Famp 2016. Secondo incontro all’Aran. Presentata nuova bozza di accordo con ulteriori estrapolazioni a monte che sottraggono risorse dal piano di lavoro

Palermo 12 settembre 2016
Si è svolto oggi pomeriggio, nei locali dell’ARAN Sicilia, il secondo incontro sindacale tendente a trovare un accordo di massima sull’utilizzo delle risorse relative al FAMP 2016 utili a corrispondere a tutti i dipendenti regionali il piano di lavoro e al pagamento delle indennità previste dal contratto giuridico 2002/2005 alle guardie forestali e ai custodi dei beni culturali.

Purtroppo, ancora una volta, si è assistito alla solita pantomima del tipo “chi più ne ha più ne metta” nel senso che è stata presentata una seconda bozza di accordo nella quale sono state proposte, addirittura, ancora più estrapolazioni a monte rispetto la bozza della settimana scorsa: estrapolazioni (ovvero risorse sottratte dalle somme destinate ai piani di lavoro di tutti i dipendenti) richieste dalle varie direzioni per “sanare” , in molteplici casi, la generosa elargizione di straordinari senza prima alcun passaggio sindacale.

Solo in pochissimi casi queste richieste sarebbero giustificabili in quanto servizi essenziali (ad esempio sorveglianza delle dighe, indennità degli ispettori del lavoro) perché figure professionali che dovrebbero essere contemplate in un nuovo contratto giuridico come le guardie forestali e i custodi ma la responsabilità è solo del Governo che non ha, ancora, prodotto alcunché per risolvere tutto ciò e nessuno può pretendere che i dipendenti regionali si tassino per sopperire la colpevole vacatio normativa causata da questo esecutivo relativamente al personale.

Piuttosto, a causa di questo ritardo accumulato in contrattazione, pensino a erogare immediatamente i 9/12 del piano di lavoro a tutti i regionali del comparto non dirigenziale che non versano, certamente, in situazioni floride.

E giunta, quindi, l’ora di voltare pagina e non consentire più sanatorie che tolgano “le castagne dal fuoco” al governo che, immediatamente dopo, si dimentica degli impegni assunti in materia di rinnovi contrattuali e valorizzazione del personale.

Il tutto viene così rinviato a mercoledì per l’esigenza del presidente dell’Aran di dovere riferire all’assessore alla funzione pubblica della situazione d’impasse creatasi per la posizione intransigente assunta dalla maggioranza costituita da COBAS-CODIR e SADIRS e anche da tutte le altre sigle autonome.

Il PIL fermo peserà sugli importi futuri della pensione. Per colpa della crescita zero avremo la pensione tagliata di un quarto

Repubblica dell'11 settembre 2016 - Pil fermo. Avremo la pensione tagliata di un quarto
Repubblica dell’11 settembre 2016

L’Italia è in stagnazione. Non cresce, non consuma, non investe, crea sempre meno posti di lavoro stabili e di qualità.

Cosa succederebbe alle pensioni degli italiani se di qui all’uscita dal lavoro il Pil fosse in media inchiodato allo zero, visto che l’assegno previdenziale è legato alla crescita?

Secondo una simulazione, un quarto dell’importo volerebbe via, avremmo pensionati più poveri, fino a due-trecento euro in meno al mese.

Pensioni, Boeri: “Il problema è l’equità, non la sostenibilità”

Tito Boeri - Festival Economia 2012Il presidente dell’Inps in un’intervista a Presadiretta, in onda lunedì sera: “Oggi ci sono persone, come i politici, che percepiscono vitalizi ingiustificati alla luce dei contributi versati”. Nannicini sull’Ape: “A un lavoratore che avrebbe diritto a mille euro di trattamento pensionistico un anno di anticipo costerà 50 euro al mese per 20 anni”.