Decreto Madia. Assunzioni decise sui bisogni di competenze

Il Sole 24 Ore del 20 maggio 2017

La riforma del pubblico impiego prevede a regime di misurare le assunzioni ai «fabbisogni di personale» nei diversi enti pubblici, misurati dalla programmazione triennale. A dettare le linee di indirizzo per la programmazione saranno i decreti della Funzione pubblica, da adottare con l’intesa della Conferenza Unificata nel caso di regioni, enti locali e sanità.

Nella sostanza, l’obiettivo è quello di superare la situazione attuale, caratterizzata da piante organiche rigide (che non cambiano con l’evoluzione dei servizi e della tecnologia) e da vincoli lineari al turn over.

Le amministrazioni che non adottano i piani triennali e non li comunicheranno al monitoraggio della Funzione pubblica non potranno assumere.

Il 20% dei posti previsti nella programmazione può essere riservato a progressioni con selezioni interne, senza concorso pubblico, riducendo però i posti a concorso.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

5 Risposte a “Decreto Madia. Assunzioni decise sui bisogni di competenze”

  1. Salve Joseph on. La mia – che non so come non è risultata evidenziata (forse a causa delle due virgolettate ) voleva essere semplicemente una metafora.
    Visto come siamo messi (male) in questa nostra Patria.. sostengo che (oggi):
    L’Italia è una Repubblica democratica “dittatoriale”, fondata sulla “corruzione” e sulla “politica obsoleta”. La sovranità appartiene, soltanto, ai “politici di turno”, che la esercitano nelle forme e sui “privilegi” dettati dalla “corruzione”. Essa, riconosce e garantisce i diritti inviolabili delle “unioni civili, eterosessuali e dei gay”, sia come singola cellula sia nelle varie formazioni “eterogenee” ove si manifesta solitamente la loro personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà al “politico di turno”, appartenente al “Cerchio Magico”.
    Cordiali saluti.

  2. Salve Micro,spiegami la tua contrddizione riguardo all’articolo 1 che non capisco, può anche darsi che ci sia stato un referentum che abbia abrogato l’articolo 1, ed io non sono informato, fino a pochi giorni fà risultava che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. » L’articolo 1 fissa in modo solenne il risultato del referendum del 2 giugno 1946: l’Italia è una repubblica, se non esiste più allora ditelo per evitare di fare errori.

  3. Mi dispiace Joseph on, hai il MOLTISSIME COSE RAGIONE, ma sull’art. 1 della Costituzione ti devo contraddire poiché: <>.

  4. Sembra di assistere all’autodistruzione del Wefare , scusate qualcuno sa dirmi se siamo ancora in Italia o l’asse terrestre si è spostato e la bilancia non segna più l’equilibrio, perché non ci sto capendo un tubo, il lavoro è in diminuzione il Pil è stato sotterrato le tasse aumentano, il calo demografico è in aumento la nevrosi come recita la canzone di Celentano è la prima in classifica in tutte le regioni Italiane, a causa della mancanza di lavoro, le incomprenzioni familiare sono in crescita, la natura è ribelle, eppure la nostra Costituzione Italiana osserva l’art.1, L’ITALIA è UNA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO.

  5. Cosa significa che un precario che è stato sfruttato per 30 anni dalla P.A. Se non trova una Amministrazione favorevole che lo integra nella Pianta Organica deve aspettare altri 30 per potere trovare la giusta coincidenza per essere riconosciuto impiegato di ruolo, ma che futuro ci riserva questa nostra Patria?, siamo i primi per l’accoglienza, e per il resto gli ultimi, ecco perché i giovani fuggono dall’Italia, così facendo rimarranno in Italia solo stranieri, chi pagherà le tasse per mantenere questo Stutus chuo?.

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