Fondo Pensioni. Vorrebbero depredare (di nuovo) i soldi accantonati per le pensioni dei regionali per prestarli ai comuni?
Un tesoretto di cento milioni di euro, costituito dal fondo pensioni. Potrebbero essere prestati al tasso dell’1,5 per cento ai comuni che navigano in cattive acque e non possono offrire i servizi più elementari, talvolta, ai cittadini. Da restituire entro cinque anni.
- SiciliaInformazioni – FI vuole prestare ai comuni i soldi del fondo pensioni regionale
Breve commento
Ancora una volta, il tesoretto accantonato e che servirà per pagare le pensioni dei dipendenti regionali, comincia a suscitare le “attenzioni” dei politici.
I soldi, come prevede la proposta, verrebbero prestati “ai comuni che navigano in cattive acque” con il rischio concreto di svuotare dei soldi le casse del Fondo Pensioni per riempirle di crediti inesigibili. Il passo successivo è la soppressione del Fondo e il trasferimento di risorse e competenze alla regione siciliana con il pagamento di pensioni e buonuscite direttamente dal bilancio della regione, come già avvenuto in passato, con tutti i rischi che una simile gestione comporta.
Senza citare, magari a sproposito, Giambattista Vico e la sua “teoria dei corsi e dei ricorsi storici”, la storia si ripete.
Negli anni 60′ la regione aveva il proprio Fondo di Quiescenza.
La L. R. 3-5-1979 n. 73 (presidente Piersanti Mattarella) ha soppresso il Fondo di Quiescenza, previdenza ed Assistenza per il personale della Regione Siciliana ma, piuttosto che stipulare una convenzione con l’Inpdap (ora Inps) per il trasferimento dei contributi e la gestione del sistema pensionistico dei dipendenti regionali, preferì trasferire le competenze alla Presidenza della Regione, acquisendo al bilancio della regione tutti i beni immobili di proprietà del Fondo (poi venduti) e i contributi accantonati, perseguendo la strada del pagamento diretto delle pensioni.
Con la legge 2/2002 la regione aveva previsto l’affidamento del sistema pensionistico dei dipendenti regionali all’Inpdap, ma il sopra citato Ente non è stato disponibile a prendersi il pacchetto dei dipendenti regionali “a gratis” senza, cioè, il versamento dei corrispondenti contributi ormai fagocitati e dispersi nel mare magnum del bilancio regionale.
Ci fu una trattativa con l’Inpdap che quantificò in svariati miliardi la quota che la regione avrebbe dovuto versare. La Regione decise, allora, di fare marcia indietro.
Con legge 6/2009 venne nuovamente istituito il Fondo Pensioni dove confluiscono, al momento, i soli contributi del personale assunto post 1986, mentre dal bilancio regionale continuano ad essere pagate le pensioni precedenti.