ORDINANZA DELLA CORTE (Ottava Sezione) 12 dicembre 2013 – Comune Aosta

ORDINANZA DELLA CORTE (Ottava Sezione)
12 dicembre 2013 (*)
«Rinvio pregiudiziale – Articolo 99 del regolamento di procedura della Corte – Politica sociale – Direttiva 1999/70/CE– Clausola 5 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato – Settore pubblico – Successione di contratti – Abuso – Risarcimento del danno – Condizioni per il risarcimento in caso di apposizione illegale di un termine al contratto di lavoro – Principi di equivalenza ed effettività»

Nella causa C‑50/13,
avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte, ai sensi dell’articolo 267 TFUE, dal Tribunale ordinario di Aosta (Italia), con decisione del 3 gennaio 2013, pervenuta in cancelleria il 30 gennaio 2013, nel procedimento
Rocco Papalia
contro
Comune di Aosta,
LA CORTE (Ottava Sezione),
composta da C. G. Fernlund, presidente di sezione, A. Ó Caoimh (relatore) e C. Toader, giudici,
avvocato generale: J. Kokott
cancelliere: A. Calot Escobar
vista la fase scritta del procedimento,
vista la decisione, adottata sentito l’avvocato generale, di statuire con ordinanza motivata, conformemente all’articolo 99 del regolamento di procedura della Corte,
ha emesso la seguente
Ordinanza

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SENTENZA DELLA CORTE (Terza Sezione) 12 dicembre 2013

SENTENZA DELLA CORTE (Terza Sezione)

12 dicembre 2013 (*)
«Politica sociale – Direttiva 1999/70/CE – Accordo quadro sul lavoro a tempo determinato – Principio di non discriminazione – Nozione di “condizioni di lavoro” – Normativa nazionale che prevede un regime di risarcimento del danno in caso di illecita apposizione di un termine al contratto di lavoro diverso da quello applicabile all’illecita interruzione di un contratto di lavoro a tempo indeterminato»
Nella causa C‑361/12,
avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte, ai sensi dell’articolo 267 TFUE, dal Tribunale di Napoli (Italia), con decisione del 13 giugno 2012, pervenuta in cancelleria il 31 luglio 2012, nel procedimento
Carmela Carratù
contro
Poste Italiane SpA,
LA CORTE (Terza Sezione),
composta da M. Ilešič, presidente di sezione, C.G. Fernlund, A. Ó Caoimh, C. Toader (relatore) e E. Jarašiūnas, giudici,
avvocato generale: N. Wahl
cancelliere: L. Hewlett, amministratore principale
vista la fase scritta del procedimento e in seguito all’udienza del 5 giugno 2013,
considerate le osservazioni presentate:
–        per C. Carratù, da A. Cinquegrana e V. De Michele, avvocati;
–        per Poste Italiane SpA, da R. Pessi, A. Maresca, L. Fiorillo e G. Proia, avvocati;
–        per il governo italiano, da G. Palmieri, in qualità di agente, assistita da C. Gerardis, avvocato dello Stato;
–        per il governo polacco, da B. Majczyna e M. Szpunar, in qualità di agenti;
–        per la Commissione europea, da C. Cattabriga e M. van Beek, in qualità di agenti,
sentite le conclusioni dell’avvocato generale, presentate all’udienza del 26 settembre 2013,
ha pronunciato la seguente
Sentenza

250 mila precari del pubblico impiego da stabilizzare. Ce lo impone l’Europa!!

Il quadro normativo del pubblico impiego si complica ulteriormente a causa della recente sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla legislazione italiana in materia di precariato pubblico.

Sotto accusa l’abuso di contratti a tempo determinato.

È l’Anief, associazione sindacale che si occupa dei tanti ricorsi avanzati dai precari in Europa, ad evidenziare come due diversi provvedimenti emessi dalla Corte di Giustizia Europea il 12 dicembre scorso mettano già con le spalle al muro il governo. I giudici di Lussemburgo bocciano la legislazione italiana sull’abuso di contratti flessibili nella Pubblica amministrazione.

Secondo una stima sarebbero duecentocinquantamila i precari del pubblico impiego da stabilizzare obbligatoriamente ed urgentemente, con un macigno di spesa pari a circa 8,5 miliardi.

Secondo la Corte di giustizia la normativa italiana che disciplina il rapporto di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, in particolare l’articolo 36, comma 5, del d.lgs 165/2001, vìola la direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato. Essa, infatti, vieta la successione indiscriminata di contratti di lavoro subordinato a tempo determinato, considerandoli come eccezione alla regola generale, che impone ai datori di lavoro, anche pubblici, di assumere a tempo indeterminato. E’ possibile apporre il termine ai contratti solo in presenza di ragioni obiettive, che vanno evidenziate anche per giustificare il rinnovo; le legislazioni nazionali, inoltre debbono specificare la durata massima totale dei contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato successivi ed il numero massimo dei rinnovi.

Precari Pa, la Corte Ue censura le - La legislazione italiana sui contratti - Il Sole 24 ORE

Precari Pa, la Corte Ue censura le - La legislazione italiana sui contratti - Il Sole 24 ORE pag. 2

Stabilizzazione dei precari. Inevitabile lo scontro con i dipendenti di ruolo

Giusto stabilizzare i precari evitando di far pagare loro le nefandezze della politica ma i politici e certi sindacati se ne infischiano dei dipendenti di ruolo e del riconoscimento delle loro professionalità e titoli di studio.

Con le carriere e i concorsi bloccati, i dipendenti di ruolo rischiano, infatti, di essere assunti e pensionati con la stessa qualifica e, per di più, di essere scavalcati dai precari, causando malcontento e demotivazione.

Quanto accaduto al comune di Caltanissetta, dove un gruppo di dipendenti comunali ha fatto ricorso al Tar contro le procedure di stabilizzazione, vedendo preclusa l’opportunità di una progressione di carriera, potrebbe essere solo un assaggio.

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Lex posterior derogat priori

Art. 34.

Conversione a tempo indeterminato dei contratti

1. Il dipartimento regionale della funzione pubblica e del personale, in attuazione delle disposizioni autorizzative di cui all’articolo 2, comma 553, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, provvede alla conversione a tempo indeterminato dei contratti stipulati con il personale individuato dall’articolo 76 della legge regionale 1 settembre 1993, n. 25 e successive modifiche e integrazioni.

Ecco cosa dice l’art. 2, comma 553, della legge 24 dicembre 2007, n. 244: “

553. La Regione siciliana, in deroga ai limiti imposti dall’articolo 20, comma 1, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, e con oneri a carico del proprio bilancio, e’ autorizzata alla trasformazione a tempo indeterminato dei contratti stipulati con il personale di protezione civile proveniente da organismi di diritto pubblico individuato dall’articolo 76 della legge regionale della Regione siciliana 1° settembre 1993, n. 25, e successive modificazioni, gia’ equiparato, ai sensi dell’articolo 7 della legge regionale della Regione siciliana 10 ottobre 1994, n. 38, e dell’articolo 48 della legge regionale della Regione siciliana 10 dicembre 2001, n. 21, a quello dalla stessa amministrato.

L’impressione è che non è stato “colto” l’attimo.

L’art. 2, comma 553, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 AUTORIZZAVA (non obbligava) la regione siciliana alla trasformazione e la Regione ha deciso di non avvalersi di tale autorizzazione.

Oggi le procedure di stabilizzazione inserite nella sopra citata norma, sono state superate dalle c.d. “leggi Brunetta”. Vale, pertanto, il principio secondo cui lex posterior derogat priori (“la norma posteriore deroga quella anteriore”) e il criterio cronologico rappresenta uno dei principi o criteri tradizionalmente utilizzati dagli ordinamenti giuridici per risolvere le antinomie normative.

Sicilia. Assalto alla Finanziaria. Nuove infornate di precari e STABILIZZAZIONE senza concorso di settanta contrattisti ex Italter e Sirap

Per leggere l’articolo cliccaci sopra

Non c’è la norma sul prepensionamento dei dipendenti regionali che potrebbe essere ripresentata in aula.

Alcuni deputati in commissione Bilancio hanno proposto, e ottenuto, l’inserimento di una norma che apre le porte della Regione a una novantina di ex dipendenti della Spo, la società messa in piedi dal Comune di Palermo nei primi anni Duemila per gestire il bacino degli ex Pip.

Ma le norme sul personale non finiscono qui: nelle pieghe del testo, che comprende anche la legge sui precari degli enti locali voluta dal governo nazionale per garantire le proroghe, viene inserito di punto in bianco un articolo che stabilizza senza concorso i settanta contrattisti ex Italter e Sirap.

“Basta con questi precari dei Comuni siciliani, non se ne può più!”

SECONDO IL ‘TAVOLO PER LE IMPRESE’, LA REGIONE NON PUÒ BRUCIARE, NEI PROSSIMI TRE ANNI, 930 MILIONI DI EURO PER PAGARE PERSONE “CHE NON HANNO VINTO ALCUN CONCORSO”.
GIUSEPPE URSINO: “L’ASSISTENZIALISMO NON PORTA BENESSERE”.

“L’assistenzialismo è una scorciatoia che è sempre piaciuta ai politici siciliani. Creare sviluppo vero, invece, è molto più difficile. È una strada lunga e tortuosa che impone capacità, autorevolezza e competenze difficili da trovare”…..continua a leggere

Fonte: http://www.linksicilia.it/2013/12/basta-con-questi-precari-dei-comuni-siciliani-non-se-ne-puo-piu/

D’Alia. Pronto emendamento che consenta ai Comuni siciliani per superare vincoli attuali su bilancio e turn over

«C’è la volontà politica di approvare un emendamento che consenta ai Comuni siciliani di utilizzare al meglio le risorse e superare i vincoli attuali su bilancio e turn over»: Gianpiero D’Alia, ministro della Pubblica amministrazione, anticipa la presentazione di una norma che, inserita nella lgge di Stabilità, potrebbe essere approvata alla Camera in pochi giorni. È la mossa del governo per aiutare la Regione e i sindaci a stabilizzare i precari. Un percorso triennale che nell’attesa di vedere il traguardo consentirà anche di prorogare tutti gli attuali contratti a termine. Se questa norma verrà approvata a Roma, diverrà più semplice anche il cammino della legge regionale che l’Ars esaminerà entro fine anno.

Una direttiva europea viene in soccorso dei precari?

Il servizio giuridico della Commisione Europea mette in evidenza come la normativa italiana violi la direttiva comunitaria 1999/70/CE. Si apre uno spiraglio sulla stabilizzazione per migliaia di precari di tutto il pubblico impiego. Ma l’ultimo decreto sulla PA sembra andare in direzione opposta.