsi, non ha diritto di lamentarsiNonostante lo sciopero annunciato dai sindacati, il governo conferma anche le misure di contenimento della spesa per i dipendenti della Regione. Con lo scopo di alleggerire la macchina amministrativa, è previsto un piano quinquennale di prepensionamenti. Chi andrà in pensione quest’anno «non riceverà alcuna penalizzazione» assicura Crocetta, chi farà domanda di prepensionamento entro la fine di quest’anno, avendo i requisiti per farlo nell’arco del quinquennio, verrà incentivato. «Gli irriducibili che pensano di fare i furbi e non faranno richiesta – afferma il governatore – ovviamente dal 2016 saranno totalmente equiparati ai dipendenti dello Stato».

Finanziaria, giochi fatti Nel mirino le pensioni dei regionali e la “casta” dei Comuni

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Scrive Repubblica: se entrerà in vigore la norma del governo Crocetta, un funzionario passerebbe da una pensione di 1.448 euro a un assegno di 995 euro, con un taglio di quasi 500 euro. Molto minore la sforbiciata per i dirigenti, che grazie a un salario accessorio molto più pesante anche con il sistema contributivo riescono ad avere un buon assegno.

La Corte dei Conti contesta all’Ars auto blu, spese per dipendenti e cene. Ma la vera casta non è nel mirino di Crocetta

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I giudici contabili della sezione controllo hanno chiesto una serie di chiarimenti ai partiti di Sala d’Ercole. Nel documento spuntano strane dimenticanze, cifre che non tornano e persino risme di fogli da 43 euro l’una e  blocchetti di “post-it” 22 euro.

Spuntano anche le cene tra le spese del Nuovo centro destra, guidato da Nino D’Asero. Due, in particolare, in due ristoranti palermitani, “per le quali – si legge – si fa genericamente riferimento a ‘presenze istituzionali’. I giudici contabili chiedono di sapere “di quali personalità e/o autorità si tratti, atteso che dal complesso degli atti non è possibile desumerne in alcun modo le qualifiche o il ruolo”.

Spunta anche nel rendiconto la spesa per la retribuzione di un dipendente, ma “non risultano disposizioni di pagamento”. Insomma, questo stipendio è stato effettivamente erogato?

La denuncia del Cobas/Codir. I parcheggi vicino all’Ars noleggiati per la Casta

A Palermo l’ area che si trova tra piazza Indipendenza e piazzetta Enrico d’Orléans, e che dispone di cinquanta parcheggi per auto delimitati da strisce gialle, è “off limits” agli automobilisti (campeggia un cartello di rimozione forzata), a meno che non siano dipendenti dell’ Ars. Lo denuncia il sindacato Cobas-Codir, che propone di trasferire altrove – magari, in un bene confiscato alla mafia – gli uffici e la sede del parlamento siciliano e di lasciare la fruizione di palazzo dei Normanni ai turisti.

Il sindacato chiede anche al Comune di «revocare il provvedimento che consente al personale munito di pass di utilizzare gli stalli gratuitamente».