Secondo Confindustria, se vince il no al referendum costituzionale l’Italia va in recessione

Repubblica del 2 luglio 2016. No al referendum. Economia giù
Repubblica del 2 luglio 2016

Secondo Confindustria “Una vittoria dei no nel referendum sulle riforme costituzionali porterebbe l’Italia a una recessione che costerebbe 4 punti di Pil in meno nel triennio 2017-2019, 600 mila occupati in meno e 430 mila persone in condizione di povertà”.

Certo è molto curioso che tanti pseudo economisti e rinomati “Centri Studio” che non sono stati capaci di prevedere la crisi, ora, invece, disegnano scenari apocalittici in caso di vittoria del NO al referendum costituzionale.

Tralasciando il fatto che Vincenzo Boccia è stato eletto con i voti delle aziende a controllo statale: dalle Poste all’Eni, presieduta dalla sua grande sponsor Emma Marcegaglia. e Renzi ha dimostrato di avere sempre avuto a cuore le richieste delle imprese, dal Jobs Act già avviato, al taglio all’Ires messo in calendario per il prossimo anno, Confindustria ha tutto l’interesse che venga approvata la modifica della Costituzione per la svolta autoritaria che imprimerebbe al nostro paese, con un governo che assumerebbe un ruolo centrale e un parlamento ridotto a una semplice comparsa, e i governi (ne abbiamo avuto, soprattutto negli ultimi anni, un chiaro esempio) sono sempre propensi ad ascoltare le lobby a scapito dei lavoratori.

Un effetto della brexit. Londra low cost per studenti e turisti

Repubblica del 30 giugno 2016. Brexit. Londra low cost
Repubblica del 30 giugno

Un esercito di mamme ansiose con figli a Londra, espatriati sull’orlo di una crisi di nervi e aspiranti turisti inizia a fare i conti: cosa cambierà per loro? Il crollo della sterlina (-10% circa in tre sedute) ha sparigliato le carte: fa festa chi oltremanica ci va per spendere, si lecca le ferite chi qui ha casa, stipendio e conto in banca in pound.