Matteo Renzi raccontato da Ferruccio De Bortoli ex direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore

Il Giornale del 10 maggio 2017. Per scaricare l’articolo, clicca sopra l’immagine

Ecco alcuni passaggi del libro di Ferruccio De Bortoli giornalista italiano, due volte direttore del Corriere della Sera, dal 1997 al 2003 e dal 2009 al 2015, nonché direttore del Sole 24 Ore dal 2005 al 2009.

Matteo Renzi è un grande comunicatore. È una delle sue tante qualità. Ma forse lo è persino troppo.

Renzi ha la leadership nel sangue, la alimenta sin da giovane, ma dà l’impressione costante di non riconoscere radici né di preparare eredità. C’è lui e basta.

in dal momento della sua formazione, la preoccupazione di Renzi è stata solo quella di garantirsi una quota di potere personale, esercitabile con i suoi più fidati collaboratori, Maria Elena Boschi e Luca Lotti, non di far sì che il governo retto dal suo ministro degli Esteri, espressione del partito di cui è segretario, sia messo nella condizione di fare il meglio possibile. È un atteggiamento da statista? Non mi sembra. (…). L’ossessione dell’istante, la concentrazione sul presente e la visione tolemaica del potere, sono tratti significativi anche della comunicazione di Renzi. (…).

Per non parlare della catastrofe economica di cui sarebbe stato vittima il paese se avesse vinto il No al referendum.

La sua bramosia di potere, il suo protagonismo esasperato che aveva ridotto alcuni ministri a deboli comparse. La sua tendenza a circondarsi di amici, più fedeli che leali.

Salta la finanziaria bis. Legge a parte per fusione Anas-Cas

La Sicilia del 10 maggio 2017. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

Finisce nelle sabbie mobili il collegato con gli 89 articoli, la cosiddetta finanziaria bis. L’unica norma che un pezzo del Parlamento tenterà di portare in aula, la data è quella del 18 maggio, è quella che prevede la fusione tra Consorzio autostrade siciliane (Cas) e Anas: l’emendamento al collegato, come suggerito dal presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, sarà trasformato in un disegno di legge ad hoc. Un percorso che però non convince alcuni deputati della maggioranza preoccupati che portare il ddl in aula prima del collegato, che interesse a molti parlamentari per la quantità di norme, significherebbe decretarne la morte.