Si avvicina il voto. Poletti e Padoan rassicurano i pensionati. Giù le mani dalle pensioni maturate con il sistema «retributivo»

Pier Carlo Padoan 2013Giù le mani dalle pensioni. Almeno da quelle maturate con il sistema «retributivo». Dopo giorni di indiscrezioni dal governo arriva una presa di posizione netta. A prenderla sono il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e quello dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Difficile quindi che da Palazzo Chigi arrivino smentite.

Per Poletti un intervento sulle pensioni che preveda il ricalcolo di tutti gli assegni con il metodo contributivo è semplicemente «irragionevole». «Se volessimo applicare una regola come questa – spiega ospite di Giovanna Floris a DiMartedì – Dovremmo intervenire su tutte le pensioni anche le più basse. Non credo ci possa essere un intervento meccanico: non è sensato, non è logico, non ha ragion d’essere». «Bisogna toccare la previdenza meno che si può – prosegue – e solo per le cose indispensabili, perché c’è un elemento di sicurezza per i cittadini. Nessuno deve temere da un eventuale intervento perché anche se venti o trent’anni fa sono state fatte scelte sbagliate, ora non si può destabilizzare il sistema».

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In sintesi, le norme volute dal governo regionale e approvate dall’Ars violerebbero alcuni principi della Costituzione, da quelli riguardanti il buon andamento delle pubbliche amministrazioni a quelli relativi alla copertura finanziaria. A essere stati “impugnati” dal sindacato sono nello specifico gli articoli 49, 51 e 52. In pratica quelli riferiti alla riduzione della pianta organica e degli uffici, all’equiparazione delle pensioni con gli statali, ai requisiti per i prepensionamenti.

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Mafiosi che condizionerebbero le elezioni. Consensi venduti a 5 euro. Politici che li comprerebbero in cambio di posti e contanti. Pasta e legumi per i bisognosi usati come ricatto elettorale o venduti. I retroscena dell’inchiesta che ha portato ai domiciliari Dina, Mineo, Clemente e Bevilacqua.