Abolizione della 3ª fascia e transito dei dirigenti alla 2ª fascia per adeguarsi alla normativa statale? Le cose non stanno proprio così
L’emendamento recita testualmente: “al fine di uniformare la legislazione regionale in materia di pubblico impiego a quella statale……“. Peccato che la Corte Costituzionale con la sentenza n. 251/2016 abbia dichiarato incostituzionali diversi punti della legge delega relativa alla Riforma Madia (legge 124/2015) bocciando, tra l’altro, il decreto attuativo sulla dirigenza pubblica. Il decreto non è stato promulgato e, di fatto, è decaduto.
Cliccando sul link che segue (Legge 124/2015: i testi definitivi dei Decreti attuativi) potete verificare i testi definitivi dei Decreti attuativi pubblicati in gazzetta ufficiale e quelli decaduti (tra cui quello sulla disciplina della dirigenza della Repubblica).
In conclusione, a cosa uniforma l’emendamento proposto se, di fatto, la dirigenza statale continua a essere suddivisa su 2 fasce? L’emendamento proposto, ammesso e non concesso che venga approvato dall’Ars, supererebbe l’esame del CdM?
Ma questo ha poca importanza. É secondario. La campagna elettorale incombe e tutto fa brodo per acquistare visibilità e consenso.
Ma poi, è tutto oro quello che luccica?
Ecco un articolo molto eloquente di circa 7 mesi fa, pubblicato su “Il Sole 24 Ore” che spiegava la riforma e che consiglio di leggere attentamente, a meno che non si immagini una riforma “a trasi e nesci”. Buona lettura…
- Il Sole 24 Ore – Dirigenti Pa, primo sì alla riforma. Ecco che cosa cambia