Furbetti del cartellino. Madia: “Basterà una foto o un video per licenziare. Ora attaccheremo gli assenteisti del venerdì”

La Stampa. Basterà un video per licenziare
La Stampa del 16 giugno 2016

Furbetti del cartellino. Ora la sospensione scatta in 48 ore e il licenziamento arriva entro un mese.

«Stiamo lavorando a norme specifiche contro le assenze di massa e sulle assenze reiterate nello stesso giorno, spesso il lunedì o il venerdì.

Si parla solo di furbetti del cartellino. Ma quando un po’ di lotta all’evasione fiscale?

Il Sole 24 Ore del 16 giugno 2016. Stretta contro i furbetti
Il Sole 24 Ore del 16 giugno 2015

Un massimo di 48 ore per la sospensione dell’assenteista, che andrà convocato per il contraddittorio dopo 15 giorni e potrà chiedere uno slittamento di 5 giorni in caso di «oggettivo, oggettivo e assoluto impedimento» in vista del verdetto finale entro 30 giorni. È il calendario il cuore delle nuove regole sui dipendenti pubblici che vengono individuati in flagrante oppure filmati mentre timbrano l’entrata e poi evitano l’ufficio, per arrivare a quello che il premier Matteo Renzi ha definito ieri in conferenza stampa un «licenziamento cattivo ma giusto», con cui «chi viene beccato a timbrare il cartellino e ad andarsene vede finalmente finita la pacchia».

Pensioni. La simulazione. La proposta del governo Renzi può costare fino a 400 euro per chi ne guadagna duemila

Repubblica del 16 giugno 2016. Lasciare il lavoro 3 anni prima può costare fino a 400 euro
Repubblica del 16 giugno 2016

Lasciare il posto di lavoro tre anni prima significa rinunciare almeno per vent’anni a 400 euro al mese. E recuperarne, dal ventunesimo in poi, la metà. A quasi 87 anni suonati.

È tutto qui lo scenario base dell’Ape, l’anticipo pensionistico pensato dal governo come risposta all’esigenza di flessibilità in uscita, seppur sperimentale nel triennio 2017-19, poi si vedrà. Un dipendente pubblico o privato, nato tra il 1951 e il 1953, dal prossimo anno potrà chiedere di andare in pensione fino a tre anni prima rispetto al requisito di vecchiaia pari a 66 anni e 7 mesi. Ottenendo così un anticipo sull’assegno futuro, in pratica un prestito dalle banche (ma erogato tramite Inps), garantito da un’assicurazione in caso di morte, che poi restituirà in vent’anni, a un tasso di interesse da fissare, finendo così di pagare a 86 anni e 7 mesi.