Prepensionamenti. Facciamo chiarezza sui requisiti pre-fornero

SISTEMA PENSIONISTICO AL 31 DICEMBRE 2011

Aspettativa di vitaLA PENSIONE DI VECCHIAIA spetta al raggiungimento della somma tra l’età anagrafica, che era stata fissata dalla riforma Sacconi (Legge n. 148 del 14 settembre 2011 (Manovra-bis) a 65 anni e dell’aspettativa di vita (tabella a sinistra), o per collocamento a riposo per raggiunti limiti di età e/o servizio; inoltre, come regola generale, occorre avere 20 anni di contributi versati.

LA PENSIONE DI ANZIANITÀ.

I requisiti per la pensione d’anzianità per i lavoratori dipendenti con “il sistema delle Riforma pensioni - Sacconi. Quotequote”:

Dal 2011 al 2012:

  • 60 anni di età + 36 di contributi;
  • 40 anni di contributi.

Dal 2013 al 2015:

  • 61 anni di età e 3 mesi + 36 di contributi;
  • 40 anni di contributi.

Dal 2016 al 2018:

  • 61 anni di età e 7 mesi + 36 anni di contributi;
  • 40 di contributi.

Dal 2019 al 2021:

  • 61 anni di età e 11 mesi + 36 anni di contributi;
  • 40 di contributi.

Alla regione possibili 2469 prepensionamenti

Pensione“Tra i regionali sono possibili 416 prepensionamenti di dirigenti e 2053 di impiegati del comparto, con un risparmio tra il 2015 e il 2018 di 80 milioni di euro”. Lo sostengono i Cobas Codir e Sadirs che aprono cosí alla riforma del personale e ai pensionamenti anticipati applicando i requisiti in vigore prima della legge Fornero.

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E una delle ipotesi su cui si starebbe già lavorando, suggerita dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, potrebbe essere quella di consentire la «facoltà» di ritirarsi dal lavoro a 62/63 anni, prima dei 66 anni previsti dalla Fornero con «una giusta penalizzazione», così come è già consentito di rimanere oltre, fino a 70 anni, con una rivalutazione. Le penalizzazioni, secondo alcuni studi, potrebbero avere una forchetta dal 3 all’8% (applicate in modo inversamente proporzionale all’ età di uscita).

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Del resto, con il penalizzante sistema di calcolo della pensione che il governo avrebbe voluto inserire con la stessa norma, quanti avrebbero scelto il pensionamento anticipato sapendo di perdere almeno il 30% sulla pensione finale?

Prepensionamenti è giallo sui termini della norma. Poi arriva la precisazione dell’assessore alla Funzione pubblica Patrizia Valenti

Ars-vuota-foto-di-giorgio-ciaccio-624x300Mentre secondo alcuni deputati della commissione, i regionali potranno andare in pensione a 58 anni con 39 anni di contributi, a 59 anni con 38 anni di contributi e a 60 anni con 37 anni di contribuzione, arriva la precisazione dell’assessore alla Funzione pubblica Patrizia Valenti: “La norma sui pensionamenti per i regionali, approvata ieri in commissione Bilancio dell’Ars, – ha detto- ricalca in linea di principio i contenuti della legge nazionale 135 del 7 agosto 2012. I requisiti minimi per richiedere la pensione dal 2014 al 2017 sono 61 anni di età anagrafica e 35 anni di anzianità contributiva e la somma di questi due voci dovrà risultare pari a 97. Dunque per andare in pensione i dipendenti dovranno avere 62 anni di età e 35 di contributi o in alternativa 61 anni di età e 36 di anzianità di servizio”.

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L’assessore per la Funzione pubblica e Autonomie locali Patrizia Valenti, a proposito della norma su riduzione di organica e prepensionamenti anticipati.

“La norma sui pensionamenti per i regionali, approvata ieri in commissione Bilancio dell’Ars, ricalca in linea di principio i contenuti della legge nazionale 135 del 7 agosto 2012. I requisiti minimi per richiedere la pensione dal 2014 al 2017 sono 61 anni di età anagrafica e 35 anni di anzianità contributiva e la somma di questi due voci dovrà risultare pari a 97. Dunque per andare in pensione i dipendenti dovranno avere 62 anni di età e 35 di contributi o in alternativa 61 anni di età e 36 di anzianità di servizio”.


 Repubblica

In commissione Bilancio all’Ars è passata la proposta del governo Crocetta che prevede per i dipendenti regionali la deroga alla legge Fornero, che ha alzato l’età per andare in pensione. In sintesi, grazie a questo provvedimento che adesso andrà in aula, i regionali potranno andare in pensione a 58 anni con 39 anni di contributi, a 59 anni con 38 anni di contributi e a 60 anni con 37 anni di contribuzione.

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PensioneStando ad un emendamento approvato in commissione bilancio, sarebbe passata la proposta del governo Crocetta che prevede per i dipendenti regionali la deroga alla legge Fornero, che ha alzato l’età per andare in pensione.

In sintesi, grazie a questo provvedimento che dovrebbe andare in aula, i regionali potranno andare in pensione a 58 anni con 39 anni di contributi, a 59 anni con 38 anni di contributi e a 60 anni con 37 anni di contribuzione.

Commento

I requisiti pre-Fornero prevedono che il lavoratore debba raggiungere quota 97 come somma tra età anagrafica e contributi versati (età anagrafica minima 61 anni), mentre la pensione di vecchiaia si raggiunge al compimento del 65° anno di età e 20 di contribuzione sia per gli uomini che per le donne. È possibile comunque ottenere la pensione di anzianità, a prescindere dall’età anagrafica, se si possono far valere almeno 40 anni di contribuzione.

Se è possibile con una legge dell’Ars derogare ANCHE ai requisiti pre-Fornero abbassando ULTERIORMENTE il requisito minimo dell’età (da 61 a 58 anni) o gli anni di contributi versati (39 anziché 40), perché non compiere un ulteriore sforzo e scendere a 55 anni o, addirittura, ripristinare la L.r. 2/62 (25 anni di contributi)?