Anticipazione indennità di buonuscita e trattamento di fine rapporto – richiesta uniformità di trattamento

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Nella Regione Siciliana succede anche questo: ad oltre 5000 dipendenti (che vivono con stipendi mensili di 1000 euro) non viene riconosciuto il diritto all’anticipazione del TFR di cui, invece, gode tutto il resto del personale nonché tutti i dipendenti pubblici e privati.

Nello specifico si parla del diritto sacrosanto di potere richiedere l’anticipazione del proprio TFR per cure mediche per se o per i propri familiari o per l’acquisto della prima casa che, incredibilmente, per dei cavilli burocratici viene negato a tutti quei dipendenti che sono stati assunti dalla Regione Siciliana a vario titolo a decorrere dall’1 gennaio 2001.

I dipendenti dell’Amministrazione regionale, risultano, pertanto, suddivisi in due categorie a cui vengono applicati due diversi regimi di trattamento di fine servizio: più favorevole per coloro che sono stati assunti prima del 31 dicembre 2000 e che godono del cd “regime di buonuscita”; molto più penalizzante per coloro che sono stato assunti dopo tale data.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

Una risposta a “Anticipazione indennità di buonuscita e trattamento di fine rapporto – richiesta uniformità di trattamento”

  1. Come al solito ci si accorge di squilibri notevoli tra dipendenti pubblici, dopo che da decenni i Parlamenti hanno prodotto disparità irragionevoli non solo tra i diversi lavoratori della P. A. ma anche tra i dipendenti della stessa Amministrazione. Il più clamoroso è stato la norma che ha permesso fino al 2012 nella Regione Siciliana di andare in quiescenza con appena 25 anni di contributi a chi accudiva un disabile grave. Mentre un collega dello stesso Ufficio che non aveva un familiare disabile grave o addirittura anche se lo aveva ma era stato assunto dopo il 1986, doveva aspettare 40 anni di servizio. E tutto questo anche se l’A.R.S. aveva approvato una legge nel febbraio 2007 che equiparava i dipendenti assunti dopo il 1986 a quelli più vecchi, sanando dopo dieci anni questa irregolarità. Ma nell’agosto dello stesso anno lo stesso legislatore ha cancellato tutto, ripristinando la vecchia disparità.

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