Tra i due litiganti la Sicilia affonda

II sottosegretario all’Istruzione aveva detto: «Roma è pronta ad aiutare la Sicilia, ma serve un interlocutore credibile».

La replica di Crocetta nei confronti di Faraone non si fa attendere. Inizia col definirlo un «nominato» ma poi si spinge anche a chiamarlo «picciotto», gli ricorda che «non è stato rieletto all’Ars» e che «è stato estromesso dalla segreteria nazionale del Pd», avanza il sospetto che «ha fatto perdere un milione di voti a Renzi» e lo accusa di tramare contro la Regione rischiando di spingerla nel baratro finanziario.

Incarichi dirigenziali. Prima di rivolgersi agli esterni l’amministrazione deve valutare l’eventuale presenza di funzionari direttivi di categoria D

Prima di conferire incarichi dirigenziali a soggetti esterni, l’amministrazione deve considerare l’opportunità di conferire gli incarichi dirigenziali ai funzionari interni di categoria D, qualora in possesso dei requisiti richiesti. Lo afferma il Tar Lazio, sezione I ter, con la sentenza n. 3670 del 3 marzo 2015, in cui offre una particolare lettura dell’articolo 19, comma 6, del Dlgs 165/2001, che regola l’attribuzione degli incarichi dirigenziali a soggetti esterni.

Il TAR in sostanza ha dichiarato l’illegittimità della procedura di ricognizione delle professionalità interne, nella parte in cui questa non è stata rivolta anche ad individuare la sussistenza di funzionari direttivi in possesso dei requisiti richiesti.

Nella stessa sentenza il TAR ritiene, inoltre, fondata la censura relativa alla mancata programmazione triennale ed annuale del fabbisogno di risorse umane, in applicazione dell’art.6 del medesimo D.Lgs. n. 165/2001, essendo questa – afferma la sentenza – “un atto fondamentale preliminare e propedeutico a procedure di reclutamento di personale”.

La crisi della Grecia. Origine e cause

La crisi economica della Grecia inizia ufficialmente nell’autunno del 2009, quando il neo primo ministro George Papandreou rivela pubblicamente che i bilanci economici inviati dai precedenti governi greci all’Unione europea erano stati falsificati con l’obiettivo di garantire l’ingresso della Grecia nella Zona Euro sollevando allarmismi circa la solidità del sistema finanziario greco.

Improvvisamente, la Grecia è rimasta fuori dai prestiti sui mercati finanziari.

Dalla primavera del 2010, ha iniziato ad avvicinarsi alla bancarotta che minacciava di scatenare una nuova crisi finanziaria.

Per scongiurare una simile calamità, la cosiddetta Troika – il FMI, la Banca centrale europea e la Commissione europea – ha messo in campo il primo dei due piani di salvataggio internazionali per la Grecia, per un totale di più di 240 miliardi di euro. Naturalmente, il piano di salvataggio aveva delle sue condizioni.

Le istituzioni creditrici hanno imposto condizioni di austerità che hanno richiesto tagli drastici e aumenti sulle tasse.

Nonostante il piano di salvataggio, i problemi economici della Grecia non sono scomparsi. La crescita economica si è ridotta di un quarto in cinque anni e la disoccupazione è al di sopra del 25 per cento.

Molti economisti e molti greci danno la colpa alle misure di austerità per gran parte dei problemi del paese. Il partito di sinistra Syriza ha vinto le elezioni all’inizio di quest’anno promettendo di rinegoziare il piano di salvataggio; Tsipras infatti sosteneva già che l’austerità aveva creato una «crisi umanitaria» in Grecia.

Con la Grecia sull’orlo della bancarotta la Troika propone un accordo a condizione che il governo greco apporti le riforme strutturali necessarie (aumento dell’età pensionabile, taglio di stipendi e pensioni, aumento delle tasse, etc.) per evitare le enormi incognite che potrebbero sorgere in caso di default o Grexit, ovvero l’uscita della Grecia dal blocco della moneta unica.

Sabato, Tsipras ha annunciato un referendum in Grecia in programma per domenica 5 luglio. Sarà, pertanto, il polo greco a decidere se accettare o meno le condizioni dettate dalla Troika.

Nuova circolare su permessi retribuiti e malattia. La Funzione Pubblica chiarisce che per la legge 104 nulla è cambiato

Nota Funzione Pubblica - Disposizioni in materia di permessi
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Nei giorni scorsi il Cobas/Codir ha segnalato che alcuni dirigenti, sia di uffici centrali che periferici, hanno imposto, a coloro che ne hanno diritto, la quantificazione dei permessi retribuiti ex legge 104/92 esclusivamente in ore anche nell’ipotesi di permesso fruito per l’intera giornata lavorativa sebbene nessuna innovazione sia intervenuta a livello nazionale sulla legge di che trattasi, contravvenendo a quanto stabilito dalle norme vigenti ed applicate in tutti i comparti del pubblico impiego.

Purtroppo alcuni dirigenti ritengono (ahimè!) che una finanziaria regionale possa modificare una legge nazionale con buona pace della gerarchia delle fonti.

Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha chiarito questo aspetto lasciando comunque irrisolta l’altra questione posta dal Cobas/Codir e cioè quella di escludere dalla decurtazione, in caso di malattia, l’indennità di amministrazione.

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Il governo nazionale pronto a impugnare la finanziaria. Nel mirino anche la norma ha introdotto i prepensionamenti estendendoli fino al 2020

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Cinque pagine fitte di note critiche e richieste di chiarimenti. Il governo nazionale si muove per impugnare la Finanziaria e il bilancio con una lettera inviata nei giorni scorsi dalla Ragioneria generale dello Stato alla Regione e all’Ars.

Nella lettera la Ragioneria generale dello Stato chiede chiarimenti su tutta l’impalcatura della manovra messa a punto dall’assessore all’Economia, Alessandro Baccei.

Tra le norme che potrebbero essere impugnate c’è quella che ha introdotto i prepensionamenti estendendoli fino al 2020: una data che si discosta da quella prevista a livello nazionale.

Dubbi pure sulla possibilità di assumere per sostituire i prepensionati. E non a caso su queste ultime due norme il governo regionale ha già approvato in giunta altrettante correzioni che sono state subito spedite all’Ars per l’approvazione.

Ecco l’emendamento aggiuntivo al DDL 997 correttivo della finanziaria regionale. Prevista la proroga del termine di presentazione delle domande di pensionamento a 180 giorni

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Ecco l’emendamento aggiuntivo al DDL 997 apprezzato dalla Giunta regionale nella seduta del 22 giugno e inviato all’Ars il 23 giugno.

Si ricorda che il DDL 997 era quello apprezzato con deliberazione della Giunta regionale n. 125 del 28 maggio 2015 per correggere la legge di stabilità regionale (L.r. 7 maggio 2015, n. 9) nella parte in cui, per il calcolo della pensione, faceva riferimento al «trattamento stipendiale complessivo» e non alla «retribuzione complessiva».

L’emendamento aggiuntivo prevede, oltre alla proroga del termine di presentazione delle domande di pensionamento a 180 giorni, tutta una serie di correttivi per evitare l’impugnativa di Roma (differimento del tfr, blocco dei concorsi, riduzione della dotazione organica, etc.).

Il Tar riammette in servizio Ispettore Forestale. Accolta revoca istanza dimissioni ai fini di quiescenza

Secondo i Giudici Amministrativi è principio pacifico in giurisprudenza che, in materia di cessazione volontaria dal rapporto di servizio, le semplici dimissioni presentate dal dipendente non hanno alcun effetto risolutivo finché non sia stata comunicata all’interessato la loro accettazione da parte dell’Amministrazione. L’atto di accettazione delle dimissioni, infatti, determina l’effetto definitivo della risoluzione del rapporto d’impiego solo con la comunicazione all’interessato; ne consegue l’ammissibilità della revoca delle dimissioni anche dopo che l’Amministrazione abbia adottato il provvedimento di accettazione, qualora questa non sia stata comunicata al medesimo.

Crocetta dice: sul personale basta rigore….. Ma con la finanziaria già approvata, cosa intende esattamente?

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Crocetta critica l’assessore Baccei: sui dipendenti troppe pretese dettate dal governo. Serve una nuova fase.

Crocetta lancia la sfida a Roma: sì alle riforme ma basta con le politiche eccessive di rigore.

«Il governo e la coalizione – si legge in una nota inviata al termine del confronto – ritengono fondamentale la ripresa del dialogo con i lavoratori dipendenti della Regione che non possono pagare il prezzo dell’assenza di risorse e delle politiche di rigore che vanno concentrate sulla lotta agli sprechi, mantenendo lo stato sociale».


Che Crocetta si sia ravveduto nei confronti dei dipendenti regionali?

Ma quando entra nello specifico (leggi articolo in alto) Crocetta parla solo di precari e società partecipate.

Lo dice anche la Corte dei conti. La pressione fiscale è ormai «intollerabile»

«Difficilmente il sistema economico potrebbe sopportare ulteriori aumenti della pressione fiscale». A lanciare l’allarme è la presidente delle Sezioni riunite della Corte dei conti in sede di controllo, Enrica Laterza, nella relazione sul rendiconto generale dello Stato 2014, illustrata questa mattina a Roma nella sede della Corte. Giunti al livello di guardia, è ora necessario «un intervento di segno opposto», che restituisca «capacità di spesa a famiglie e imprese».

Prepensionamenti. Depositato ieri il testo correttivo all’Ars. Chi sceglierà la via del prepensionamento avrà il Tfr con alcuni anni di ritardo. Si parla già di flop

Tfr in ritardo a chi sceglie il prepensionamento
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Chi sceglierà la via del prepensionamento avrà il Tfr con alcuni anni di ritardo. Viene limitato al minimo il turn over e si annulla così la possibilità di fare concorsi per entrare alla Regione. Ecco le norme principali del maxi emendamento con cui la giunta Crocetta sta provando a correggere la Finanziaria approvata poco più di un mese fa. Anche per evitare che lo Stato la impugni: sono già state segnalate da Roma norme che non passerebbero l’esame.

Il testo è stato depositato all’Ars ieri. Era nato per allungare i termini entro cui è possibile presentare la domanda di prepensionamento: dai 60 giorni che scadrebbero il 15 luglio si intendeva passare a 120 giorni ma ora si è scelto di prolungare fino a 180 giorni. Il nuovo termine scadrà quindi il 15 novembre.

BlogSicilia già parla di norma flop.

Nella migliore delle ipotesi chi andrà in pre pensionamento dovrà aspettare 5 anni per avere la propria ‘buonuscita’. Un disincentivo forte visto che una delle grandi attese dei pensionandi è proprio l’incasso del Tfr, una somma consistente per molti.

Il prepensionamento è solo su base volontaria (e non potrebbe essere diverso se non si sono raggiunti limiti di età). Allora perché un dipendente dovrebbe andare in pensione anticipatamente perdendo soldi ogni mese, non incassando il Tfr e vivendo comunque una penalizzazione?