Ormai sono un classico…..Le solite convocazioni Aran di mezz’agosto. Ma la richiesta Cobas risale a più di un mese fa

Aran-SiciliaMercoledì 29 luglio ore 9,30 per l’esame e la eventuale sottoscrizione dell’accordo su criteri per la revoca delle dimissioni presentate ai sensi e per gli effetti dell’art. 52 commi 3 e 5 dello L.R. 7 maggio 2015, n. 9.

Mercoledì 29 luglio ore 12,00 Contrattazione art. 3, comma 3 CCRL per accantonamento quote Famp 2015.

Il Cobas/Codir aveva già sollecitato la convocazione per saldo famp 2014 e avvio 2015 oltre un mese fa, dopo l’approvazione definitiva della finanziaria.


Il Cobas/Codir, dopo avere sollecitato il pagamento saldo famp 2014, sollecita l’avvio della contrattazione famp 2015.

Sollecito-trattative-FAMP-2015
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Prepensionamenti. Stracciata l’intesa Aran-sindacati sulla possibilità di revocare la domanda

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Il 13 e il 14 luglio c’è stata una immotivata (visto che la legge approvata il 9 luglio, ancorchè non ancora pubblicata in gazzetta, ha prorogato il termine a 180 giorni) corsa alla presentazione delle istanze di prepensionamento

Intanto, però, è da rifare l’accordo sulla possibilità di revocare la domanda di prepensionamento.

La giunta Crocetta, infatti, ha stracciato l’accordo che Aran e sindacati avevano concluso quasi un mese fa per dare, a chi sceglierà di lasciare anticipatamente gli uffici, la possibilità di ripensarci. Il governo ha dettato nuove direttive, che l’Aran e i rappresentanti di categoria dovranno tradurre in un nuovo accordo entro due mesi.

Resta un mistero il fatto che la revocabilità delle istanze non sia stata inserita nella legge (così come richiesto dal Cobas/Codir che non ha partecipato alla trattativa ritenendola inconcludente) approvata il 9 luglio, che ha corretto, dietro suggerimento di Roma, alcune parti della finanziaria, così come resta misteriosa l’ultima frase della delibera di Giunta prot. n. 177 del 3 luglio 2015 che, nel conferire mandato all’assessore alla funzione pubblica di impartire una nuova direttiva all’Aran prevede che: “… la possibilità di revoca può essere contemplata una sola volta e che la stessa deve essere compatibile deve essere compatibile con la programmazione delle norme finanziarie e di bilancio della regione”.

Prepensionamento. Resta il nodo della revocabilità delle istanze. Oggi (ieri) l’Aran ha rinviato la seduta

Dichiarazione Cobas revocabilità istanze pensione
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Resta da capire perchè la revocabilità delle istanze di prepensionamento non è stata inserita nella legge approvata ieri.

Raggiungere un accordo ritengo sarà estremamente difficile anche perchè la nuova delibera di giunta peggiora, ancor di più, le cose condizionando l’accoglimento delle revoche a non meglio precisate esigenze di bilancio.

Ieri il COBAS/CODIR ha ribadito di non essere disponibile a sottoscrivere accordi che non ritiene sufficienti a garantire detta revocabilità. All’inizio delle seduta ha letto e depositato la dichiarazione e ha abbandonato il tavolo.

Prepensionamento. Revoca delle dimissioni volontarie. Nuova direttiva all’Aran. “Ricomincio da 3”?

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Da addetto ai lavori stento a capirci qualcosa.

A che serve un accordo visto che in aula si discuterà delle modifiche alla legge regionale 7 maggio 2015, n. 9 “Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 20l5. Legge di stabilità regionale”?

Inquietante l’ultima frase della delibera: “… la possibilità di revoca può essere contemplata una sola volta e che la stessa deve essere compatibile deve essere compatibile con la programmazione delle norme finanziarie e di bilancio della regione”.

Che vuol dire che se non c’è la copertura finanziaria (i soldoni pagare lo stipendio) viene preclusa la possibilità di revoca?

Incontro Aran-sindacati su revocabilità istanza pensione. Stanno facendo i conti senza l’oste (Baccei)?

Seduta del 24 aprile
Guarda il video. Il minuto che ci interessa è il 1:59:00

Ho letto, in qualche raro comunicato sindacale, che nell’incontro di lunedì 16 giugno all’Aran Sicilia, cui il Cobas/Codir ha deciso di non partecipare per i motivi illustrati nei comunicati dei giorni scorsi, sarebbe stato raggiunto un pre accordo tra Aran e sindacati che consentirebbe al dipendente la revoca dell’istanza di pensionamento.

Non vorrei che anche in questo caso si stiano facendo i conti senza “l’oste”.

La notte del 24 aprile scorso, infatti, durante l’approvazione della finanziaria in commissione bilancio, relativamente al termine di 60 giorni per la presentazione della domanda di pensione, l’on. Ciaccio del M5S ha chiesto all’assessore Baccei il motivo di questo termine e se fosse stato fatto un apposito studio.

Baccei ha risposto che con la manovra era previsto uscissero qualche migliaio di persone con una riduzione della pianta organica. L’amministrazione aveva, pertanto, la necessità di sapere chi usciva nei prossimi anni per ridisegnare l’organizzazione della macchina regionale e avere da subito la visione completa (clicca sopra l’immagine in alto per guardare il video. Vai al minuto 1:59:00).

Sono venute meno quelle esigenze?

Sembrerebbe, inoltre, che I’Amministrazione dovrà confermare al dipendente, la data di riconoscimento della maturazione dei requisiti:

  • 30 giorni dopo la data di scadenza della presentazione dell’istanza di pensionamento anticipato, per coloro che hanno già maturato i requisiti alla pubblicazione della Legge;
  • 60 gg dopo la suddetta data di scadenza, per chi matura i requisiti negli anni 2015 e 2016;
  • 90 gg dopo, per coloro che maturano i requisiti nell’anno 2017;
  • 120 gg dopo, per coloro che maturano i requisiti nell’anno 2018;
  • 150 gg dopo, per coloro che maturano i requisiti nell’anno 2019;
  • 180 gg dopo, per coloro che maturano i requisiti nell’anno 2020.

Primo dubbio: questa conferma, potrebbe essere intesa come un’accettazione delle dimissioni (ammesso e non concesso che ci voglia l’accettazione delle dimissioni) da parte dell’amministrazione?

Secondo dubbio. Sembrerebbe che l’amministrazione abbia la possibilità di posticipare il pensionamento previa comunicazione al dipendente. Il differimento della data di pensionamento suddetto, non inciderebbe sui criteri di calcolo della pensione in relazione alle decurtazioni previste. In questo caso non aumenterebbero le decurtazioni ma chi va a sbattere contro lo sbarramento del 90% o dell’85%, non avrebbe alcun beneficio contributivo derivante dall’ulteriore anno in più. Sarebbe un anno regalato.

Terzo e ultimo dubbio. Sembrerebbe si sia convenuto che nel caso in cui la Corte Costituzionale dovesse dichiarare I’illegittimità della norma e la conseguente nullità degli atti prodotti nel frattempo dall’Amministrazione (cancellazione dai ruoli e collocamento in pensione), i dipendenti avranno diritto al reintegro e alla ricostituzione del rapporto di lavoro ed evitare di diventare “esodati”. È possibile fare questo con accordo sindacale e successiva delibera di giunta? O sarebbe necessaria una legge?

Chiederemo lumi ai nostri legali.

Esito riunione Aran del 3 giugno 2015. Quando un sindacato fa la differenza anche nell’informazione

ScioperoL’esito della riunione di oggi (ieri) all’Aran, alla quale il Cobas/Codir non ha partecipato per i motivi specificati in due note successive (scarica la prima nota) (scarica la seconda nota), è affidato ad uno scarno comunicato stampa della Cgil da cui non si evince quale sia stata la proposta dell’Aran sulla tematica della eventuale revoca delle dimissioni mentre sembrerebbe che i sindacati abbiano proposto all’unanimità di agganciare la possibilità di revoca ad un tempo congruo che fino alla maturazione dei requisiti non sia superiore a sei mesi.

Collocamento anticipato in quiescenza – revoca dimissioni. Convocazione Aran Sicilia del 3 giugno 2015

Convocazione Aran 3 giugno. Criteri revoca dimissioni
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Con la deliberazione della Giunta di Governo n. 112 del 14 maggio 2015, si è disposto di dare mandato all’assessore al ramo di individuare, previa contrattazione con i sindacati, non meglio specificati criteri per l’accoglimento o meno di eventuali revoche delle dimissioni presentate dagli aventi titolo al pensionamento anticipato. Nella stessa delibera, fra l’altro, si cita a supporto un parere dell’A.R.A.N. (che, si ricorda, ha soltanto un valore consultivo e certamente non legale) che recita testualmente: “nel nuovo sistema privatistico le dimissioni sono un atto unilaterale ricettizio per la cui efficacia non si richiede alcuna accettazione dell’amministrazione. Le dimissioni sono, pertanto, efficaci dal momento in cui l’amministrazione ne viene a conoscenza, divenendo, con ciò, irrevocabili. Solo il consenso dell’amministrazione può consentire la revoca tardiva. A tal fine è opportuno, per evitare ingiustificate disparità di trattamento, che l’amministrazione definisca in anticipo i criteri per consentire la revoca tardiva”.

Tutto ciò premesso, il COBAS/CODIR, nel confermare i contenuti della propria nota prot. n.15/829 del 26 maggio 2015, diffida l’Assessore regionale alla Funzione Pubblica e l’ARAN Sicilia dal ratificare accordi illegittimi che, stabilendo dei criteri per l‘accettazione o meno delle eventuali revoche delle dimissioni, creerebbero inevitabilmente delle gravi, ingiustificate e ingiustificabili disparità di trattamento che sarebbero immediatamente perseguite per legge.

Appare, infatti, essere stata quantomeno frettolosa la previsione, nella recente Legge di Stabilità, della concessione del termine di soli 60 giorni, dalla data di pubblicazione della legge, a coloro che fossero interessati al pensionamento anticipato sia che il loro diritto si fosse concretizzato nel 2016 o, ad esempio, nel 2020 e appare, oltretutto, dilettantistico il tentativo di volere sanare con un accordo pattizio una grave svista (con l’evidente tentativo di sminuire la valenza di alcune argomentazioni oggetto dei ricorsi in fase di predisposizione contro le penalizzazioni previste dalla Legge in questione) che, invece, andrebbe corretta con un articolo di legge o delibera di giunta: prevedere, cioè, l’accettazione della revoca delle dimissioni a tutti coloro che, ripensandoci, preferirebbero rimanere in servizio.

Inoltre, al fine di evitare che un eventuale blocco dei prepensionamenti a livello nazionale possa rendere inutili eventuali riscatti o ricongiunzioni di periodi assicurativi non coperti da contribuzione versati da coloro che fossero interessati al pensionamento anticipato, si intima di prevedere, con legge o delibera di giunta, il diritto di ottenere il rimborso delle quote eventualmente versate, come già opportunamente previsto con l’art. 20 comma 5 della legge 21/03 che ha bloccato i contingenti di prepensionamento ai sensi dell’art. 39 della L.R. 10/2000.

La presente a ogni effetto di legge.

Dopo che hanno rapinato i diritti maturati dei dipendenti, ora all’Aran si chiamano i sindacati

Palermo 27 maggio 2015

Hanno fanno tutto da soli, con sfrontatezza, tracotanza e impudenza.
Hanno permesso con il loro voto all’ARS, senza battere ciglio, la rapina dei diritti maturati dei dipendenti regionali in materia contrattuale e pensionistica approvando una serie di norme predisposte, in gran parte, da un assessore esterno coadiuvato da un capo di gabinetto regionale e da un funzionario direttivo fatto mettere in aspettativa da Baccei il moralizzatore e riassunto come dirigente.

Bypassando il confronto con i sindacati, hanno modificato norme riguardanti materie deputate alla contrattazione come la malattia e i permessi retribuiti, introducendo la mobilità fino a 50 km senza tenere conto della specificità siciliana con un asse viario che si sta sbriciolando e un trasporto locale fermo al dopoguerra.

E’ stato modificato con effetto retroattivo il sistema di calcolo della pensione introducendo pesanti penalizzazioni per il personale, senza tenere in alcun conto delle obiezioni, dei suggerimenti e delle proposte di modifica delle parti sociali.

Avrebbero pure predisposto un DDL correttivo, senza minimamente interpellare i sindacati, per correggere la norma approvata in finanziaria che conterrebbe un errore parlando di «trattamento stipendiale complessivo» e non di «retribuzione complessiva».

Adesso vorrebbero coinvolgere i sindacati SOLO per stabilire in contrattazione i criteri per la revoca delle dimissioni; in sostanza per stabilire a quali condizioni potere ritirare la domanda di prepensionamento con il rischio di sminuire alcune possibilità di fare dichiarare incostituzionale la norma nel suo complesso.

Nel frattempo:

  • Nessuna convocazione per rinnovo dei contratti e riclassificazione;
  • Nessuna convocazione per revisionare le indennità dei componenti degli uffici
    di gabinetto;
  • Nessuna convocazione per il famp 2015;
  • Nessuna convocazione per l’anticipazione del tfr dei dipendenti assunti dopo
    il 2001.

Se vogliono regolamentare la possibilità di ritirare le dimissioni, che continuino da soli!
Inseriscano un ulteriore articolo al DDL correttivo, qual’è il problema?

Il COBAS/CODIR ha già comunicato che non parteciperà al tavolo convocato dall’ARAN