Elezioni regionali. Sicilia, l’eterno teatro dei pupi dove tutti (a parole) rincorrono la “rivoluzione”

La Stampa del 10 settembre 2017

Aveva ragione il principe Consalvo Uzeda di Francalanza quando diceva che «il passato par molte volte bello perché è passato». Ma nel suo pregattopardesco adeguamento al nuovo corso democratico dell’Italia unita, lui che era della famiglia dei Viceré raccontata da Federico De Roberto, c’era una grandiosità spagnoleggiante, un’implicazione di rango e di lusso che era di per sé una promessa di opulenza; e infatti il popolino beone (e un po’ sarcastico) cantava «evviva il principino / che paga a tutti il vino / evviva Francalanza / che a tutti empie la panza». Ora se la giocano con una creatività micragnosa, non si dice un’idea per la Sicilia, non c’è nemmeno un’idea buona per abbindolarla: tutti lì con la soluzione magica e prestampata: rivoluzione.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir