Crocetta e Baccei: «Con noi evitato il dissesto». Ma negli ultimi 5 anni il debito della Sicilia è cresciuto di oltre il 41 per cento.

Ogni siciliano nasce già con un debito sulle spalle di quasi 1.500 euro. È questo il “peso” che è costretto a portare, spesso a sua insaputa, ogni abitante dell’Isola. La cosiddetta “ quota pro-capite” del debito complessivo della Regione siciliana: oltre 8 miliardi di euro. Un dato, quello del debito che i governi regionali hanno fatto ricadere su ogni siciliano, messo nero su bianco nell’ultimo giudizio di parifica della Corte dei conti.

Numeri che, tra l’altro, sono assai peggiorati da quando a governare è Rosario Crocetta. Anche questo è rinvenibile nell’impietoso giudizio contabile che ha costretto, tra l’altro, la Corte a “sospendere” la parifica.


Crocetta e Baccei: «Con noi evitato il dissesto»

Statali, i contratti azzerano la spending review

Il Sole 24 Ore del 2 luglio 2017

La prossima settimana entreranno nel vivo le trattative ufficiali sul rinnovo dei contratti degli oltre tre milioni di dipendenti pubblici. È atteso a giorni il via libera del ministero dell’Economia alla direttiva “madre” della Funzione pubblica, dedicata alla pubblica amministrazione centrale (ministeri, fisco, enti pubblici e così via), che sarà replicata più o meno fedelmente in amministrazioni territoriali, scuola e sanità. Il processo si chiuderà in inverno, con la prossima legge di bilancio. E, inevitabilmente, cancellerà i risparmi dell’unica voce di spesa pubblica corrente (interessi a parte, che però hanno goduto dello scudo della Bce più che delle politiche nazionali) che in questi anni è diminuita davvero: la spesa per il personale.

Il governo contesta la legge che tutela i precari

Il Fatto Quotidiano del 2 luglio 2017

Poche righe nascoste nel chilometrico ordine del giorno del Consiglio dei ministri convocato mercoledì. Tanto basta per far arrabbiare migliaia di precari esternalizzati della sanità laziale. Lavoratori, alcuni all’opera da quasi 20 anni, con i quali l’amministrazione di Nicola Zingaretti aveva preso un impegno: nei prossimi concorsi per le assunzioni la loro esperienza nel servizio pubblico avrebbe migliorato il punteggio. Non una stabilizzazione diretta, insomma, ma solo punti in graduatoria. 

Questo prevede una legge regionale approvata due mesi fa. Tale norma, però, sarebbe incostituzionale secondo il governo che l’ha rimandata alla Consulta. Ora i giudici potrebbero abrogarla e costringere medici e infermieri “appaltati” a giocarsela alla pari con tutti gli altri nelle future selezioni.