Sei anni di “leggi speciali” contro i dipendenti della pubblica amministrazione. Così sono diventati il bersaglio fisso

Lavoratore copiaTutte le leggi degli ultimi sei anni hanno previsto penalizzazioni specifiche per i dipendenti pubblici diventati bersaglio fisso. Il dipendente pubblico è diventato un cittadino di serie B: il diritto al lavoro, alla retribuzione, all’equità fiscale e le stesse norme costituzionali non si applicano integralmente ai dipendenti delle pubbliche Amministrazione. Il risultato? Dal 2006 si sono persi oltre 300mila posti di lavoro. Dal 2010 sono stati persi 10,8 miliardi di retribuzioni nel pubblico impiego. E infatti l’Italia è agli ultimi posti nei Paesi Ocse per numero e retribuzioni medie dei dipendenti pubblici. Intanto i precari nella pubblica amministrazione sono oltre 100mila. La Confederazione sindacale medici e dirigenti ha deciso di “mettere in fila” sei anni di leggi di stabilità e di provvedimenti punitivi per il pubblico impiego. Si tratta di un elenco lunghissimo che fa riflettere. Ecco le “leggi speciali” contro i dipendenti pubblici. Il documento

Fonte Cosmed – 16 giugno 2016

Dibattito sull’accordo Stato-Regione. Scintille con l’opposizione e Crocetta abbandona l’aula

ScioperoDa un lato l’opposizione che attacca a testa bassa l’accordo tra lo Stato e la Regione in materia di entrate. Dall’altro Crocetta, seduto tra i banchi del governo, a incassare. Tensione che esplode durante l’intervento di Toto Cordaro. Il deputato di Pid-Cantiere popolare non risparmia critiche al governo, reo di “non aver consultato l’Ars prima di stipulare l’accordo con Roma”.

Rinnovo contratti, convocazione in arrivo ai primi di luglio ma resta l’incognita sugli «aumenti per tutti»

Il Sole 24 Ore del 24 giugno 2016. Il governo convoca gli statali per il contratto
Il Sole 24 Ore del 24 giugno 2016

Partirà a giorni, «entro i primi di luglio», il confronto fra governo e sindacati sul rinnovo dei contratti degli statali e sulla riforma del pubblico impiego, che deve fissare le nuove regole su organizzazione del lavoro e degli uffici, salario accessorio e articolo 18 negli uffici della Pa. L’annuncio della convocazione è arrivato ieri dalla ministra per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione Marianna Madia.

Sivempveneto – Rinnovo contratti, convocazione in arrivo ai primi di luglio ma resta l’incognita sugli «aumenti per tutti»

Pa, Corte dei conti: «Colpite le spese che incidono sui servizi. Riforme disordinate, bisogna sfoltire enti e authority»

L’effetto spending review tra il 2010 e il 2015 è stato «assai severo» e ha colpito soprattutto le spese di funzionamento delle amministrazioni pubbliche e «i servizi resi ai cittadini». Colpendo con l’accetta i redditi da lavoro dipendente, che nel frattempo sono crollati in valore assoluto di 10 miliardi. Nel tradizionale giudizio di parificazione del bilancio dello Stato del 2015, la Corte dei conti ribadisce le perplessità già espresse di recente nel «Rapporto di coordinamento della finanza pubblica», a partire dagli errori e dagli effetti negativi dei tagli lineari. Ma al tempo stesso mette in guardia: per la spending review ci sono ancora ampi margini di miglioramento, mentre gli investimenti pubblici stanno soffrendo le penalizzazioni delle politiche di rientro. Ma non solo, aggiunge la magistratura contabile: serve una decisa potatura degli «ipertrofici » enti della Pa così come anche delle Authority, tanto più mentre la stessa riorganizzazione della macchina pubblica continua a procedere in maniera «defatigante e disordinata».

Libertà e Giustizia scrive al M5S. “Rischio dittature personali, disinnescate l’Italicum”

Repubblica del 23 giugno 2016. Disinnescare l'Italicum
Repubblica del 23 giugno 2016

Care amiche e cari amici del Movimento 5 Stelle, lo straordinario risultato del voto amministrativo attribuisce al vostro Movimento una grande responsabilità: dare un contributo decisivo alla principale battaglia democratica che aspetta il Paese, cioè il referendum costituzionale del prossimo ottobre.

Sappiamo bene che la posizione del Movimento è un netto No al metodo e al merito di questo stravolgimento dei meccanismi della nostra democrazia: ma crediamo che in questi giorni sia necessaria una mobilitazione straordinaria, nelle piazze e sulla rete, per raccogliere le firme che servono a configurare il referendum come un’ opposizione popolare ad una revisione costituzionale divisiva e imposta da un parlamento delegittimato. Subito dopo, e da qui fino ad ottobre, è ancora più necessario che nel discorso pubblico, e in particolare nella comunicazione televisiva (a partire da quella trasmessa da ciò che vorremmo ancora chiamare ‘servizio pubblico’), le ragioni del No abbiano lo stesso spazio degli argomenti del governo: e in questo il ruolo del Movimento appare cruciale.