Renzi ha occupato la Rai. Cacciato Giannini. Depotenziati Iacona e Gabanelli. Sul referendum pochi dibattiti e costituzionalisti del NO imbavagliati
Per il momento, Daria Bignardi a Rai3 è la scelta più eclatante. Non soltanto per la sintonia con il fiorentino, ma per il valore culturale e simbolico di Rai3, ultimo avamposto mediatico di una sinistra non renziana che in politica, invece, s’è già estinta.
Bonificare la terza rete significa rimuovere per sempre la resistenza mediatica a Renzi. E la Bignardi è di un pragmatismo militante e militare.
Chi è il conduttore che Renzi detesta? Massimo Giannini di Ballarò. Con un comportamento spietato, la Bignardi (in privato, con le sue trame) e Cdo (in pubblico, intervistato da Gianni Minoli) hanno indicato l’uscita al giornalista, non confermato. Con la scusa del genere usurato dei talk show. In realtà, Viale Mazzini ha offerto già a dicembre lo scalpo di Giannini.
Quali sono i programmi che infastidiscono il governo? Report e Presadiretta, entrambi destinati a un deleterio trasloco: non più la domenica con il traino di Fabio Fazio, ma il lunedì nel vuoto di inizio settimana contro le serie tv di Rail, esperimento già fallito in passato.
Con un Ballarò rivisitato e corretto, cioè senza politica, con Report e Presadiretta più deboli e con il Tg3 senza Bianca Berlinguer, ecco la Rai3 di Daria Bignardi.
Anche i renziani confessano: il controllo di Palazzo Chigi sui canali del servizio pubblico sarà maniacale per blindare il referendum costituzionale di ottobre. Lo schema è svelato: meno dibattiti sul tema, incursioni di Renzi e dei ministri per sostenere il Sì, costituzionalisti del No silenziati. Soppressi i talk show (addio a Virus su Rai2), i telegiornali sono determinanti. E dopo le elezioni comunali, prima della campagna referendaria, Viale Mazzini cambierà proprio i direttori dei telegiornali.