L’annuncio di Faraone. “Stabilizzeremo i precari storici”

FaraoneUna legge speciale solo per la Sicilia che istituirà un’Agenzia del Lavoro, partecipata in house dalla Regione e dai Comuni, che avrà il compito di assorbire, stabilizzandoli, tutti i lavoratori e di collocarli in seguito in base alla richiesta.

Ad annunciarlo è Davide Faraone.

“Grazie al governo Renzi – dice Faraone – nella prossima Legge di Stabilità, lavoriamo per eliminare il precariato storico attraverso un emendamento, firmato da tutti i parlamentari siciliani del Pd, che garantirà finalmente la stabilizzazione di tutti i precari storici dell’Isola”.

Bravo Faraone! Del resto, per i politici, i dipendenti di ruolo, essendo più liberi nel voto, sono un peso da attaccare quotidianamente sulla stampa con un clichè ormai consolidato (fannulloni, assenteisti, in esubero, etc. etc.). La politica, in parole povere, non ha alcuna convenienza a valorizzare i titoli e le professionalità dei dipendenti di ruolo. I precari sono, invece, una risorsa (elettorale) per cui vale la pena battersi, almeno a parole….

Per Poletti il voto di laurea alto non serve a nulla? Poletti ignora che nei concorsi pubblici il voto conta, eccome

Semestre Europeo – Riunione su occupazione, ricerca, innovazioneIl ministro del Lavoro Giuliano Poletti non ha dubbi: studiare tanto e laurearsi fuori corso ma con un voto alto non premia. Meglio finire l’università in fretta. “Prendere 110 e lode a 28 anni non serve a un fico, è meglio prendere 97 a 21“, ha detto agli studenti durante la convention di apertura di “Job&Orienta”, una mostra convegno sulla formazione e l’orientamento.

“I nostri giovani arrivano al mercato del lavoro in gravissimo ritardo. Quasi tutti quelli che incontro mi dicono che si trovano a competere con ragazzi di altre nazioni che hanno sei anni meno di loro e fare la gara con chi ha sei anni di tempo in più diventa durissimo“.

La replica sui social non si è fatta attendere. Il ministro è stato immediatamente sommerso da uno tsunami di post polemici, molto polemici.

Il ministro svaluta la lode presa a quasi trent’anni? «Lui aveva risolto così il problema: non s’è laureato». Poletti crede che studiare non serva? «Basta sentirlo parlare per capire». E ancora: «Ecco la summa del pensiero di #Renzi e #Poletti: l’elogio dell’ignoranza». 

«Sull’età con cui si entra nel mondo del lavoro – scrivono in un comunicato congiunto Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, e Alberto Irone, portavoce nazionale della Rete degli Studenti Medi -, vorremmo ricordare al Ministro Poletti che il problema non è la laurea: l’età media di laurea così come l’età media degli universitari è perfettamente in linea con la media europea. Il problema è che il nostro sistema produttivo non è in grado di valorizzare e assorbire i laureati (in Italia il tasso di occupazione dei laureati nella fascia 25-34 è del 62%, contro la media OCSE che si attesta all’82%), e che le regole del mercato del lavoro ci espongono a precarietà, salari bassissimi e lavoro nero. È inaccettabile che lo stesso Ministro che ha promosso il Jobs Act, aumentando la precarietà e riducendo i diritti, si permetta di dire che la colpa è degli studenti che badano troppo al voto, come se fosse un difetto valorizzare il proprio percorso di studio».

Per il ministro, i giovani perdono tempo. Invece, occorre subito mettersi a disposizione delle aziende, come se queste ultime non aspettino altro che ventunenni con laurea triennale, presa con una media bassa, purché presa.

Vi consiglio la lettura dell’articolo in basso pubblicato dal Manifesto.

Poletti Giuliano, perito agrario e ministro del lavoro, va preso sul serio quando invita a laurearsi subito con un voto da schifo o a lavorare gratis al mercato. In un paese dove gli imprenditori non sono laureati (come Poletti), e si rivalgono sui figli di nessuno, il progetto è la guerra all’intelligenza collettiva.