Ecco il Dpef (documento di programmazione economica e finanziaria). In mezzo ai tagli Baccei prevede «un’organizzazione (?) in grado di velocizzare la certificazione della spesa». Si tratta dell’assistenza tecnica?

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La parte più interessante del Documento è la nota introduttiva firmata dall’assessore all’Economia con l’analisi sulla crisi economica e finanziaria della Regione siciliana.

Vi segnalo alcuni passaggi.

A pagina 8 del documento l’assessore scrive che la regione si dovrà dotare di «un’organizzazione in grado di velocizzare la certificazione della spesa, in modo da rispettare gli obiettivi e di minimizzare la tensione finanziaria». Forse si riferisce all’assistenza tecnica da affidare a soggetti esterni alla Sicilia, modello formazione professionale?

A pagina 12 del documento si parla del personale regionale (riallineamento alla normativa statale del trattamento giuridico) e delle pensioni (adeguamento alla normativa nazionale dei sistemi di calcolo dei trattamenti pensionistici e opportunità di trasferire la gestione dei trattamenti pensionistici).

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

6 Risposte a “Ecco il Dpef (documento di programmazione economica e finanziaria). In mezzo ai tagli Baccei prevede «un’organizzazione (?) in grado di velocizzare la certificazione della spesa». Si tratta dell’assistenza tecnica?”

  1. Se come dicono siamo sull’orlo del fallimento ci sarebbe bisogno di azioni coraggiose . Io penso che chi ha raggiunto i 30 / 35 anni di contributi debba andare in pensione con le vecchie regole in più la proposta stravolgente potrebbe essere quella di proporre agli stessi una decurtazione del 30 % della pensione (calcolata alla vecchia maniera) è un ‘ altra del 50% sulla liquidazione e in contropartita l’assunzione a tempo indeterminato del figlio in attesa di lavoro. Il risparmio , che dovrebbe raggiungere diversi MILIARDI di euro, servirebbe a creare altri posti di lavoro investendo nelle aziende siciliane , nel turismo e nelle nuove fonti di energia . Se si tiene conto che le nuove assunzioni nell’Amministrazione regionale apporterebbero funzionalità e vitalità ad un apparato ormai statico e poco produttivo e che il numero elevato di giovani assunto potrebbero crearsi una famiglia con tutto quello che ne conseguirebbe in termini di movimentazione del mercato degli immobili e non solo, si capisce bene che da un ‘operazione discriminante scaturirebbero benefici a cascata per tutti. Ma ci vuole coraggio e pure tanto.

  2. @filippo
    Il taglio delle pensioni con l’applicazione del tetto statale riguarda solo coloro che dovranno andare in pensione.
    Per coloro che sono già in pensione è prevista, nella bozza di finanziaria in circolazione, una sorta di contributo di solidarietà proporzionato alla pensione.
    Cmq, al momento, stiamo parlando di bozze.

  3. A mio avviso è solo un problema di cassa, perchè i soldi che ci sono nel cassetto non bastano più per tutti dato che quelli messi a disposizione per gli stipendi sono diminuiti.
    Io credo che qualunque lotta, pur se leggittima, non porti a nulla. Anzi le proteste per sciopero tendono a rimpinguare il fondo stipendi/pensioni e loro sono contenti!
    Noi dobbiamo proporre, attraverso le forze sociali, delle proposte concrete da notificare al governo ed all’ARS, proponendo delle soluzioni alternative che siano equivalenti o quasi nel gettito che loro tendono a recuperare.
    Un primo intervento sarebbe quello di recupero, per un periodo di tempo provvisorio e fino a quando l’economia dell’isola non si risolleverà, alla riduzione dell’orario settimanale da 36 ore a 32 ore per tutti, una sorta di cassa integrazione limitata. Cosiccè oltre al risparmio del corrispettivo per quattro ore procapite da togliere il mercoledì, si risparmierebbe anche sui buoni mensa per tutti. Il gettito non sarebbe indifferente, anche se le critiche partirebbero subito nei confronti della produttività. Ma non siamo un industria di lampadine o di bulloni, quattro ore lavorative risparmiate da parte della regione in un periodo di ristrutturazione aziendale concorrerebbero alla bonifica dei conti regionali.
    La seconda proposta riguarderebbe un provvedimento che in ambito statale giace in commissione alla camera. Il prestito previdenziale. Mandare in pensione con la legge pre-fornero a tutti quei dipendenti con meno di 5 anni alla pensione computando un prestito economico a scadenza sulla futura pensione, a fronte di un’anticipo d’uscita su base volontaria, ritengo non solo equa ma vantaggiosa per le casse regionali.
    Invito il presente blog a farsene propria della presente proposta e promuoverla nei tavoli competenti.

  4. Dopo 36 anni di effettivo servizio, non pensavo di finire così, ho visto andare in pensione colleghi a qualsiasi età e requisito,
    L’unica domanda che mi faccio, i signori politici non vogliono mollare nemmeno un centesimo, di quello che prendeono, noi impiegati, dovremmo abbondonare i nostri diritti sudati, per foraggiare questi inutili esseri viventi,
    Sono entrato in amministrazione scioperando e uscirò scioperando.
    Quando sono entrato un collega parlava sempre che anche ridurre lo stipendio era anticostituzionale.
    Io sono uno che dopo 36 anni porta a casa 1800 euro con moglie e figlio a carico disoccupato.
    Colleghi siamo pronti a qualsiasi forma di lotta, non lasciamoci rubare da queste persone inutili che si fanno chiamare “onorevoli” quello che abbiamo conquistato onestamente.
    Nel dipartimento lavoro hanno richiamato quasi 1800 dello sportello che non c’era motivo di sperperare 25 milioni di euro per tre mesi.
    Quello che loro debbono fare lo abbiamo fatto noi gratis e con dignità.
    Uniti possiamo vincere, incominciamo a togliere chi è andato in pensione con 20 o 25 anni di contribuzione.

  5. dott. mineo ,Il taglio delle pensioni riguarderà chi deve andare in pensione o chi è già in pensione.

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