Petrolio in Sicilia? M.R. D’Orsogna: Caro Matteo, qui non si tratta di perdere voti, quanto di perdere vite preziose

Articolo tratto da “Il Fatto Quotidiano” di Maria Rita D’Orsogna Fisico, docente universitario, attivista ambientale.

I risultati della petrolizzazione non si vedono il giorno dopo, ma dopo anni, ed è per questo che è facile fare demagogia da Brescia. I pozzi sono altrove e le malattie verranno più avanti.

Renzi manda le trivelle in Sicilia per estrarre petrolio. Non bastano tumori e malformazioni nell’area del petrolchimico di Gela?

Articolo tratto da “Il Fatto Quotidiano” di Maria Rita D’Orsogna Fisico, docente universitario, attivista ambientale.

Matteo Renzi dice: “Quando io penso che siamo in una crisi energetica che voi tutti conoscete, e abbiamo un sacco di petrolio in Basilicata o in Sicilia che non tiriamo su per problemi dei comitati di turno, io dico eh bè, vorrà dire che perderò qualche voto ma la norma per sbloccare e per tirar su il petrolio in Basilicata e in Sicilia, creando posti di lavoro in Basilicata e in Sicilia e consentendo a questo paese di vincere la sfida energetica, io la norma la faccio, anzi l’ho già fatta. Vada come deve andare”.
Matteo Renzi, 6 Settembre 2014, Rubinetterie Bresciane, Gussago (Brescia)

Perché Matteo Renzi non va a dire queste cose, per dirne una, a Gela, nell’area del petrolchimico dove si sono registrati casi di tumori, malattie e malformazioni a residenti e lavoratori, inclusi i bambini, fuori da ogni limite di tolleranza e di decenza? Basta solo cercare su Google “Gela Eni petrolchimico” e viene fuori ogni sorta di misfatto.

Bonus 80 euro, nonostante il flop il governo tira dritto

80 euroRenzi non si lascia intimidire dai dati economici e rivendica la politica economica del governo per l’aiuto al ceto medio, rilanciando il programma dei “mille giorni” entro cui dovranno essere completate tutte le riforme.

Acqua, acqua, fuocherello. Et voilà, saltano fuori le risorse dello “Sblocca Italia”.

Ecco le principali misure previste dal decreto “Sblocca Italia”.

Norme per il finanziamento delle infrastrutture, sgravi fiscali per l’efficienza energetica, fondi per l’ambiente e misure per la dismissione delle società partecipate. Sono i principali punti dello Sblocca-Italia, il decreto che venerdì prossimo sarà in Cdm, e su cui il governo sta ancora lavorando.

“Sblocca Italia”. Il libro dei sogni. I soldi che prima non ci sono e che poi, in parte, saltano fuori. Da dove?

Per leggere l’articolo cliccaci sopra

La vera secchiata d’acqua gelida è arrivata ieri, nel primo incontro tra Renzi e Padoan al ritorno dalle ferie: non ci sono risorse aggiuntive, soldi freschi, tesoretti, fiche a sorpresa da puntare sulla ruota dell’anno in corso. Il controllo della spesa, di qui a dicembre, deve essere ferreo. Troppo grosso il rischio di sforare il 3% nel rapporto tra deficit e Pil, in pratica già raggiunto. Troppo alta la probabilità di infrazioni europee, proprio ora che Bruxelles si avvia a concedere flessibilità ai paesi riformatori e virtuosi. Attenzione dunque ai cordoni della borsa. 

Ma la task force che si sta occupando delle coperture allo “Sblocca Italia” ha scovato, tra fondi inutilizzati e vecchie delibere, un tesoretto di 3,9 miliardi. Circa 2,3 risultato della somma di una serie di stanziamenti di fondi mai utilizzati dal 1998 ad oggi. E 1,6 in una delibera del Cipe per la depurazione di aree del Sud Italia. Soldi che, secondo le stime dei tecnici, sarebbero sufficienti per aprire, già entro il 2014, ben 574 cantieri in tutta Italia. Somme cui si andrebbero ad aggiungere ulteriori 110 milioni per le alluvioni nelle aree metropolitane. 

In sostanza si tratterebbe di fondi stanziati e mai spesi.

Sicilia. Cracolici: “Questo è un governo di politici inadeguati, con dentro sei renziani

Piano giovani“La Regione non è un affare di Crocetta. Chi ieri ci criticava oggi ci deride. La Scilabra? Basta con i complotti, nessuno ha sabotato il Piano giovani, l’assessore si è sabotata da sola”. Antonello Cracolici è preoccupato. Teme che i flop del governo regionale finiscano “per coinvolgere il Partito democratico. Questo esecutivo sta riuscendo, del resto, nel capolavoro di far resuscitare Forza Italia”.

Renzi: sulle riforme decido io, non la troika o la Bce. Poi va a casa di Draghi a dirgliene 4…!!??

Matteo Renzi Conferenza2.2014«Sono d’accordo con Draghi quando dice che l’Italia ha bisogno di fare le riforme, ma il modo in cui le faremo lo decido io, non la Troika, non la Bce, non la Commissione europea».

Poi Renzi corre ad incontrare Draghi.

Doveva restare segreto il faccia a faccia, ieri mattina, tra il premier Matteo Renzi e il presidente della Bce Mario Draghi nella casa di campagna dell’ex Governatore della Banca d’Italia a Città della Pieve. La notizia pubblicata sulle pagine del Corriere dell’Umbria è invece rimbalzata in tutta Italia e dopo un primo no comment di palazzo Chigi, il premier ha confermato l’incontro.

Tutto normale? Non proprio – come sostiene il quotidiano online primapaginachiusi.it -. visto che pochi giorni fa era stato proprio Mario Draghi a “bacchettare” Renzi sulle riforme mancate, evocando la necessità di una cessione di sovranità dell’Italia all’Europa. Frase che per alcuni giornali è apparsa come un commissariamento o quasi dello stesso Renzi.  Il quale ha risposto “Decido io, non la Bce”.  Risposta perentoria alla “ghe pensi mi” di antica memoria. Guarda caso però ad atterrare con l’elicottero nei pressi della villa di Draghi è stato proprio lui e non il presidente della Bce a recarsi a Palazzo Chigi…

M5S: “Italia in recessione. Vero gufo è Renzi”

Renzi gufoDopo la pubblicazione dei dati Istat sulla situazione italiana, i partiti d’opposizione se la prendono con il presidente del Consiglio. I 5 stelle: “Non bastano le slide”. Forza Italia: “Oltre le più cupe previsioni”. Il leader Pd scrive alla maggioranza. Il ministro dell’Economia: “Non ci sarà manovra correttiva sui conti”.

Rottamiamo il rottamatore. L’Italia è in recessione “nonostante” Renzi che riesce a fare anche peggio di Letta

Renzi peggio di LettaL’economia del nostro Paese torna in “recessione tecnica”. Secondo la stima dell’Istat diffusa oggi, infatti, il Pil italiano è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Nel primo trimestre dell’anno il Pil era diminuito su base congiunturale dello 0,1% mentre nel quarto trimestre 2013 si era registrato un aumento dello 0,1%. Due trimestri consecutivi di crescita negativa vengono definiti “recessione tecnica”.