“Investi in Italia, gli stipendi sono bassi”, l’autogol della brochure del Governo

Ecco un altro motivo per cui i giovani scappano.

Come si convincono le aziende straniere ad insediarsi in Italia? Una strategia efficace è raccontare i vantaggi che il nostro territorio può offrire, ovviamente. Il governo Renzi ci prova con le riforme, l’ha fatto con Jobs Act e adesso col piano nazionale Industria 4.0. Ma lo scivolone è sempre dietro l’angolo: e dentro una recente brochure scritta dall’Italian Trade Agency, per conto del ministero dello Sviluppo economico, spuntata nella cartella stampa distribuita all’evento di presentazione di Industria 4.0 la settimana scorsa a Milano, mi sono imbattuta in un messaggio quantomeno controverso.

Il documento si chiama “Invest in Italy” e tra i motivi per cui vale la pena di venire in Italia evidenzia anche il nostro capitale umano. Giusto, si dirà: gli italiani sono brillanti. Vero. Peccato che la brochure sottolinei sopratutto un altro aspetto: «Un ingegnere in Italia guadagna in media un salario di 38.500 euro, quando in altri paesi europei lo stesso profilo ne guadagna mediamente 48.800»

Referendum. Campagna del governo per il sì. Le città tappezzate a spese nostre?

Referendum 2Mentre ci dicono che soldi non ce ne sono, non rinnovano i contratti e tagliano servizi, sanità, scuola e assistenza, il governo tappezza le città a nostre spese per la campagna in favore del sì al referendum.

Prima di votare, chiedetevi perché i “POTERI FORTI” (Banchieri, industriali, speculatori, finanzieri, agenzie di rating) sono tutti a favore del Sì.

Chiedetevi se Banchieri, industriali, speculatori, finanzieri, etc. invitino a votare Sì per puro spirito di filantropia per guidare il popolo ignorante sulla strada giusta evitando che con il suo ostinato NO possa interrompere quelle riforme necessarie a diventare un paese ricco e felice dove tutti trovano un lavoro che gli piace e nel quale non sarà più necessario lavorare fino a 70 anni, o se, invece, la riforma contenga contenga quegli strumenti che possano consentire la tutela degli interessi dei “POTERI FORTI”.

Referendum costituzionale. Confindustria, Marchionne, Ambasciatore Usa, Agenzie di rating, banche, finanza internazionale, etc.. Tutti a favore del Sì. La gente comune qualche domanda se la dovrebbe porre