Così il dirigente si premia da solo (di MARCO RUFFOLO)

Repubblica del 19 giugno 2017

Non è difficile indovinare i voti assegnati nel nostro Paese a ministeri, enti pubblici, comuni e regioni per i servizi resi ai cittadini, quando a dare quei voti sono i dirigenti di quegli stessi ministeri, enti pubblici, comuni e regioni. Tutti promossi, ovviamente, senza se e senza ma. Basta sfogliare gli ultimi documenti dei cosiddetti “valutatori” per rendersene conto.

Finiscono tutti nello stesso modo, persino con le stesse parole in stretto slang burocratese: “Tutto ciò premesso, l’Oiv valida…”. Oiv è l’acronimo per Organismo indipendente di valutazione. Ma si può esser certi che di indipendente non ha proprio nulla. Ce n’è uno in ogni amministrazione. Li ha introdotti nel 2009 l’ex ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, quando si cominciò a voler dare le pagelle a chi ci amministra, con tanto di premi e penalità a seconda dei risultati raggiunti. E subito ci si ingegnò a escogitare i sistemi per aggirare la legge. Nel nostro Paese, in genere, si fa così: i controllori vengono messi alle dipendenze dei controllati e il gioco è fatto. E’ un classico che abbiamo visto ripetersi infinite volte. Ma in questo caso si è andati oltre: i controllori sono stati scelti tra gli stessi controllati, cioè tra i dirigenti pubblici dell’amministrazione finita sotto esame, o tra esperti esterni compiacenti, spesso privi di qualsiasi requisito professionale. Insomma, una vera e propria autovalutazione.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

2 Risposte a “Così il dirigente si premia da solo (di MARCO RUFFOLO)”

  1. Ma perché, il controllo di gestione utilizzato negli uffici regionali funziona forse diversamente? Per non parlare poi del “giudizio di parifica” emesso ogni anno dalla Corte dei Conti. L’elemento critico su cui i due sistemi si fondano è analogo e, a mio modo di vedere, rende inattendibile qualunque risultato: i dati che elaborano vengono richiesti direttamente ai soggetti controllati, invece di essere ricavati autonomamente!
    E’ come chiedere all’oste se il vino che vende è buono….

  2. VALUTAZIONE DEI DIPENDENTI.Il problema è come far applicare la valutazione oggettiva, pure per il comparto oltreché per la dirigenza. Se ci sono spazi discrezionali, spesso viene premiato lo yesman e il ruffiano e non la preparazione,la disponibilità verso l’utenza (assenza di arroganza), la costanza nel lavoro, l’impegno e la diligenza. Ing.Gaspare Barraco.Marsala.

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