Manager licenziati: “la Regione paghi i danni”. Ma siamo sicuri che alla fine pagherà il responsabile?

Albert
Repubblica del 31 luglio 2015. Per scaricare l’articolo dalla rassegna stampa Ars clicca sopra l’immagine

«Farò fuori Albert», disse Rosario Crocetta il giorno stesso dell’elezione, fra gli applausi e i tappi di spumante. Lo annunciò, lo fece. Il 22 novembre 2012 la giunta revocò il contratto del dirigente generale della Formazione, che aveva gestito il settore durante la gestione assessoriale di Mario Centorrino, nel periodo oggetto dell’inchiesta giudiziaria che ha portato in carcere Francantonio Genovese. E poco importò, al governatore, che il burocrate piemontese avesse contribuito alle indagini della Procura di Messina.

Ora un giudice del lavoro di Palermo, Luigi Cavallaro, chiede il conto a Crocetta: provvedimento illegittimo, ha sentenziato, imponendo all’amministrazione di pagare le somme dovute ad Albert, fino alla scadenza natutale del contratto, ovvero fino al 23 febbraio del 2014. La cifra non è di poco conto: 2 75 mila eu ro, oltre le quote relative al Tfr maturato in precedenza.

I proclami di Renzi & co. smentiti dalla cruda realtà. La disoccupazione sale ancora

Matteo Renzi photoNon dev’essere soddisfatto il premier Renzi dei dati che rileva l’Istat sulla disoccupazione che continua a salire nonostante le riforme, il jobs Act, gli sgravi fiscali sui nuovi contratti a tempo indetermminato nei primi tre anni. Tutte queste “magie” non cambiano lo stato crisi del lavoro che vive l’Italia. E i dati parlano chiaro perché si tratta di 55 mila persone in più senza lavoro. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioé la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi, occupati e disoccupati, è pari a giugno al 44,2%, in aumento di 1,9 punti percentuali rispetto al mese precedente. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi. La disoccupazione giovanile è la piu’ alta dall’inizio delle serie storiche dell’Istituto dal 1977.

Secondo il rapporto Svimez il Sud Italia è cresciuto la metà della Grecia

Lo si legge nel Rapporto Svimez. «Dal 2000 al 2013 il Sud è cresciuto del 13% la metà della Grecia che ha segnato +24%.

Nel complesso, quello che emerge dal rapporto è il ritratto di “un Paese diviso e diseguale, dove il Sud è alla deriva e scivola sempre più nell’arretramento” oltre ad essere “ormai a forte rischio di desertificazione industriale, con la conseguenza che l’assenza di risorse umane, imprenditoriali e finanziarie potrebbe impedire all’area meridionale di agganciare la possibile ripresa e trasformare la crisi ciclica in un sottosviluppo permanente”.