Bilancio 2016. Salve, per ora, solo le spese obbligatorie. Ma per pagare gli stipendi la regione ricorre a un prestito

Repubblica del 27 novembre 2015. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars clicca sopra l’immagine

Il governo regionale prende tempo. La Giunta evita di approvare subito una manovra che prevede tagli mai visti alla Regione e spera che entro lunedì arrivino le rosorse statali.

L’assessore Alessandro Baccei ha portato in giunta una manovra che contiene poco più di un miliardo e ottocento milioni di tagli. In attesa che da Roma arrivi un bonus di un miliardo e 400 milioni, sono stati svuotati tutti o quasi i capitoli che non servono a pagare mutui, stipendi dei regionali, pensioni e poco altro.

«Salve, per ora, solo le spese obbligatorie» è la sintesi estrema dell’assessore.

La proposta dell’Economia arrivata sul tavolo della giunta prevede, infatti, l’approvazione di un bilancio con coperture certe, quindi con 1,4 miliardi di euro di tagli. In sintesi, la copertura solo di stipendi e pensioni dei regionali e spese obbligatorie, senza quindi i capitoli di bilancio su forestali, sui Comuni, sulle partecipate e su tutta la galassia regionale. E, ancora, il taglio di 500 poltrone nei vari enti.

Il bilancio di previsione 2016 rischia di fare scoppiare uno scontro politico senza precedenti, non a caso la giunta è stata rinviata a martedì prossimo per approvare lo schema definitivo nella speranza che arrivi qualche segnale da Roma.

Nel frattempo continua una drammatica crisi di liquidità di cassa. La liquidità della Regione non basta più a coprire tutte le spese, così la giunta ha approvato una delibera che prevede la richiesta a Unicredit di un’anticipazione di cassa pari a 270 milioni. In sintesi una specie di prestito che per ogni mese di ritardo dalla restituzione rischia costerà 500 mila euro.

Facciamoli lavorare!! Ma forse sarebbe meglio chiedere il conto

Rosario Crocetta2012Entro martedì si chiude. Il presidente Rosario Crocetta fissa un paletto all’infinita paralisi dell’assemblea regionale e del suo stesso governo e per lo stesso giorno dà anche per probabile una fumata bianca agli altrettanto infiniti tavoli romani sui conti della Regione.

Il governatore incontra Mohamed Al Emadi, sceicco di uno dei Paesi maggiormente sospettati di collaborazionismo con l’Isis per presentare il progetto di un centro commerciale a Doha. Intanto, la Sicilia è immobile. “Gli alleati non mi facciano più perdere tempo. La mozione dei grillini? Hanno ottenuto una trazzera. La Lantieri confermata? Vedremo”.

Pochi giorni fa la giunta ha chiesto un prestito: in cassa non c’è più un euro nemmeno per le spese obbligatorie. E’ uno dei segnali del disastro. L’Ars intanto non legifera per le liti tra partiti. La Sicilia è paralizzata. Di chi è la colpa? Di Crocetta, del Pd siciliano di Raciti o del governo romano rappresentato da Faraone? LE COLPE DI CROCETTA. LE COLPE DI FARAONE. LE COLPE DI RACITI.