In Italia l’età media dei dipendenti pubblici supera il tetto dei 50 anni. Stipendi fermi da quasi 10 anni ma non mancano i privilegiati

Il Sole 24 Ore del 23 maggio. Pa età media 50 anni
Il Sole 24 Ore del 24 maggio 2016. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’iimagine

Confronto tra i dipendenti pubblici italiani e quelli di Francia, Spagna e Regno Unito.

I blocchi ripetuti su turnover e contratti danno alla Pa italiana il record dell’età media dei dipendenti, destinata a sfondare quest’anno la barriera dei 50 anni.

Nella Pa italiana la crisi è stata per molti, ma non per tutti.

Regioni ed enti locali hanno pagato il prezzo più salato in termini di tagli agli organici, ma la dinamica è stata contraria nei territori autonomi di Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, che già prima della cura si trovavano in vetta alle classifiche per numero di dipendenti.

I privilegiati
Parte ingrandita dell’articolo in alto

Fra il 2007 e il 2014 gli stipendi medi negli enti di ricerca sono saliti dell’1% nominale, cioè in pratica hanno perso il 10% reale, mentre a Palazzo Chigi sono cresciuti del 31%: la scarsità di risorse dovrebbe spingere a una selezione rigorosa delle priorità, ma nella storia recente della Pa italiana non sembra successo nulla di simile.

Come mai ad alcuni “attenti” giornalisti è sfuggita questa notizia?

I voltagabbana. “Salvate la Carta”: così si sgolavano 10 anni fa

Salvate la cartaI fan del ddl Boschi un tempo erano contrari alle riforme “unilaterali”
di Gianluca Roselli
Il Fatto Quotidiano 18 maggio 2016

A volte in politica avvengono strane coincidenze. Quest’anno, 2016, a ottobre si voterà il referendum confermativo sulle riforme costituzionali del governo Renzi. Dieci anni fa, il 25 giugno del 2006, gli italiani furono chiamati alle urne per il referendum sulle riforme del governo Berlusconi. La legge in questione era la devolution, fortemente voluta dalla Lega di Umberto Bossi. Se andiamo a ripercorrere le settimane prima di quel voto, si trovano molti appelli di esponenti politici e costituzionalisti in difesa della Carta, schierati per il No. Molti di loro sono gli stessi che oggi la medesima Carta vorrebbero stravolgerla. Per esempio Sergio Mattarella, allora deputato della Margherita, che il 12 marzo 2005 intervenne in Aula in difesa della Costituzione. “Oggi, voi del governo e della maggioranza state facendo la ‘vostra’ Costituzione. L’avete preparata e la volete approvare voi, da soli, pensando soltanto alle vostre esigenze, alle vostre opinioni e ai rapporti interni”, diceva l’attuale capo dello Stato. E poi: “Ancora una volta emerge la concezione che è propria di questa maggioranza, secondo la quale chi vince le elezioni possiede le istituzioni, ne è il proprietario. Questo è un errore”. Oggi il governo riscrive 47 articoli della Carta su 139 senza coinvolgere l’opposizione, ma Mattarella deve aver cambiato idea.