Uffici pubblici tra ricchi e poveri. Nella Pubblica Amministrazione tra lo stipendio più alto e quello più basso ci sono quasi 200 mila euro di differenza

GdS del 18 settembre 2016. PA tra ricchi e poveri
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Questo lo «spread», se così si può dire, che intercorre tra la retribuzione dei dirigenti di prima fascia delle Agenzie fiscali, pari in media a 220mila euro annui, e quella del personale Ata della scuola, in cui rientrano i collaboratori, una volta chiamati «bidelli», sotto i 22mila. Le cifre compaiono nelle tabelle dell’Aran.

L’aggiornamento, pubblicato online in base a dati della Ragioneria dello Stato, non va oltre il 2014. Ma da allora non dovrebbe essere cambiato molto, visto che la contrattazione è rimasta bloccata.

Alla vigilia della nuova tornata contrattuale nelle intenzioni del Governo ci sarebbe l’esclusione dai prossimi incrementi contrattuali delle fasce che guadagnano di più. Ciò per concentrare le risorse sui redditi più bassi.


Commento

Bisogna vedere cosa si intende per redditi bassi nella speranza che questo governo ottuso che sta pagando, in termini di PIL ma anche di consenso, tutti i fallimenti della politica economica adottata, tenga conto, stavolta, del quoziente familiare.

Se l’aumento, infatti, verrà erogato per il solo fatto di avere un reddito PERSONALE non superiore a 26 mila euro senza cioè tenere conto del quoziente familiare, si verificherà la stessa aberrazione che si è verificata con l’erogazione del bonus 80 euro, ovvero, l’aumento potrà essere corrisposto a chi non ne ha bisogno (ad esempio anche alla moglie – o al marito – del manager, libero professionista o del dirigente con reddito familiare ben oltre i 26 mila euro. In tal modo verrebbero penalizzati, ad esempio, i monoreddito con moglie e figli a carico che hanno un reddito di poco superiore ai 26 mila euro.

Questo è stato, a mio avviso, uno dei principali motivi del fallimento del bonus 80 euro.

Sviluppo Italia Sicilia chiude. Previsto il transito dei dipendenti alla SAS

GdS del 18 settembre 2016. Chiude Sviluppo Italia
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Per la società regionale Sviluppo Italia Sicilia non c’è più nulla da fare, la chiusura è ormai cosa certa. L’assessore indica 2 strade da seguire. La prima è quella di recuperare direttamente i 75 dipendenti di Sviluppo Sicilia licenziati, o almeno una parte. Questo bacino finirà nell’elenco unico delle partecipate della Regione e, se l’Ars approverà a giorni un’apposita norma, dovrebbe transitare nella Sas, una delle più grandi partecipate regionali dove dovrebbero confluire un centinaio di dipen denti licenziati di altre società che hanno chiuso. «Ma questa strada ammette Marziano – dovrebbe richiedere un iter burocratico lungo e dunque servirebbe troppo tempo. Non possiamo permettercelo, dobbiamo fare partire i corsi al più presto». Ecco che potrebbe essere seguita la seconda strada, quella del personale dei due dipartimenti, Formazione e Istruzione.

Sanità, il ministero alla regione: niente concorsi senza i tagli

GdS del 18 settembre 2016. Sanità niente assunzioni senza tagli
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Da Roma non hanno preso bene la mossa del governo siciliano. «Senza tagli non si possono sbloccare i concorsi, lo prevede la legge»: è questa la posizione che viene fatta filtrare ieri mattina dal ministero della Salute. Una doccia gelata per chi in Sicilia vuole riaprire la partita dei concorsi che quindi restano bloccati, un traguardo ben lontano.