Dirigenti. In Sicilia non valgono i tagli della legge Madia. Ci vuole il voto dell’Ars

GdS del 2 ottobre 2016 - Dirigenti. In Sicilia i Tagli non valgono
Giornale di Sicilia del 2 ottobre 2016. Per scaricare l’articolo dalla rassegna stampa Ars, clicca sopra l’immagine

Le uniche nonne della riforma Madia che sono immediatamente applicabili sono quelle contro i furbetti: i procedimenti disciplinari, e i licenziamenti rapidi, sono già una regola anche alla Regione.

I tagli allo stipendio e le regole per rendere più produttivi i dirigenti, introdotte a livello nazionale dalla riforma Madia, non si applicheranno in Sicilia. Almeno fino a quando l’Ars non recepirà le norme approvate a Roma.

Il capo del Personale, Luciana Giammanco, ha predisposto una relazione dove mette in evidenza che nessuna delle norme sui dirigenti è applicabile automaticamente: serve una «corposa» modifica della legge regionale in vigore, la famosa legge 10/2000.

La riforma Madia prevede, per esempio, che la retribuzione di ogni dirigente sia ancorata per il 30% alla valutazione dei risultati ottenuti in base a una griglia inserita nello stesso decreto. Oggi invece in Sicilia anche la parte variabile viene generalmente data a pioggia. La Madia ha anche previsto un meccanismo che impedisce ai dirigenti di restare senza incarico a parità di stipendio: chi non ha un ufficio da guidare perde tutta la parte accessoria della busta paga e anche un 10% in più per ogni anno in cui resta senza incarico. Dopo sei anni si rischia perfino di perdere il posto di lavoro o il demansionamento.

Record di regionali con permessi “104”. Il triplo della Toscana

Repubblica del 2 ottobre 2016 - Record di regionali con permessi 104
Repubblica del 2 ottobre 2016. Per scaricare l’articolo clicca sopra l’immagine

Scrive Repubblica. I numeri dei dipendenti che godono di permessi in base alla legge 104, perché disabili o chiamati ad assistere familiari malati sono imparagonabili a quelli del resto d’Italia. In Sicilia sono il 18 per cento dei regionali: il triplo della Toscana, quasi il doppio della Lombardia, più di Campania e Puglia. Qualcosa nella filiera delle certificazioni non funziona.

«In Sicilia non funzionano i servizi di assistenza e rimangono solo i parenti a dover accudire i disabili», dicono in coro Dario Matranga e Marcello Minio, segretari del Cobas-codir.

Il governatore Crocetta però non vuoi sentire parlare di legge 104 per trasferimenti che avvengono nella stessa città: «La legge 104 non può ostacolare il trasferimento del dipendente da un ufficio a un altro di Palermo, ho scritto una nota alla dirigente generale della Funzione pubblica Luciana Giammanco per non far valere l’inamovibilità dei dipendenti che vengono trasferiti a pochi metri o chilometri di distanza», dice Crocetta, che ha chiesto anche una verifica sulle deleghe sindacali «rilasciate dopo la notifica del trasferimento al dipendente».

Referendum costituzionale. Ecco cosa ha cercato di spiegare a Renzi il prof. Zagrebelsky nel confronto Tv su La 7

Ecco cosa ha cercato di spiegare a Renzi il prof. Zagrebelsky se Renzi, da ottimo conduttore di televendite, non avesse cercato di interrompere continuamente il professore provando anche a irriderlo (“io ho studiato sui suoi libri”) mentre il costituzionalista  cercava di parlare di contenuti e sostanza.

Un esempio su tutti: la storiella dei poteri del premier che restano immutati. Vero è che i poteri del premier non vengono toccati dalla riforma costituzionale, ma, cambiando tutto il contesto che va dal premio di maggioranza assegnato con l’italicum, alla nomina del Presidente della Repubblica, alla nomina dei giudici costituzionali e del CSM, il Presidente del Consiglio, di fatto, diventa il dominus incontrastato che potrebbe portare alla tanto paventata deriva autoritaria.

Referendum
Giusto per precisazione. Questo è un documento che circola in rete.

Prima di votare, chiedetevi perché i “POTERI FORTI” (Banchieri, industriali, speculatori, finanzieri, agenzie di rating) sono tutti a favore del Sì.
Chiedetevi se Banchieri, industriali, speculatori, finanzieri, etc. invitino a votare Sì per puro spirito di filantropia per guidare il popolo ignorante sulla strada giusta evitando che con il suo ostinato NO possa interrompere quelle riforme necessarie a diventare un paese ricco e felice dove tutti trovano un lavoro che gli piace e nel quale non sarà più necessario lavorare fino a 70 anni, o se, invece, la riforma contenga contenga quegli strumenti che possano consentire la tutela degli interessi dei “POTERI FORTI”.

Referendum costituzionale. Confindustria, Marchionne, Ambasciatore Usa, Agenzie di rating, banche, finanza internazionale, etc.. Tutti a favore del Sì. La gente comune qualche domanda se la dovrebbe porre