Riscatto laurea. Il Cobas/Codir chiede di uniformarsi alla giurisprudenza della Corte dei Conti

La Sezione giurisdizionale di Appello della Corte dei Conti per la Regione Siciliana con sentenze n.176 del 22/4/2014 e n.166 del 5/6/2012 e, da ultimo, la Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Regione Siciliana in composizione monocratica con sentenza n.620/2016, hanno definitivamente affermato il principio che il riscatto anche parziale del periodo del corso legale di laurea debba essere calcolato ai sensi dell’art. 77 della legge regionale 29 ottobre 1985, n. 41 e del richiamato articolo 9 della legge regionale 3 maggio 1979 , n. 73, che, a sua volta, sostituisce l’articolo 30 della legge regionale 23 febbraio 1962, n. 2.

Nonostante ciò, ancora oggi sembrerebbe che gli Uffici Gestione Giudica del Personale del Dipartimento della Funzione Pubblica continuino a definire le istanze di riscatto laurea secondo la legislazione statale per i dipendenti del comparto non dirigenziale e secondo la legislazione regionale più favorevole per i dirigenti, malgrado la Regione sia stata condannata più volte alla restituzione di somme indebitamente versate, maggiorate di interessi e rivalutazione monetaria.

L’effetto Renzi sui sondaggi continua: il Pd crolla al 24%. Renzi è un estremista. Anche la cugina passa con i fuoriusciti

Corriere della Sera del 15 luglio 2017

Elisa Simoni, cugina di Renzi annuncia la sua uscita dal Pd: «Ha trasformato il Pd in un partito di centrodestra». «Nel Pd non ci sono più spazi di agibilità politica per una minoranza. Infatti, mi creda, non sarò l’ultima ad andarmene, mi creda». «Il Pd di Renzi assomiglia sempre di più alla Forza Italia del ‘94, con la differenza che Berlusconi allora vinse. Dentro il partito, l’aria è diventata irrespirabile da un po’. Nell’ultima direzione, poi, Matteo ha detto chiaro e tondo che quello era il treno e, per chi non gradiva, non rimaneva che scendere. Ecco, sono scesa».


Il Fatto Quotidiano del 15 luglio 2017

L’effetto Renzi non si ferma più: il Pd precipita nei sondaggi al 24%. I democratici sono ormai sotto la quota ottenuta alle elezioni del 2013 e sotto la somma delle destre. Reggono i consensi dei Cinque Stelle mentre si rafforza la sinistra di Bersani e D’Alema

Furbetti Pa, così la sospensione sprint

Il Sole 24 Ore del 13 luglio 2017

I decreti legislativi approvati recentemente in tema di pubblico impiego (il Dlgs 75/172 e il testo approvato lunedì scorso in via definitiva dal Consiglio dei ministri, in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) hanno cambiato in misura rilevante la disciplina dei licenziamenti dei dipendenti pubblici, sia dal punto vista della procedura, sia da quello delle sanzioni applicabili.

La procedura cambia per i dipendenti colti in flagranza per la commissione di illeciti che, ai sensi del Testo unico sul pubblico impiego, sono sanzionati con il licenziamento (assenteismo, gravi o reiterate violazioni dei codici di comportamento, illeciti dolosi o gravemente colposi, reiterata violazione di obblighi concernenti la prestazione lavorativa, insufficiente rendimento, ecc.).

Per tutti questi illeciti, le nuove regole introducono una procedura accelerata, che comporta sospensione dal servizio del dipendente colto in flagranza, entro le successive 48 ore dal fatto (commi 3 bis e 3 ter).

I furbetti del cartellino ora rischiano «Licenziamento entro 30 giorni»

Corriere della Sera dell’11 luglio 2017

Dopo un lungo tira e molla, che ha visto anche l’intervento della Corte costituzionale, i furbetti saranno licenziabili con procedure rapide.

Ieri, infatti, il consiglio dei ministri, su proposta della ministra per la Pubblica amministrazione, Marianna Madia, ha approvato in via definitiva il decreto legislativo in materia, in attuazione della legge delega di riforma della pubblica amministrazione (la numero 124 del 2015).

I furbetti del cartellino verranno sospesi in via cautelare dal servizio, senza stipendio, entro 48 ore dalla scoperta della falsa attestazione di presenza. Se il fatto verrà confermato, il licenziamento scatterà al massimo entro 30 giorni, durante i quali il lavoratore potrà esercitare il proprio diritto di difesa. Il dipendente licenziato sarà inoltre denunciato all’autorità giudiziaria per danni all’immagine della pubblica amministrazione.
Sanzioni sono previste anche per chi deve far valere la procedura e non lo fa. Per i dirigenti inadempienti si configura la responsabilità civile solo per dolo e colpa grave. Il dirigente rischia comunque a sua volta il licenziamento se omette di sospendere dal servizio immediatamente (entro le 48 ore) il furbetto colto sul fatto e non attiva il procedimento disciplinare nei suoi confronti.