Sicilia. Nel governo regionale è iniziata la resa dei conti. Crocetta: per me sarebbe stato peggio se avesse vinto il Sì

FaraoneSe avesse vinto il Sì, oggi Faraone e i suoi chiederebbero le mie dimissioni». Il governatore Rosario Crocetta assicura che non cerca vendette, ma apre a un possibile rimpasto che, verosimilmente, metterebbe in discussione proprio le poltrone degli assessori indicati in quota Faraone, e cioè Alessandro Baccei all’Economia e Vania Contrafatto all’Energia.

Il messaggio di Crocetta è chiaro: i renziani di area Faraone devono abbassare la cresta, e adesso la Finanziaria la detta lui.

Crocetta assicura di non volere sfiduciare Baccei, che vedrà oggi riservatamente, ma una cosa la dice chiaramente: «Non voglio vedere più una Finanziaria di austerity». Tradotto: adesso la linea economica deve passare da Palazzo d’Orleans.

Lettera a Renzi sulla Sicilia. Caro Matteo, hai capito perché in Sicilia hai perso. Proviamo a spiegartelo noi? (Fonte: LiveSicilia)

Rosario Crocetta2012Caro Matteo, guardaci come un uomo, non come un politico, chi – da siciliano, solo da siciliano – avrebbe potuto dire Sì?

Questo presidente della Regione, tale Saro da Gela, è politicamente impresentabile.

sei venuto a narrarci la favoletta dei sogni e del ponte, non nominando mai Saro, salvandolo, perché credevi di salvare te stesso. Hai visto con quale gratitudine ti ha ripagato? Saruzzo si è subito sfilato dalle macerie con un guizzo, ché nella disciplina olimpica della sottrazione di responsabilità è un campione del mondo. “Dimettermi? – ha detto -. Chi lo chiede strumentalizza il voto. Credo che in Italia se c’è qualcuno che non viene scalfito dall’esito del referendum sia proprio io. Io non ho mai attaccato il fronte del ‘No’, sono stato leale nei confronti del segretario del mio partito ma non penso di essere stato tra i falchi del ‘sì'”.

L’odissea delle strade siciliane, ventun percorsi interrotti. E per il referendum Renzi & co. sono scesi in Sicilia a parlare di ponte, alta velocità e pedaggi autostradali

Mezzi alternativi per CataniaVentuno strade interrotte, 19 provinciali e due “ex consortili”, per un totale di quasi 48 chilometri. Almeno tre delle sette strade statali definite dalla stessa Anas “abbandonate” che interessano la provincia di Palermo. E nel resto dei 2300 chilometri gestiti dalla ex Provincia, ora Città Metropolitana, decine di tracciati pericolosi, costellati di frane e buche e spesso simili a mulattiere borboniche.