Il 15 maggio festa dell’autonomia?

Il 15 maggio ricorre l’anniversario della promulgazione dello Statuto speciale dell’Autonomia della Regione siciliana ma la Festa dell’Autonomia Siciliana, intesa come festa civile, non esiste.

In particolare, non esiste alcuna legge regionale che la istituisce, e comunque, anche se qualcuno avesse proposto una legge di questo tipo, sarebbe stata impugnata dal Commissario dello Stato poiché la materia relativa alle festività e solennità nazionali e civili spetta necessariamente al legislatore nazionale.

L’unica fonte normativa esistente per l’anno 2010 è l’art. 3 del decreto dell’assessore ai beni culturali, ambientali e pubblica istruzione, del 29 luglio 2009 che nel confermare per l’anno scolastico 2009/2010 il calendario delle festività nazionali, ivi compresa la Festa del Santo Patrono, e la data di inizio degli Esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore, stabiliti dal Ministero, aggiunge che l’ attività scolastica nelle scuole dell’infanzia, e le lezioni nelle scuole primarie, secondarie di 1° grado, e negli Istituti e Scuole di istruzione secondaria di 2° grado sono sospese nei periodi dal 21 dicembre 2009 al 6 gennaio 2010 per le vacanze di Natale e dal 1 aprile al 6 aprile 2010 per quelle di Pasqua ed il 15 maggio 2010 quale “vacanza” per l’Autonomia Siciliana.

Una festività simile esiste anche nella regione Sardegna, la “Sa die de sa Sardigna“.

Sa die de sa Sardigna è una giornata di festività istituita dal Consiglio regionale della Sardegna con la Legge Regionale 14 settembre 1993, n. 44, nominandola Giornata del popolo sardo.

La festività vuole ricordare la sommossa dei vespri sardi del 28 aprile 1794 che costrinse alla fuga da Cagliari il viceré Vincenzo Balbiano e i funzionari sabaudi, in seguito al rifiuto di soddisfare le richieste dell’allora Regno di Sardegna per riservare ai sardi le cariche pubbliche, un Consiglio di Stato a Cagliari, vicino alla sede del viceré e l’istituzione a Torino di un Ministero per gli affari della Sardegna. Rientrata la rivolta, alcune richieste furono accolte nel 1796.

In occasione della festività, diversamente dalla festa del santo patrono, gli uffici pubblici dell’isola rimangono aperti, mentre chiudono le scuole.

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Sa_die_de_sa_Sardigna

Assessore Lantieri, ‘cca nisciuno è fesso! Una farsa pre-elettorale in tanti atti

Per scaricare il comunicato clicca sopra l’immagine o vai al sito www.codi.it

Palermo, 15 maggio 2017

PRIMO ATTO – Com’è noto, nei mesi scorsi, a seguito dell’emanazione di una circolare restrittiva sui permessi ex legge 104 (a parere dei più illegittima) da parte del dipartimento Funzione pubblica, l’assessore al ramo Luisa Lantieri, ha immediatamente preso le distanze dalle decisioni della “sua” dirigente generale anche attraverso dichiarazioni pubbliche sulla stampa. A questa presa di distanza, però, non è seguito, ancor oggi, alcun atto concreto che imponesse al Dipartimento Funzione pubblica di revocare la circolare. Addirittura, dopo che l’ARAN Sicilia, sollecitata dal COBAS/CODIR, si è espressa chiaramente contro l’applicazione illegittima della legge nazionale che tutela i disabili, l’assessore Lantieri ha trovato anche l’ardire di dichiarare alla stampa che lei “era stata la prima a dire che la circolare era sbagliata”; come se l’assessore alla Funzione pubblica fosse un’altra persona! Morale della favola: tutto resta, a oggi, come malamente interpretato ovvero impastoiato nell’illegittimità.

SECONDO ATTO – Sui mancati rinnovi contrattuali, l’assessore Lantieri, il 7 maggio scorso (forse inebriata dall’imminente campagna elettorale?), ha dichiarato alla stampa presunti aumenti mensili per il comparto e la dirigenza privi di qualsiasi fondamento come se lei stessa non sapesse, fin troppo bene, delle irrisorie e insufficienti somme postate nella recentissima legge di bilancio approvata.

TERZO ATTO – L’assessore Lantieri viene colta con le dita nella marmellata. Dopo avere dichiarato di essere dalla parte dei lavoratori regionali (in quanto essa stessa dipendente regionale) ha, invece, votato a favore della rapina al Fondo Pensioni Sicilia, inserita in finanziaria 2017: i soldi dei lavoratori regionali accantonati nel Fondo per la previdenza diventano così una specie di bancomat per fare cassa per la spesa corrente attraverso l’acquisto di immobili fasulli, in gran parte inutilizzabili.

QUARTO ATTO – Dopo anni di silenzio (che ha portato anche al congelamento antidemocratico delle agibilità sindacali) l’assessore Lantieri convoca per il 18 maggio prossimo i sindacati per discutere del personale addetto alla catalogazione di cui alla legge regionale 24/2007, ovvero per dare seguito alla “promessa pre-elettorale” di immissione di questo personale nei ruoli regionali in C2 e D2.

QUINTO ATTO – L’assessore Lantieri fa parte del governo regionale che si accinge ad approvare il “collegato alla finanziaria” (giorno 18 maggio dovrebbe iniziare la discussione all’ARS) nella quale si prevede l’abolizione dell’ARAN Sicilia senza alcuna specifica salvaguardia per il contratto dei regionali.

SESTO ATTO – L’assessore Lantieri scrive, la settimana scorsa, all’ARAN Sicilia (della quale hanno previsto la soppressione!) per chiedere di “riprendere”, senza alcuna direttiva del governo, le trattative con i sindacati per i rinnovi dei contratti di comparto e dirigenza (trattativa invece mai avviata prima).

SEI ATTI DI FARSA ESILARANTI, FORTEMENTE CONTRADDITTORI E PROVOCATORI, PORTATI AVANTI NEGLI ULTIMI MESI CON LA COMPLICITA’ DEL GOVERNO REGIONALE!

Il COBAS/CODIR non consentirà che i dipendenti regionali del comparto e della dirigenza vengano raggirati con le solite promesse da marinaio in questo periodo pre-elettorale e non sarà disponibile a partecipare a “incontri-farsa” volti al solo tentativo, ormai improbabile, di riaccaparrarsi la fiducia dei regionali (a pochi mesi ormai dalle elezioni), soprattutto se prima il governo non rimpinguerà in modo dignitoso le somme per i rinnovi giuridici ed economici (necessari almeno 45 milioni di euro in più).

Dodici adempimenti possono bloccare le nuove assunzioni

Il Sole 24 Ore dell’8 maggio 2017. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

Le importanti novità sul fronte delle assunzioni rischiano di vanificarsi se l’ente locale non dimostra il rispetto di una serie di 12 adempimenti che coinvolgono varie fasi gestionali, dalla programmazione delle risorse alla rendicontazione dei risultati raggiunti. Le percentuali In base all’articolo 22 del Dl 50/2017, nei Comuni con più di mille abitanti, per gli anni 2017 e 2018, le facoltà assunzionali a tempo indeterminato per le qualifiche non dirigenziali sono infatti innalzate al 75% (non più 25%) della spesa.

Oltre ai parametri normativi, l’effettiva attivazione delle procedure di reclutamento richiede anche la verifica del rispetto di una serie di condizioni. Innanzitutto, come prevedono l’articolo 91 del Tuel e l’articolo á del Digs 165/2001, il programma triennale dei fabbisogni del personale deve essere elaborato, in coerenza con la dotazione organica dell’ente, su proposta dei dirigenti competenti che individuano i profili professionali necessari allo svolgimento dei compiti istituzionali delle loro strutture. La programmazione del personale comprende anche l’adozione del piano triennale delle azioni positive e pari opportunità e la verifica dell’assenza di posizioni professionali in sovrannumero. Per procedere a nuove assunzioni occorre inoltre che l’ente abbia adottato il Piano della performance e rideterminato la dotazione organica.

Tremila euro di multa per una pipì in strada

Corriere della Sera del 21 aprile 2017. Per scaricare l’articolo clicca sopra l’immagine

Certo che siamo un paese veramente strano. Forte con i deboli e debole con i forti.

Abbiamo una variegata infinità di traffichini, faccendieri, speculatori, politici corrotti che riescono sempre a farla franca e poi siamo inflessibili con un ragazzo a cui scappa la pipì per strada senza capire il perché.

Si dovrebbe invece aprire un’inchiesta seria sulle Ferrovie che hanno chiuso e convertito a pagamento i WC di tutte le stazioni d’Italia.

Si dovrebbe revocare la licenza di tutti quei locali pubblici che impediscono l’accesso al WC se non previa consumazione.