Prepensionare e assumere a costo zero è come volere la botte piena e la moglie ubriaca

PensionePubblica Amministrazione. La Madia insiste su staffetta generazionale e dice no al blocco del turn over. Ma la Ragioneria Generale dello Stato chiede le coperture, perché prepensionare e assumere è costo.

“Se si mandano via persone che non vengono rimpiazzate – ha detto Francesco Massicci a capo dell’Ispettorato Generale per la Spesa Sociale della Ragioneria Generale dello Stato in un’audizione – “viene meno lo stipendio e la pensione ed è un costo neutrale. Ma se mando via persone che devo sostituire devo pagare lo stipendio, la pensione e la buonuscita e la legge deve prevedere una copertura”.

Legge di stabilità – Il blocco del turn over limita le assunzione dei precari

Nella Legge di stabilità le norme sul pubblico impiego, come blocco del turn over e della contrattazione, permettono di contenere la spesa ma sono misure ormai abusate, inoltre alcune delle misure sul pubblico impiego inserite nella legge di stabilità sono in contrasto con norme approvate solo poche settimane fa nel DL precari e con altre previsioni ordinamentali.

Si pensi all’immancabile inasprimento delle regole di copertura del turn over del personale cessato. La possibilità di coprire il 100 per cento delle cessazioni nelle amministrazioni statali è rinviata al 2018, per il 2014 e 2015 si potrà sostituire solo il 50 per cento dei dipendenti cessati dal servizio.

Il blocco del turn over si è rivelato uno strumento essenziale per far scendere il numero dei dipendenti pubblici (e dunque la spesa) nel corso degli ultimi dieci anni, per circa 300mila unità, senza giungere ai licenziamenti di massa. Ma limitare le assunzioni impedirà di attuare il per altro criticabile disegno di stabilizzare i precari, per i quali gli spazi di ingresso nei ruoli si riducono drasticamente. Ulteriore conferma che il Governo agisce più per “segnali mediatici”, che non attraverso la sostanza.

Quanti Dirigenti Generali esterni è possibile contrattualizzare?

L’art. 19 del D.lgs. 165/01 al comma 5 bis introdotto dal D.lgs. 150/09 (c.d. legge Brunetta) fissa il tetto del dieci per cento di dirigenti esterni sul contingente da nominare.

Il totale in tabella dovrebbe essere 28 dirigenti. Per cui si potrebbero nominare 3 esterni: Palma, Lupo e la Monterosso.

E Tano Grasso?
Senza tenere conto che rimarrebbero a libro paga della Regione Bossone, Albert e Galati rimossi “anticipatamente” dall’incarico.

Nel turnover dei dirigenti generali poche conferme, tanti avvicendamenti, una new entry e qualche…..”spina”

Mentre si continuano a dare i dipendenti regionali in pasto alla stampa, il governo ha dato luogo ad una maxi-rotazione dei dirigenti generali, che lascia parecchie perplessità a partire ricorso a qualche interim.

Senza entrare nel merito delle scelte effettuate, restano infatti scoperti i dipartimenti Osservatorio Epidemiologico (dove era dirigente generale la Borsellino. Intendono lasciargli il posto vuoto?), Interventi Infrastrutturali in Agricoltura, Formazione Professionale o Lavoro (non è chiara la delega della Corsello).

Tano Grasso, poi, leader dell’antiracket, non avrebbe i cinque anni di esperienza dirigenziale necessari.

Cristina Stimolo va a capo di un dipartimento che l’ha “denunciata” per danno erariale.

Anna Rosa Corsello deve ripulire la Formazione, ma pochi anni fa ha lavorato col Ciapi.