Contratto dipendenti pubblici. La direttiva Madia è pronta ma resta il nodo risorse per i rinnovi. Si cercano 2,5 miliardi

Il Sole 24 Ore del 20 maggio 2017

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo che introduce modifiche e integrazioni al Testo unico del pubblico impiego quali, ad es., le nuove norme in materia di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti (che ora possono essere licenziati non solo in caso di assenze ingiustificate – i cd. furbetti del cartellino – ma anche in caso di “reiterata valutazione negativa” nell’arco di un triennio) e il polo unico Inps per le visite fiscali (con visite fiscali mirate e ripetute). “Ora – ha dichiarato il ministro Madia – abbiamo le carte in regola da punto di vista normativo” per “riaprire la stagione contrattuale“.

A non essere in regola sono le risorse necessarie per raggiungere gli «85 euro medi» di aumento a regime scritti nell’intesa del 30 novembre scorso fra governo e sindacati. Mancano ancora 2,5 miliardi (che non sono certo bruscolini).

Il rischio potrebbe essere quello che le nuove norme giuridiche (peggiorative) entrino in vigore prima dell’aumento contrattuale.

In ogni caso il Ministro ha già da tempo dichiarato che l’indicazione sarà quella di privilegiare nei ritocchi salariali le fasce di reddito più basse, in una sorta di piramide rovesciata che dovrebbe offrire meno a chi sta più in alto nella scala degli stipendi.

Baccei si è già premurato di dire che “la Regione la stessa operazione che farà lo Stato, L’aumento avrà le stesse percentuali. E se lo stato inserirà meccanismi premiali, lo stesso faremo anche noi”.

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«La stampa è, come si usa dire, il quarto potere. La separazione dei poteri porta con sé, come ha scritto Repubblica, la separazione dei doveri. E quindi il magistrato cerca le prove, il giornalista pubblica le notizie». Dice così Vladimiro Zagrebeisky, ex giudice della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo.