In pensione prima del tempo ma con gli interessi da pagare. Con l’APE occorrerà pagare per andare in pensione

Il Giornale del 5 settembre 2017

L’Ape è un acronimo che sta per anticipo pensionistico. È un prestito commisurato e garantito dalla pensione di vecchiaia, erogato da una banca o un’assicurazione in quote mensili per 12 mensilità, che il beneficiario otterrà alla maturazione del diritto.

A differenza di quella social destinata a categorie di cittadini in situazioni di disagio (sottoposte a lavori usuranti o che assistono persone in difficoltà) e non soggetta a penalizzazioni, l’Ape volontaria riguarda tutti i lavoratori. Pubblici, privati, autonomi e iscritti alla gestione separata Inps. Non chi aderisce a casse autonome. Consiste in un assegno mensile che faccia da ponte e permetta di anticipare l’uscita dal lavoro fino a tre anni e sette mesi prima dell’età pensionabile. 

I REQUISITI

Sono quelli dell’età, cioè l’avere compiuto 63 anni entro il 31 dicembre del 2017 e avere maturato almeno 20 anni di contributi. Devono mancare alla pensione al massimo 3 anni e sette mesi, con una certa flessibilità dovuta agli eventuali aumenti dell’età pensionabile dovuta alle speranze di vita.

L’Ape viene erogata in rate mensili. Al momento del raggiungimento dell’età pensionistica, l’Inps procederà a erogare la pensione al netto della rata di ammortamento che include restituzione del capitale, interessi e assicurazione. La pensione tornerà a essere completa dopo vent’anni dal pensionamento. Se il pensionato muore prima di aver restituito interamente il prestito, ci penserà l’assicurazione a pagare il debito residuo. L’eventuale reversibilità verrà corrisposta senza decurtazioni.

A QUANTO AMMONTA L’APE

Il massimo che si potrà ottenere è il 90% del netto, se l’anticipo non supera i 12 mesi. La percentuale scende all’85% se è fino a 24 mesi, 80% fino a 36 e 75% da fino a 43 mesi.

ALCUNI ESEMPI

Il conto dell’anticipo pensionistico lo pagano i diretti interessati. In cambio di tre anni e sette mesi di libertà dal lavoro, un pensionato da 3.000 euro lordi al mese (circa 2.100 netti), avrà un assegno anticipato di poco superiore ai 1.600 euro. Poi, una volta maturati i requisiti per la pensione regolare, dovrà restituire 330 euro al mese. Il suo assegno sarà di 1.780, tra il 13 e il 15% in meno di quanto avrebbe percepito senza anticipo. In tutto, sui 20 anni, sono circa 86 mila euro, a fronte di un prestito di 57.600 euro. Con una pensione che al momento della domanda è di 4.000 euro lordi al mese (2.700 netti), il trattamento anticipato sarà intorno ai 2.000 euro. La rata mensile da restituire al termine dei tre anni, 2.200 euro al mese, con una trattenuta di 421 euro. Con una pensione netta di 1.500 euro, sempre per 36 mesi, di potrà ottenere 1.170 euro al mese e poi una pensione definitiva di 1.300 euro al mese, decurtata per 20 anni per circa 240 euro.

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