Sindacando - il Blog di Benedetto Mineo
Blog dei dipendenti della Regione Siciliana
Per il governatore i dirigenti regionali sono troppi. Ma nel Piano di riordino delle partecipate è stata inserita una norma che prevede l’attribuzione degli incarichi di amministratore delle spa a soggetti esterni, aumentando anche il compenso massimo. Il docente di diritto commerciale Stagno D’Alcontres: “Un decreto non può modificare una legge”.
“Rassicuro che non ci saranno norme in corso di discussione che rientreranno una volta che sono state stralciate”.
Inizia con queste frasi del presidente Ardizzone la seduta della commissione Bilancio all’Ars dalla quale la Finanziaria del governo Crocetta esce ridimensionata. Perché se è vero che da un lato rimangono tutte le norme sul personale, dalle pensioni equiparate agli statali al taglio dei permessi e dei forestali, dall’altro saltano dal testo norme chiave sul fronte dei costi della politica e degli sprechi: come il taglio dei gettoni dei consiglieri comunali, l’accorpamento degli enti e l’avvio di gare pubbliche per assegnare i servizi di trasporto su gomma e marittimi.
I sindacati rimangono sul piede di guerra e annunciano «6 mila ricorsi» contro l’equiparazione agli statali.
La Finanziaria esce quasi dimezzata dal primo round in commissione Bilancio.
Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha tolto dal testo 30 dei 69 articoli approvati dalla giunta.
Cancellate le riforme delle Opere Pie, delle Stazioni appaltanti e degli Istituti autonomi case popolari, con i relativi tagli ai finanziamenti.
Non c’è più nemmeno il taglio degli stipendi a sindaci e consiglieri comunali.
Dal punto di vista formale, secondo Ardizzone e il presidente della commissione Nino Dina, si tratta di «norme di natura eterogenea, estranee all’oggetto della Finanziaria, di natura localistica o microsettoriale».
Certa stampa chiama “riforme” i tagli lineari al personale.
Scrive MF Sicilia: “Le difficoltà finanziarie della Regione siciliana stanno tutte arrivando al pettine anche per mancati trasferimenti statali ma anche per un sistema che fino ad ora non è mai stato interessato da sostanziali leggi di riforma. E quando si cerca di metterle in atto una delle categorie interessate è subita pronta a scendere in piazza a manifestare. È successo nei giorni scorsi con i lavoratori regionali e l’ipotesi di equiparare le loro pensioni agli statali. Immancabili le manifestazioni di piazza”.
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