In Francia stop a telefonate e mail dall’ufficio dopo le 18

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ItaliaOggi del 5 gennaio 2017. Per scaricare l’articolo clicca sopra l’immagine

In Italia il Jobs Act renziano con tutta la sua modernità non l’ha previsto. In Francia la Loi du travail, che porta la firma del ministro del lavoro socialista Myriam El Khomri, invece sì. Si chiama droit à la déconnexion e vuol dire che, dal 1° gennaio di quest’anno, se lavori in un’azienda con più di 50 dipendenti nessuno può chiamarti al telefono all’alba, inviarti un sms mentre sei in vacanza o una mail nel pieno della notte pretendendo, magari, una risposta immediata.

Ora tutto questo, in Francia, unico paese europeo a legiferare in materia, dovrebbe finire.

L’obiettivo è ben chiaro: «assurer le respect des temps de repos et de congé ainsi que de la vie personnelle et familiale», assicurare il rispetto assoluto dei tempi di riposo e di ferie perché un conto è la vita lavorativa, il tempo dedicato all’azienda, un altro la vita personale e familiare.

Inchiesta di Repubblica. L’Italia degli imboscati. Inabilità al lavoro e permessi, ecco tutte le carte false

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Repubblica dell’8 gennaio 2017

COSA dobbiamo pensare quando a Palermo 270 netturbini hanno potuto esibire un certificato medico che vieta loro di spazzare le strade; quando in Calabria oltre la metà del personale sanitario riesce a farsi trasferire dietro una scrivania e il 50 per cento dei dipendenti della protezione civile lavora al centralino; quando a Como gli operai assunti dal Comune diventano di colpo impiegati; quando a Pescara 50 infermieri e operatori socio-sanitari svolgono mansioni solo amministrative; quando a Firenze il 40 per cento dei vigili urbani passa più tempo in ufficio che in strada?

Ecco a voi l’Italia degli imboscati.

Sorpresa dalla Brexit l’economia cresce smentiti i catastrofisti. Il mea culpa del capo economista della Banca d’Inghilterra: “È dal 2008 che sbagliamo previsioni”

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Corriere della Sera del 7 gennaio 2017

Andy Haldane non è stato l’unico in verità ad avere disegnato scenari da incubo: il fronte pro Unione ha agitato a lungo l’arma (perdente) del terrore allo scopo di convincere gli elettori incerti.

A distanza di sei mesi e con in mano i dati della produzione, dell’occupazione e della Borsa di Londra, Andy Haldane alza le mani e chiede scusa: più che i mercati e più che l’economia britannica traballano gli economisti che leggono male il futuro. Abbiamo sbagliato tutto nel 2008 con il terremoto finanziario e abbiamo sbagliato di nuovo tutto con la Brexit.


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Repubblica del 7 gennaio 2017. Per scaricare l’articolo clicca sopra l’immagine

La forte tenuta dell’economia nei sei mesi dopo il referendum del 23 giugno sta provocando grande imbarazzo nella Banca d’Inghilterra, che aveva previsto una recessione in caso di vittoria del “Leave”. Giovedì, il capo economista Andrew Haldane ha accostato le analisi della banca centrale a quelle del meteorologo britannico Micheal Fish, che poche ore prima della “Grande Tempesta” del 1987 aveva detto sulla BBC che non ci sarebbero stati uragani.

Nel caso britannico, nonostante le previsioni buie della maggior parte degli esperti, sull’economia ha continuato a splendere il sole. Il prodotto interno lordo è cresciuto dello 0,6% nel terzo trimestre e, negli ultimi tre mesi dell’anno, gli indicatori sull’attività dei diversi settori fanno presagire una crescita dello 0,5%.

Quasi 5 milioni di indigenti raddoppiati in otto anni

Repubblica del 3 gennaio 2017

Si è allargata a macchia d’olio la povertà in Italia, durante questa crisi senza fine. Se nel 2007, prima della grande recessione, erano 1,8 milioni le persone sotto la soglia di indigenza assoluta calcolata dall’Istat, nel 2015 quel numero è più che raddoppiato: 1 milione e 582 mila famiglie, pari a 4 milioni e 598 mila cittadini, il 7,6% della popolazione. Prima, la povertà toccava solo alcune parti della nostra società, ora le raggiunge tutte.

Repubblica – Quasi 5 milioni di indigenti raddoppiati in otto anni