Regione, scoppia il caso pensioni: bloccate migliaia di pratiche di ricongiungimento

Pensioni - Bloccate migliaia di pratiche
Giornale di Sicilia del 19 agosto 2015

Tra i duemila e quattromila dipendenti regionali non possono riscattare gli anni di lavoro svolti in altre strutture, quando hanno versato contributi all’Inps o altri enti previdenziali. E senza quegli anni la loro età pensionabile si allontana.

La vicenda inizia nel novembre scorso. L’Inps ha sollevato un dubbio sul fatto che il Fondo sia un ente previdenziale, sostenendo che un vecchio elenco nazionale non ci annovera. Ma questo è dovuto al fatto che il Fondo non era ancora stato creato. Così non solo hanno bloccato le totalizzazioni, ma anche i ricongiungimenti.

L’effetto domino è dirompente: anche la riforma delle pensioni, con l’obiettivo dichiarato di almeno mille esodi, rischia di subire un duro contraccolpo.

Ma il problema è che ai ricongiungimenti è legata anche la riforma delle pensioni che ha dato la possibilità ai regionali di lasciare in anticipo il posto di lavoro. «Se non dovesse risolversi il problema in tempi brevi – dice Benedetto Mineo dei Cobas-Codir – oltre a penalizzare alcuni dipendenti, si rischia di vanificare il piano di risparmio e snellimento degli organici regionali».

Pensioni: dal 1° gennaio 2016 nuovi coefficienti di trasformazione. Diminuiscono la quota contributiva

Coefficienti di traformazioneFonte: LavoroFisco

Effettuata la revisione triennale dei coefficienti di trasformazione delmontante contributivo. Il decreto 22 giugno 2015, del direttore generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ragioniere Generale dello Stato del Ministero dell’economia e delle finanze è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 154 del 6 luglio 2015.

A decorrere dal 1° gennaio 2016, i divisori e i coefficienti di trasformazione da adottare per determinare la pensione mediante il sistema di calcolo contributivo sono stati rideterminati nella misura indicata dalla tabella allegata al decreto, che ne costituisce parte integrante.

LiveSicilia titola: “Regione, intesa sulle pensioni. Sì alla revocabilità delle domande”. Ma resta la discrezionalità dell’amministrazione

Aran-SiciliaL’art. 3 dell’accordo, infatti, stabilisce, infatti, che i dipendenti che matureranno i requisiti soggettivi nel periodo 01/01/2016 al 31/12/2020 potranno formalizzare la revoca e inefficacia della domanda di collocamento in quescenza anticipato, con apposita comunicazione da inoltrare all’amministrazione regionale entro il termine perentorio di 45 giorni prima della data di maturazione dei requisiti. La revoca potrà essere formalizzata una sola volta.

Ma secondo l’art. 5 dell’accordo restano ferme e impregiudicate tutte le prerogative dell’amministrazione regionale finalizzate a garantire il perseguimento degli obiettivi e risultati indicati nelle adottate politiche regionali di spending review, nella programmazione finanziaria e nel bilancio della regione siciliana, nelle misure di razionalizzazione e riduzione degli apparati amministrativi, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 49, commi da 1 a 5, della legge regionale 7 maggio 2015, n.9.

Tradotto in parole povere la revocabilità è lasciata alla discrezionalità dell’amministrazione ed è legata a vincoli di bilancio e di spending review.

Pensioni. Siglato l’accordo sulla revocabilità dell’istanza di prepensionamento

Per scaricare l'articolo clicca sopra l'immagine
Per scaricare l’articolo clicca sopra l’immagine

Intesa tra governo e sindacati per lasciare prima il lavoro: evitato il rischio di finire esodati, la domanda potrà essere revocata.

Intesa tra governo e sindacati per lasciare prima il lavoro: evitato il rischio di finire esodati, la domanda potrà essere revoca Arriva la firma dell’intesa da parte di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Ppl, Sadirs, Siad, Ugl e Dirsi. Solo i Cobas non hanno partecipato per protesta all’incontro che si è tenuto all’Aran.

È attiva sul sito Cobas/Codir la pagina di simulazione del calcolo pensioni

PensionePer i colleghi iscritti al sindacato che intendono mettersi in quiescenza è da oggi possibile compilare un modulo on-line sul nostro sito che consentirà di effettuare una simulazione sull’importo della pensione che si otterrà nel caso si posseggano i requisiti previsti.
La simulazione non avviene in tempo reale ma verrà elaborata successivamente.

Vi segnaliamo che:

a) il calcolo è riservato ai dipendenti del cosidetto “Contratto 1″ (assunti prima del 1986);

b) perché il sindacato effettui la simulazione del calcolo pensionistico è necessario che il richiedente sia iscritto per l’anno corrente e compili tutti i campi obbligatori richiesti ;

c) la simulazione ha solo carattere informativo, pertanto in NESSUN CASO e per NESSUN MOTIVO il sindacato può essere oggetto di contestazioni, di qualsiasi natura, da parte del richiedente la simulazione;

d) il montante contributivo (quota dal 1° gennaio 2004) verrà calcolato forfettariamente. Pertanto la simulazione della quota di pensione potrebbe risultare inferiore rispetto al risultato effettivo finale, soprattutto per coloro i quali possono vantare un salario accessorio superiore alla media (es.: servizio prestato presso uffici di gabinetto, Urega, ecc.)

e) i risultati della simulazione verranno inviati via e-mail al richiedente in tempi brevi e comunque in tempo utile per presentare la domanda;

f) tutte le comunicazioni con il sindacato – relative alla simulazione del calcolo pensionistico – debbono avvenire ESCLUSIVAMENTE tramite e-mail al seguente indirizzo: [email protected]

Vai alla pagina di simulazione del calcolo pensionistico

Pensioni, Damiano: contrari a ricalcolo con il contributivo.

“Oggi avremo in audizione alla Commissione Lavoro della Camera il ministro Poletti. Sara’ l’occasione per esaminare le proposte di legge sulle pensioni”. Lo dichiara Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera.

“Il nostro obiettivo – continua Damiano – e’ quello di correggere la riforma Monti-Fornero, introducendo un criterio di flessibilita’ nel sistema. Su questo obiettivo si sono dichiarati d’accordo Renzi, Poletti e Padoan: il problema e’ di capire come si raggiunge. La nostra proposta – spiega – e’ di prevedere la possibilita’ di andare in pensione a partire dai 62 anni, purche’ si abbiano almeno 35 anni di contributi, e pagando una penalità massima dell’8%

Pensioni, avanza l’ipotesi di uscita a 62 anni: un mese di penalità

Pensioni, si studia l'uscita anticipata rinunciando a una mensilità l'annoTrovare una soluzione sostenibile per rendere più flessibile la riforma Fornero delle pensioni e dare più chance ai giovani di trovare lavoro. Nel giorno in cui il presidente dell’Inps Tito Boeri ricorda che da domani (1giugno, ndr), per effetto del decreto pensioni varato dopo la Consulta, parte la novità dell’assegno pagato il primo del mese per tutti, invalidità e indennità di accompagno comprese, è il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a indicare quale sia il prossimo obiettivo del governo sulla previdenza, ribadendo la volontà di intervenire già annunciata dal premier Matteo Renzi, ma chiarendo che qualunque misura deve essere compatibile con la tenuta del sistema nel futuro e con quella dei conti. Padoan spiega che il governo sta valutando se una flessibilità in uscita dal lavoro verso la pensione sia sostenibile per le finanze nel lungo termine…continua a leggere

Dossier Inps sulle pensioni. Nel comparto difesa il 90% è doppio rispetto a contributi pagati

Dal dossier sui trattamenti previdenziali di vigili del fuoco, corpi di polizia, forze armate e carriera prefettizia e penitenziaria emerge che possono lasciare il lavoro a un’età inferiore rispetto al resto degli statali. I militari hanno anche il privilegio dell’ausiliaria, un’indennità ulteriore versata a chi è disponibile a essere richiamato in servizio nei successivi cinque anni.

Nove pensionati su dieci, tra ex carabinieri, poliziotti, vigili,finanzieri, forestali, prefetti e uomini dell’esercito, ricevono assegni di importo quasi doppio rispetto a quello giustificato daicontributi versati. Ricalcolando i loro trattamenti con il metodo contributivo, il 90% subirebbe una decurtazione tra il 40 e il 60%. A rivelarlo è un dossier dell’Inps sulle pensioni del personale del comparto Difesa, sicurezza e soccorso pubblico, diffuso nell’ambito dell’operazione trasparenza lanciata dal presidente Tito Boeri.

Si avvicina il voto. Poletti e Padoan rassicurano i pensionati. Giù le mani dalle pensioni maturate con il sistema «retributivo»

Pier Carlo Padoan 2013Giù le mani dalle pensioni. Almeno da quelle maturate con il sistema «retributivo». Dopo giorni di indiscrezioni dal governo arriva una presa di posizione netta. A prenderla sono il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e quello dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Difficile quindi che da Palazzo Chigi arrivino smentite.

Per Poletti un intervento sulle pensioni che preveda il ricalcolo di tutti gli assegni con il metodo contributivo è semplicemente «irragionevole». «Se volessimo applicare una regola come questa – spiega ospite di Giovanna Floris a DiMartedì – Dovremmo intervenire su tutte le pensioni anche le più basse. Non credo ci possa essere un intervento meccanico: non è sensato, non è logico, non ha ragion d’essere». «Bisogna toccare la previdenza meno che si può – prosegue – e solo per le cose indispensabili, perché c’è un elemento di sicurezza per i cittadini. Nessuno deve temere da un eventuale intervento perché anche se venti o trent’anni fa sono state fatte scelte sbagliate, ora non si può destabilizzare il sistema».