Flop trasferimenti. Ora la colpa è degli “inamovibili”. Ma perché la stampa non chiede al presidente Crocetta se esiste la rilevazione dei fabbisogni di personale in ogni dipartimento?

Repubblica del 1 ottobre 2016 - La regione degli inamovibili
Repubblica del 1 ottobre 2016. Per scaricare l’articolo clicca sopra l’immagine

Andiamo con ordine.

Nei giorni scorsi il Dirigente Generale della Funzione Pubblica, con una relazione (finita, non si capisce come, nelle mani della stampa) inviata all’assessore regionale alla Funzione pubblica, motivava il flop della mobilità dei dipendenti regionali con il mancato aggiornamento della banca dati dei dipendenti che rende difficile individuare i funzionari da trasferire al bisogno, dimenticando, probabilmente, che il Servizio 13 – Innovazione, Modernizzazione e Gestione Banche Dati del Personale costituisce proprio un servizio del Dipartimento della Funzione Pubblica che la stessa dirige.

Proprio questo ha scatenato la feroce critica (una volta tanto motivata) di Sunseri che, nel suo editoriale, definisce “una mostruosità il fatto che il capo del personale riconosca di non essere in grado di fare il suo lavoro. Non sa esattamente cosa fanno i 17 mila dipendenti della regione, dove sono e, soprattutto, perché ci sono” (potete leggere l’articolo QUI).

Si è cercato, allora, di correre ai ripari con dichiarazioni successive riportate su Repubblica e sul Giornale di Sicilia di ieri, in cui si è cercato di spostare l’attenzione su altro.

Il flop dei trasferimenti non sarebbe dovuto al mancato aggiornamento della banca dati ma sarebbe colpa degli “inamovibili” (sindacalisti e lavoratori che usufruiscono dei benefici della legge 104).

Repubblica scrive che “il personale non si riesce a trasferire dove serve perché il lavoro nell’Isola del tesoro lo si vuole non solo nella stessa città dove si vive, ma anche sotto casa. E poi ci sono i sindacalisti e i beneficiari di legge 104 che sarebbero la causa principale del flop dei trasferimenti.

A complicare la situazione ci si mettono pure i dirigenti generali che si mettono di traverso: molti non vogliono perdere personale, anche se ce n’è necessità in altri dipartimenti, e per questo hanno mandato lettere di fuoco a Luciana Giammanco che sta coordinando tutta questa partita. «Anche i dirigenti generali che non rispettano i trasferimenti rischiano di vedersi revocare il contratto», avverte il governatore”.

Il Giornale di Sicilia riprende questi temi scagliandosi sui sindacati responsabili del flop dei trasferimenti (potete leggere l’articolo QUI).

Nessun giornalista però si sogna di fare una domanda semplicissima al Presidente, all’assessore o al capo del personale: ma esiste la rilevazione del fabbisogno di personale presso ciascun dipartimento? O si vuole spostare il personale “a occhio”, a seconda della percezione del dirigente generale pro tempore?

In questo caso quale migliore soluzione che la costituzione di un drappello di dipendenti che si sposta a destra o a manca per risolvere le varie esigenze, tipo i “salariati agricoli”, che si spostano: oggi per la raccolta dei meloni, domani per la raccolta di pomodori, dopodomani per la raccolta delle arance, etc.. Manca poi la nomina del “caporale” che potremmo eleggere democraticamente.

Una stampa libera dovrebbe chiedere al Presidente come mai non impone ai dirigenti generali quanto previsto dalla legge e cioè la rilevazione dei fabbisogni di personale a seguito della determinazione della pianta organica del proprio dipartimento, dichiarando gli esuberi, qualora ve ne fossero, o eventuali carenze di personale.

Paradossalmente, se tutti dovessero dichiarare sotto la propria responsabilità carenze di personale, si potrebbe procedere a bandire i concorsi per le figure professionali mancanti e alla riqualificazione del personale regionale in possesso di titoli e professionalità. A meno che non si ritenga di continuare a procedere sempre per questa strada raffazzonata, dando le colpe a questo o a quell’altro se le cose non funzionano.