Ricalcolo retroattivo dei vitalizi dei parlamentari. Intervista a Cesare Damiano. Pericoloso precedente. Rischio ricalcolo per le pensioni degli italiani

Corriere della Sera del 27 luglio 2017

Dopo il sì della camera sui vitalizi, l’ex sindacalista ed ex ministro Cesare Damiano lancia l’allarme sulle pensioni. Il motivo lo spiega in una intervista al Corriere della Sera: “Lo strumento utilizzato per ridurre il vitalizio ai politici è pericoloso, perché apre una breccia nel principio che non si possono cambiare retroattivamente le pensioni. Comprese quelle degli operai. Ora il varco è aperto. D’altra parte quando arrivò all’Inps, Tito Boeri proponeva il ricalcolo dei trattamenti in essere, compresi i vitalizi, ‘non per cassa ma per equità’. E diceva che ‘gli importi delle quote retributive delle pensioni liquidate dal fondo pensioni lavoratori dipendenti vengono rideterminati applicando una riduzione alle quote retributive’. E lo ipotizzava per le pensioni dai 3.500 euro in su. Queste idee circolano e secondo me sono devastanti”.

La Camera ha approvato il “ricalcolo” dei vitalizi dei parlamentari

Corriere della Sera del 27 luglio 2017 – Editoriale di Massimo Franco

La Camera ha approvato la cosiddetta “proposta Richetti”, una riforma del trattamento pensionistico dei parlamentari e degli altri eletti, che prevede due modifiche principali: la riduzione dei vitalizi percepiti dagli ex parlamentari e l’innalzamento dell’età pensionabile per i parlamentari attuali e futuri. La legge ora dovrà passare in Senato.

Attualmente circa 2.600 ex parlamentari ricevono in tutto 193 milioni di euro netti di vitalizio, ogni anno. La proposta Richetti prevede di ricalcolare con il metodo contributivo l’importo del loro assegno. Significa che gli ex parlamentari riceveranno un assegno proporzionato ai contributi che hanno versato e non calcolato sulla percentuale dei loro ultimi stipendi. Secondo i calcoli dell’INPS, ci sarà una riduzione del 40 per cento: annualmente gli ex parlamentari passeranno dal ricevere una media di 56.830 euro a una media di 33.568 euro. Numerosi parlamentari ed esperti sostengono però che la legge sia incostituzionale: la Corte potrebbe decidere di bocciarla perché “retroattiva”, cioè perché tocca cosiddetti “diritti acquisiti”.

In alto l’editoriale di Massimo Franco. Da leggere….