Indennità ai dirigenti. È guerra tra gli uffici

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Giornale di Sicilia del 3 gennaio 2017. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

La vicenda sta provocando anche una guerra fra pari grado. Uno scontro che sta mettendo di fronte dirigenti di assessorati diversi, con molti «graduati» che accusano altri colleghi di avere tratto vantaggio da decisioni del governo molto contestate.

Fra l’estate e l’autunno la Regione ha riscritto la mappa interna degli uffici diminuendone il numero, poi ha rifatto la pesatura degli incarichi (cioè l’importanza di un ufficio rispetto a un altro) infine ha assegnato i budget per i premi. E proprio in questa fase si sarebbe verificata una discrezionalità che ha penalizzato alcuni uffici a vantaggio di altri a cui è stato assegnato molto di più.

Due ricorsi contro la legge ‘salva precari’, esposto alla Corte dei Conti e lettera al Consiglio dei Ministri

“Il tentativo pre elettorale, inserito nella legge ‘salva precari‘ di accantonare “momentaneamente” il 50% dei posti riservati all’esterno per bandire concorsi riservati ai precari rischia di essere sommerso da migliaia di ricorsi mettendo a serio rischio la loro stabilizzazione.

E’ la denuncia del Cobas/ Codir sindacato autonomo maggioritario dei dipendenti regionali che si scaglia contro la legge approvata il 28 dicembre dall’Ars. Una nuova tegola cade sulla norma che già di per se è concepita in modo da prestare il fianco ad ogni tipo di ricorso e difficilmente sarà in grado di ottenere il risultato di stabilizzare qualcuno.

Caltanissetta. A seguito della sentenza del Tar annullate le procedure di stabilizzazione. Revocato concorso interamente riservato ai precari

Le porcate di fine anno mettono a rischio il processo di stabilizzazione. Si apre sulla pelle dei “veri” precari la campagna pre elettorale dell’ARS

Per scaricare il comunicato clicca sopra l'immagine o vai al sito www.codir.it
Per scaricare il comunicato clicca sopra l’immagine o vai al sito www.codir.it

Palermo, 3 gennaio 2017

L’Assemblea regionale siciliana ha recentemente approvato il disegno di legge n. 1.278 (durante la seduta del 28 dicembre 2016), “Disposizioni in materia di autonomie locali e per la stabilizzazione del personale precario” pubblicata sulla GURS n. 58 del 31 dicembre 2016.

Oltre a varie disposizioni sul precariato siciliano, nella Legge c’è un apposito articolo (il numero 3), finanziato con circa 225 milioni di euro l’anno, inerente “Disposizioni per la stabilizzazione del personale precario” che riguarda il precariato dell’universo Regione ed enti collegati.

EVVIVA!! Sembrerebbe che, finalmente, la Regione voglia trovare una soluzione definitiva all’annoso problema del precariato. Tuttavia, leggendo l’articolato, si ha la sensazione che “gatta ci cova”.

Intanto la legge che vorrebbe mettere la parola fine al precariato apre, di fatto, le porte a nuovo precariato.Qualora tra il personale con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato non siano presenti figure professionali necessarie all’espletamento delle funzioni e dei servizi istituzionali gli enti locali possono instaurare rapporti di lavoro flessibile”, rivelandosi, chiaramente come una disposizione dal sapore pre elettorale di inattuabile applicazione.

Ma vi è di più! Conoscendo bene l’impudenza di questo governo e, in particolare, dell’assessore all’economia, che dovrebbe dimettersi da tempo visti i miseri risultati conseguiti nella nostra povera Sicilia, non è escluso che, tra le pieghe della legge approvata, si possa celare qualche recondito tentativo di assunzione di qualche lacché di corte nonché, magari, di talune categorie di precari regionali che hanno sempre rifiutato l’assunzione nelle aree A e B, pretendendo l’assunzione con i propri titoli di studio, SENZA CONCORSO, nelle aree della dirigenza e di funzionario. Per colpa di queste norme, se impugnate dal Consiglio dei Ministri, si mette a rischio l’intero processo di stabilizzazione di tutta la platea dei precari.

Il tentativo, poi, anch’esso pre elettorale, inserito nella legge di accantonare “momentaneamente” il 50% dei posti riservati all’esterno per bandire concorsi riservati ai precari rischia di essere sommerso da migliaia di ricorsi mettendo, anche qui, a serio rischio la loro stabilizzazione: “Il concorso pubblico infatti costituisce la forma generale ed ordinaria di reclutamento per il pubblico impiego e tale regola può dirsi rispettata solo quando le selezioni non siano caratterizzate da arbitrarie ed irragionevoli forme di restrizione dell’ambito dei soggetti legittimati a parteciparvi” (Corte costituzionale, sentenza 6 luglio 2004, n. 205).

Il COBAS/CODIR, al fine di contrastare queste sporche azioni clientelari, COME OGNI ANNO, scriverà al Consiglio dei Ministri (qualche anno fa era il Commissario dello Stato il destinatario) diffidandolo dal consentire l’applicazione di norme in contrasto con i più elementari principi della parità dei diritti sanciti dalla costituzione (5 mila ex precari regionali, laureati e diplomati, accettarono l’area A e B).

IL COBAS/CODIR predisporrà, inoltre, un circostanziato esposto alla Procura della Corte dei Conti al fine di differenziare e favorire la stabilizzazione del VERO precariato a fronte dei soliti raccomandati e portaborse.

L’ARS, QUINDI, ANCORA UNA VOLTA, DIMOSTRA DI AVERE, IGNOBILMENTE, GETTATO LA MASCHERA E MOSTRA IL SUO VERO GHIGNO BEFFARDO NEI CONFRONTI DEI SICILIANI ONESTI NEL TENTATIVO DI RAGGIRARLI, PER L’ENNESIMA VOLTA, CON LA PROSSIMA CAMPAGNA ELETTORALE.